Piano rifiuti: resiste il no agli inceneritori - QdS

Piano rifiuti: resiste il no agli inceneritori

Francesco Sanfilippo

Piano rifiuti: resiste il no agli inceneritori

martedì 21 Dicembre 2010

Tavola rotonda alla Presidenza della Regione sulle proposte per lo smaltimento degli Rsu da inserire nel nuovo documento. Confermato il veto, mentre nasce l’idea di creare impianti di trattamento biologico per trarre energia

PALERMO – Il problema dei rifiuti in Sicilia è divenuto negli ultimi anni un convitato di pietra nella politica regionale.
Dopo che il Piano sui rifiuti non è stato approvato dalla Protezione Civile perché è stato ritenuto incompleto, un nuovo piano è allo studio in Commissione. Tale problema è stato al centro di una tavola rotonda tenutasi il 15 dicembre presso la sala conferenze della Presidenza della Regione siciliana, in via Magliocco 7 a Palermo, intitolata “La gestione integrata dei rifiuti in Sicilia: un nuovo piano per la svolta?”.
Nel corso degli interventi, è emersa la volontà da parte di tutti i partecipanti di puntare su una gestione dei rifiuti integrata che punti innanzitutto sulla raccolta differenziata. Anche se la Sicilia è in crisi economica e non ha a disposizione una struttura industriale che garantisca un totale recupero dei rifiuti, è possibile creare un sistema di gestione di questi fondato sul rafforzamento del sistema industriale già esistente in Sicilia. Ciò richiede, però, una sinergia molto stretta tra tutti gli assessorati interessati (Ambiente, Industria e Bilancio) e, soprattutto, idee in grado di portare un’adeguata strategia economica.
Un’idea proposta è stata di realizzare impianti di trattamento meccanico biologico integrati con impianti di estrusione a freddo, così da consentire in un breve periodo, in alternativa alla produzione di Cdr da bruciare nei cementifici, il recupero e la valorizzazione della quasi totalità delle risorse presenti nella frazione residuale. Gli strumenti, quindi, non mancano, ma per ottenere una politica veramente efficace, è indispensabile ottenere l’appoggio dei cittadini, promuovendo una comunicazione che parta dalle scuole.
Mimmo Fontana, presidente di Legambiente Sicilia, ha dichiarato: “Dopo la bocciatura del documento di Piano, sui giornali sono apparsi segnali evidenti di una disponibilità da parte del commissario Lombardo e dei suoi uomini a pervenire ad un compromesso con il governo nazionale. Compromesso che dovrebbe consistere nella realizzazione di due grandi inceneritori a Palermo e Catania.
Sarebbe un grave errore fare questa scelta non sulla base di ragioni scientifiche ed economiche quanto piuttosto per ragioni politiche.
Le linee guida fatte redigere dal governo Lombardo a una commissione di esperti nel dicembre del 2009, la riforma approvata nell’aprile 2010 e gli stessi lavori della commissione che stava redigendo il piano d’emergenza fino allo stop del governo nazionale, erano arrivati a conclusioni diverse: tra gli scenari alternativi presi in considerazione quello dell’incenerimento in impianti dedicati veniva chiaramente considerato il meno conveniente e si puntava con più convinzione sulla raccolta differenziata spinta, sul trattamento meccanico-biologico ed, eventualmente, sul co-incenerimento in impianti già esistenti (cementerie, industrie di laterizi)”.
I due componenti della commissione che sta redigendo il piano, Vagliasindi e Torrisi, così come lo stesso assessore Marino hanno, inoltre, chiarito che non è stata ancora fatta alcuna scelta e che comunque la stessa dovrà essere orientata alla tutela della salute e alla massima economicità del sistema.

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