Formazione, Durc e trasparenza, l’assessorato chiude i rubinetti - QdS

Formazione, Durc e trasparenza, l’assessorato chiude i rubinetti

Michele Giuliano

Formazione, Durc e trasparenza, l’assessorato chiude i rubinetti

mercoledì 15 Dicembre 2010

Sospesi i finanziamenti agli enti non in possesso del Documento di regolarità contributiva. La Legge regionale 296/06 impone agli enti la regolare tenuta del Documento

PALERMO – Lo stop dell’assessorato regionale alla Formazione all’elargizione di intere tranche di finanziamento agli enti di formazione non in possesso del Durc, il documento di regolarità contributiva, fa storcere il naso alle organizzazioni di categoria. Si consuma su questo nuovo terreno lo scontro tra sindacati e governo regionale anche quando la Regione fa semplicemente quello che dovrebbe essere il rispetto delle regole.
Esiste infatti la legge, la numero 296 del 2006, che impone all’Ente la regolare tenuta del Durc: e già nel 2008 l’ufficio Legislativo e Legale della Regione ha reso il parere numero 262 attraverso cui si ribadiva con chiarezza la richiesta del Documento ai fini della erogazione dei finanziamenti. Ai sindacati questa presa di posizione dell’assessore Mario Centorrino di far rispettare una norma mai rispettata in passato lascia qualche dubbio: “Qualcuno si è risvegliato nei giorni scorsi – dice l’Ugl Sicilia – ricordandosi che dal 2006 esiste questa normativa. La tempistica lascia dubbi e perplessità in quanto l’assessore Centorrino solo oggi blocca i mandati di pagamento adducendo al rilascio del Durc, dimenticandosi quanto più volte affermato in sede di confronto con le parti sociali, circa la imprescindibilità del documento di regolarità contributiva a partire dal piano regionale dell’offerta formativa 2011. Ma si dimentica anche che l’irregolarità che emerge dal Durc è dipendente dai cronici ritardi con i quali l’amministrazione eroga i finanziamenti”.
Un cambio di passo che ovviamente rischia di sconvolgere un sistema che ha sempre viaggiato in Sicilia sugli allori, senza alcun controllo e filtro per le assunzioni (oggi arrivate a circa 9.000 unità di personale), così come per l’accreditamento di Enti. Secondo l’Ugl l’amministrazione in questi ultimi tempi “ha perorato atti amministrativi che, anziché accelerare il processo di spesa nel settore, ha posto un argine attentando alle residue speranze dei lavoratori di ottenere una giusta retribuzione”.
I problemi a dire del sindacato sono diventati oggi molteplici per la formazione professionale: “I Servizi formativi transitati sui fondi comunitari attraverso il trasferimento di 2 mila operatori qualificati dal bilancio regionale – si legge in una nota -, il Prof 2010 denudato dei 6 milioni di euro approvati nel bilancio 2010 con un magistrale gioco di prestigio, la pubblicazione del Piano dell’obbligo di istruzione e formazione con affidamento diretto anziché con procedura trasparente di evidenza pubblica che ha prodotto scontento all’unisono, i fondi comunitari congelati per assenza totale di programmazione e di capacità di spesa, bandi pubblicati e ricusati dalla Corte dei Conti per chiare illegittimità, sono tutti atti prodotti dal governo regionale in carica”.
Sempre secondo il sindacato il governo siciliano ha sino ad oggi sempre garantito la soluzione alle criticità del sistema, come l’individuazione di un costo complessivo certo, attraverso l’assunzione di precisi impegni, attuando anche il blocco delle assunzioni, ma senza risultati.
 


I sindacati. “Le assunzioni continuano a proliferare”
 
I sindacati si mostrano abbastanza polemici anche perché, a loro dire, il cosiddetto blocco delle assunzioni nella formazione professionale non sarebbe mai avvenuto, così come annunciato dalla Regione. L’insinuazione arriva dall’Ugl: “è stata affidata ad un tecnico di fama – scrive il sindacato in un documento – la delega alla formazione professionale per riequilibrare il sistema attraverso il blocco delle assunzioni e del turnover ma oggi si razzola male in quanto non si è riusciti ad impedire le assunzioni che pare proliferino”. Sempre l’Ugl pone altre problematiche: “Ad esempio la sospensione dei tavoli bilaterali nati per rendere trasparente i conti di tutti gli enti – denuncia – e per individuare la spesa reale complessiva da appostare in sede di bilancio. Tutte le partite a credito e debito degli Enti non solo non sono state chiuse, nonostante le riunioni ai tavoli bilaterali deliberanti, ma vi è di più: il governo ha tradito i buoni propositi annunciati per una politica di rigore limitandosi ad individuare alcuni enti formativi capri espiatori di un sistema che con molta probabilità va annientato, nell’intento di taluni ambienti politici filogovernativi di riprendere, con ogni probabilità e dalle macerie, la politica delle assunzioni preelettorali”.

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