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Catania – La crisi della piccola distribuzione fra i numerosi dubbi del Comune

Antonio Borzi

Catania – La crisi della piccola distribuzione fra i numerosi dubbi del Comune

martedì 14 Dicembre 2010

Occorrerebbe intervenire anche sull’annosa questione dei parcheggi, ma le proposte scarseggiano. L’assessore al Commercio, Franz Cannizzo: “Necessario diversificare l’offerta”

CATANIA – Una questione da tempo al centro di discussioni, più o meno infuocate, riguarda la gestione di un settore fondamentale come quello del commercio. Un campo che nella nostra città ha visto, negli ultimi dieci anni, una crescita costante e impetuosa della grande distribuzione e una diminuzione delle attività commerciali tradizionali. In centro storico, infatti, gli affari scarseggiano e l’intraprendenza dei catanesi sta progressivamente lasciando il posto allo scoramento per una mancanza di introiti che ormai si protrae da troppo tempo. A sostenerlo ormai in modo inequivocabile, ancor più che i dati, sono le saracinesche abbassate che vedono svuotarsi progressivamente le vie del centro.
L’assessore al commercio del Comune di Catania, Franz Cannizzo, è consapevole che “il problema è grave e non più rimandabile. La questione dei grandi centri commerciali deve essere affrontata con raziocinio e intraprendenza”.
Secondo l’assessore della Giunta di Stancanelli la via da seguire sarebbe quella di un commercio diversificato rispetto all’offerta dei grandi centri commerciali. “Perché – si chiede Cannizzo – gli acquirenti dovrebbero recarsi in centro se trovano nelle sue botteghe gli stessi prodotti delle grandi marche del centro commerciale?”. La soluzione sarebbe quindi da ricercare in un commercio “più esclusivo, che punta sulla qualità attraendo una fetta di acquirenti ad hoc”.
C’è però da sottolineare come non si possa vedere una soluzione solo in questo e come l’assenza di parcheggi rappresenti una delle cause principali del problema. Tempo fa si era parlato di un tavolo comune fra Sostare e Istituzioni per consentire ai commercianti di ottenere degli stalli ad hoc che permettessero ai clienti delle soste brevi. Ma in attesa che tutto questo si concretizzi la crisi attanaglia sempre più i commercianti.
A sottolineare come una delle maggiori cause della crisi sia data dai centri commerciali è anche il parere dell’autorevole economista catanese Antonio Pogliese.
“Catania – ha detto – è letteralmente cinturata e si trova ad avere un rapporto fra metri quadrati di distribuzione organizzata e popolazione ai livelli della ricchissima Scandinavia. Il che è ovviamente ormai insopportabile per il tessuto economico della città. Per Catania e provincia abbiamo ormai 340 mq di centri commerciali per 1.000, soltanto Catania ha 470 mq per 1.000 abitanti e l’area di Misterbianco è ormai attorno ai 1800 mq per 1.000 abitanti”.



Iniziative di rilancio. Il fallimento dei centri commerciali naturali
 
CATANIA – Dovevano essere la soluzione ma si sono trasformati nell’ennesima iniziativa infruttuosa promossa dall’amministrazione Stancanelli. Parliamo dei centri commerciali naturali che, annunciati dall’ex assessore al ramo, Mario Chisari, non hanno mai visto la nascita e sono “morti” nelle aule di Palazzo d’Orléans a Palermo.
A confermarlo anche l’attuale assessore.
“I centri commerciali naturali – dice Franz Cannizzo – possono essere definitivamente accantonati”.
Ma ecco giungere dalla Confcommercio una proposta che ripercorre quella di Chisari. Questa volta i commercianti si organizzano nei “Comitati d’area”, delle associazioni di operatori uniti in base alle aree di competenza. In questo modo, si dovrebbero promuovere delle iniziative ad hoc per sostenere un’offerta mirata alle necessità di ogni territorio. Insomma, le stesse finalità dei centri commerciali naturali ma con un nome diverso e la speranza che tutto non finisca in un’ennesima bolla di sapone.

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