Sicilia senza Qualità della vita, province in fondo alla classifica - QdS

Sicilia senza Qualità della vita, province in fondo alla classifica

Massimo Mobilia

Sicilia senza Qualità della vita, province in fondo alla classifica

martedì 14 Dicembre 2010

Il dossier 2010 del Sole 24 Ore vinto da Bolzano conferma il divario Nord-Sud tra i 107 capoluoghi. Enna la migliore (85esima), Trapani la peggiore (104esima). Tra loro le altre sette

PALERMO – Da vent’anni ormai, il quotidiano Sole 24 Ore mette in fila le province italiane attraverso una serie di parametri con cui viene calcolata la cosiddetta “Qualità della vita” e dove emerge sempre il divario che separa il Mezzogiorno dal Nord Italia. Anche il dossier di quest’anno non ha fatto eccezione, con le nove province siciliane concentrate nel fondo della classifica.
Infatti, anche se Agrigento (ultima nel 2009) ha lasciato la maglia nera a Napoli, nelle ultime dodici posizioni troviamo ben sette siciliane con Trapani che ottiene la performance peggiore piazzandosi al 104esimo posto, Palermo e Caltanissetta, rispettivamente 101esima e 102esima e poi, dal 96esimo al 99esimo posto troviamo in fila Siracusa, Messina, Agrigento e Catania. Risalendo la classifica incontriamo Ragusa al 90esimo posto e, infine, la provincia di Enna che con l’85esima posizione si conferma la migliore tra le siciliane (era stata 83esima nel 2009).
Nessun miglioramento rilevante dunque per le nostre province che anche nel 2010 restano lontanissime dalla testa della classifica vinta da Bolzano con Trento e Sondrio che completano il podio. Ma il risultato negativo è di tutto il Sud, perché per trovare la prima provincia meridionale, escluse quelle sarde che hanno ottenuto buoni risultati, bisogna scendere fino alla 67esima piazza conquistata da Matera.
I punteggi assegnati alle 107 province sono proporzionali a quelli raggiunti da ognuna in 6 grandi settori composti ciascuno da altri 6 indicatori. Mille punti sono assegnati alla prima e via via a scendere per tutte le altre, in funzione del parametro di pertinenza rispetto al miglior risultato. Il primo settore analizzato è stato il “Tenore di vita”, misurato attraverso il trend del Pil pro capite e i depositi bancari pro capite dal 2005 al 2009, e l’importo medio mensile delle pensioni, la spesa media pro capite per beni di consumo durevoli, l’inflazione e il costo medio della casa, riferiti al 2009.
Nel secondo capitolo, “Affari e lavoro”, il punteggio è stato assegnato in base al numero di imprese ogni 100 abitanti a settembre 2010, l’importo pro capite dei protesti tra agosto 2009 e luglio 2010, l’occupazione femminile e il tasso di occupazione giovanile (25-34 anni) nel 2009, e il rapporto tra nuove aziende e attività cessate e il numero di fallimenti, ogni mille imprese, tra ottobre 2009 e settembre 2010. Il terzo settore studiato, “Servizi e ambiente”, ha analizzato l’indice di dotazione infrastrutturale (senza i porti) elaborato dall’Istituto Tagliacarne, l’indice ambientale 2010 di Legambiente, l’escursione termica tra il mese più caldo e quello più freddo, la percentuale sull’emigrazione ospedaliera nel 2008, la percentuale di asili comunali sull’utenza e la velocità della giustizia data dal numero di procedimenti civili conclusi rispetto a quelli giacenti e sopravvenuti nel primo semestre del 2009.
Nel quarto capitolo, “Popolazione”, è stata misurata, rispetto al 2009, la densità demografica, il numero di nascite ogni mille abitanti, la percentuale degli over 65 sulla popolazione attiva (15-64 anni), il numero di laureati ogni mille giovani (23-30 anni) e la percentuale di immigrati regolari sulla popolazione; rispetto al 2008, il numero di divorzi e separazioni ogni 10 mila famiglie. Quinto capitolo per “l’Ordine pubblico” dove si è tenuto conto del rapporto tra il numero di scippi e rapine, furti in casa, estorsioni, truffe e frodi informatiche, ogni 100 mila abitanti, nel primo semestre del 2009 e del trend dei delitti verificatisi tra il 2005 e il 2009.
Infine, nel settore “Tempo libero”, hanno fatto punteggio la percentuale di assorbimento libri sulla popolazione e il numero di spettacoli e di associazioni di volontariato, ogni 100 mila abitanti nel 2009, il numero di cinema, di bar e ristoranti, ogni 100 mila abitanti a settembre 2010, e l’indice di sportività tra 2010 e 2009.
 


I segnali positivi. Pil pro capite in risalita, aziende in salute
 
PALERMO – Malgrado la crisi economica, nei parametri studiati nell’analisi sulla “Qualità della vita” nelle province italiane emergono segnali positivi per le siciliane. Ad esempio, nel trend del Pil pro capite dal 2005 al 2009, Agrigento è quinta in Italia con l’1,12 e vanno bene anche Caltanissetta, Trapani, Enna e Messina che si piazzano nei primi 23 posti. Tra gli indicatori del “Tenore di vita” emerge anche l’ottimo indice di inflazione segnalato a Palermo, 14esima con lo 0,38, e il basso costo della casa per mc a Caltanissetta, seconda con 1.200 euro e a Trapani, nona con 1.350 euro.
Segnali di ripresa anche nel settore “Affari e lavoro” dove Catania è risultata 18esima nel rapporto tra imprese iscritte e quelle cancellate alla Camera di Commercio e con Agrigento che ha subito pochi fallimenti aziendali, 12,60 ogni mille imprese, parametro in cui guadagna il 23esimo posto. Buona anche la performance di Trapani, 28esima nel numero di imprese ogni 100 abitanti (11,37).
Palermo, Catania e Messina, inoltre, possono ritenersi tutto sommato soddisfatte nella dotazione di infrastrutture: l’indice dell’Istituto Tagliacarne posiziona infatti Catania al 27esimo posto (103,55), Palermo al 34esimo (98,56) e Messina al 43esimo (90,43). E per restare nel settore “Servizi e ambiente” troviamo l’ottimo 18esimo posto di Catania nella percentuale di emigrazione ospedaliera, solo 4,3% nel 2008 segno di strutture sanitarie d’avanguardia. Nella pagella ecologica di Legambiente, invece, la prima siciliana Ragusa è solo 75esima, in una classifica che vede Catania all’ultimo posto in Italia.

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