Il triste record di Palermo, la città che ha fatto 3.000 - QdS

Il triste record di Palermo, la città che ha fatto 3.000

Antonio Borzi

Il triste record di Palermo, la città che ha fatto 3.000

martedì 21 Dicembre 2010

L’assessore provinciale Tomasino: “Mancano adeguate risorse”. La situazione del capoluogo appare a tratti drammatica

PALERMO – A guidare la classifica delle province siciliane con il maggior numero di incidenti vi è Palermo con oltre 3.000 casi indicati dall’Aci. Una provincia dove la grande convergenza di traffico verso il centro cittadino appare a tratti drammatica: sul territorio si alternano due attori principali nella manutenzione stradale e nella gestione di tutti quei lavori ordinari e straordinari fondamentali per consentire ai cittadini di non correre inutili pericoli. Lo sottolinea anche l’assessore provinciale alla Viabilità, Gigi Tomasino, che sottolinea anche una disparità di risorse.
“La provincia di Palermo – dichiara Tomasino – ha 2.200 km di strade. All’interno del territorio ci sono due gestori. Infatti oltre alla Provincia c’è anche l’Anas. Il  rapporto fra i due enti è di 1 a 3 con l’Anas che gestisce soprattutto la grande viabilità con una quantità di denaro ben maggiore rispetto alla nostra”. Non nasconde quali siano i problemi, Tomasino: “La Regione con la legge 9 trasferisce la competenza agli enti locali ma a questo non corrispondono delle adeguate risorse”.
Certo, però, i lavori non si bloccano a Palermo con oltre 100 milioni di euro investiti nei diversi cantieri nevralgici per le vie di comunicazione. Delle risorse investite con fondi comunitari, fondi dallo Stato e soprattutto tanta razionalizzazione.
Ma non solo interventi sul territorio. Emerge come sia fondamentale una giusta educazione che deve partire necessariamente dalle scuole. Infatti per Tomasino “sono importanti due settori: quello della sicurezza delle infrastrutture e quello dell’educazione. Nel campo dell’educazione cerchiamo di far comprendere l’importanza di un giusto comportamento alla guida soprattutto ai più giovani con un coinvolgimento attivo. Per esempio abbiamo predisposto delle esercitazioni e abbiamo distribuito degli etilometri”.

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