La tracotanza dei colonizzatori - QdS

La tracotanza dei colonizzatori

Carlo Alberto Tregua

La tracotanza dei colonizzatori

mercoledì 01 Dicembre 2010

Basta al rigassificatore di Priolo

Sembra incredibile assistere ancora ad un comportamento tracotante del gruppo imprenditoriale Erg, associato all’anglo-olandese Shell, che vuole a tutti i costi, contro ogni interesse della Sicilia, aggravare la situazione ambientale nel Triangolo della morte (Augusta-Priolo-Melilli).
Questi colonizzatori liguri-anglo-olandesi vogliono prevaricare la volontà  del Governo regionale, per imporre un impianto di cui nessuno sente il bisogno, facendosi sponsorizzare da qualche sindacalista allocco, oltre che da qualche figura che ha un interesse privato in questa operazione, contro ogni logica, contro ogni norma di sicurezza e contro ogni convenienza economica della Sicilia.
Bisogna smetterla una volta per tutte di ritenere che noi siamo stupidi o che abbiamo l’anello al naso. Infatti, abbiamo ben chiaro il vero interesse della Sicilia e plaudiamo al ferreo sbarramento che oppongono il presidente Raffaele Lombardo, il suo assessore alle Infrastrutture, Pier Carmelo Russo e il neo assessore all’Energia, Giosuè Marino, all’installazione del rigassificatore.

Sgombriamo il campo da ogni equivoco: non abbiamo alcun pregiudizio verso i nuovi investimenti e riteniamo che la Regione debba stendere i tappeti rossi ai gruppi italiani ed esteri che volessero portare le loro imprese in Sicilia. Ma ci opponiamo alla prepotenza di imprenditori che vogliono fare il male della Sicilia, tenuto conto della situazione di grave malessere delle popolazioni che insistono nei tre comuni del Triangolo della morte.
Anzi, sarebbe opportuno che gli attuali impianti venissero messi in sicurezza e fossero modernizzati per inquinare molto di meno di come stanno facendo. Non è un caso che Siracusa abbia superato, nel 2009, per ben 302 giorni, il limite delle polveri sottili, che per legge è fissato in 35 giorni. Non è un caso che le morti per tumore in quel territorio sono quattro volte superiori alla media nazionale. Non è un caso che gli aborti terapeutici e i nati malformati superano anch’essi di quattro volte la media nazionale. Non è un caso che esiste un elenco di prescrizioni che devono essere eseguite per bonificare tutto il territorio. Non è un caso che la Corte di giustizia europea, con sua sentenza n.378/2010, ha sancito l’obbligo che chi ha inquinato deve sborsare le necessarie risorse finanziarie per disinquinare.

 
È semplicemente ridicolo che le imprese che hanno inquinato e che continuano ad inquinare non comincino le operazioni di bonifica. Un comportamento irresponsabile, peraltro non sanzionato dall’assessorato regionale al ramo, senza alcuna spiegazione. Con questa omissione dei doveri d’ufficio, l’assessore si rende colpevole oggettivamente di non avere esercitato la vigilanza e di non avere obbligato le imprese inadempienti ad ottemperare alla citata sentenza della Corte di Giustizia di Lussemburgo.
È troppo comodo continuare a raffinare il greggio, devastando l’ambiente circostante, ma portando profitti a casa. è troppo comodo macinare utili, anziché fare gli obbligatori investimenti di disinquinamento. Basta con i comodisti, con gli approfittatori, con i colonizzatori. Dire  basta grande quanto una casa. Devono capirlo una volta per tutte, lor signori,  che qui nessuno è fesso e non siamo più disponibili a subire le loro soperchierie. Se ne vadano nelle loro regioni a fare il danno che hanno fatto ad Augusta, Priolo e Melilli.

Non ci vengano più a gabellare la questione dell’occupazione da scambiare con gli investimenti. Questi ultimi debbono essere fatti con urgenza per le opere di messa in sicurezza ambientale del territorio, non per altre dannose iniziative. Non è certamente un compenso ragionevole, qualche centinaio di posti di lavoro, a fronte dell’enorme danno sulla salute di decine di migliaia di cittadini, danno che si accentua nei confronti di anziani, malati e bambini, cioè dei soggetti più deboli. La Sicilia ha diritto ad investimenti produttivi nel settore del petrolio azzurro, cioè dell’industria turistica, che non inquina, genera valore e produce occupazione in quantità nettamente superiore a quella delle raffinerie.
Per i prossimi cinquant’anni le coste dove approdano le petroliere non avranno alcuna forma di vita per il totale inquinamento delle acque. Inquinamento che si estende alle coste viciniori. Accoglieremo con soddisfazione il giorno in cui Erg e Shell metteranno in atto la loro finta minaccia: andarsene dalle loro parti e lasciare in pace quel martoriato territorio.

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