Illegittimi i cda delle partecipate - QdS

Illegittimi i cda delle partecipate

Lucia Russo

Illegittimi i cda delle partecipate

mercoledì 22 Dicembre 2010

Legge 259/1958. Norme di legge inapplicate.
Art. 12 L. 259/58: “Il controllo previsto dall’art. 100 della Costituzione (...) è esercitato da un magistrato della Corte dei Conti (…) che assiste alle sedute degli organi di amministrazione e di revisione”.
Corte costituzionale, set. 466/93: L’applicazione della norma si estende alle spa “fino a quando permanga una partecipazione esclusiva o maggioritaria dello Stato al capitale azionario di tali società”.

La legge 259 del 1958 è balzata alle cronache quest’anno con il decreto di Berlusconi che ha previsto la presenza di magistrati della Corte dei Conti nel cda della Rai. La Corte costituzionale con sentenza n. 466 del 1993 ha sottolineato come questa norma vada applicata a tutte le società con partecipazione pubblica maggioritaria o totale al capitale azzionario. Ebbene, se guardiamo ai cda presenti e passati delle società partecipate della Regione, non hanno mai avuto come componente un magistrato della Corte dei Conti.
Secondo l’assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao, questa legge è ormai superata, in quanto è l’amministrazione che deve garantire l’ottimizzazione delle risorse nella gestione, applicando la legge, mentre i magistrati contabili esercitano un controllo esterno.
 
Tanto clamore ha suscitato il decreto del presidente del consiglio Silvio Berlusconi del 10 marzo scorso di un solo articolo: “La Rai-Radio televisione spa” è sottoposta al controllo della Corte dei conti, ai sensi dell’art. 12 della legge 21 marzo 1958 n. 259”. Il clamore era legato all’assimilazione della Rai ad un ente pubblico e dunque alle difficoltà ad operare visto che appunto il principale concorrente è proprio la Fininvest dello stesso Berlusconi.
Ma una cosa è certa, la stessa Cassazione si è espressa in merito, nel settembre 2009: il decreto del governo ha attuato la legge 259 del lontano 1958 “Partecipazione della Corte dei Conti al controllo sulla gestione finanziaria degli enti a cui lo Stato contribuisce in via ordinaria”, dunque deve essere rispettato. Testualmente all’articolo 12 è scritto: “Il controllo previsto dall’art. 100 della Costituzione sulla gestione finanziaria degli enti pubblici ai quali l’Amministrazione dello Stato o un’azienda autonoma statale contribuisca con apporto al patrimonio in capitale o servizi o beni ovvero mediante concessione di garanzia finanziaria, è esercitato, anzichè nei modi previsti dagli articoli 5 e 6, da un magistrato della Corte dei conti, nominato dal Presidente della Corte stessa, che assiste alle sedute degli organi di amministrazione e di revisione”.
 
Sulla questione dell’estensione del controllo anche a società a partecipazione pubblica si è espressa anche la Corte costituzionale nella sentenza n. 466 del 1993. Scriveva la Corte allora per il caso in questione: “Dichiara che spetta alla Corte dei conti esercitare nei confronti delle società per azioni costituite a seguito della trasformazione dell’I.R.I., dell’E.N.I., dell’I.N.A. e dell’E.N.E.L. disposta dall’art. 15 del decreto-legge 11 luglio 1992, n. 333, convertito, con modificazioni nella legge 8 agosto 1992, n. 359, il potere di controllo di cui all’art. 12 della legge 21 marzo 1958, n. 259: controllo da esercitare, nelle forme e nei limiti in precedenza applicati, fino a quando permanga una partecipazione esclusiva o maggioritaria dello Stato al capitale azionario di tali società. Così deciso in Roma, nella sede della Corte costituzionale, Palazzo della Consulta, il 17 dicembre 1993”.
Si parla di partecipazione esclusiva o maggioritaria dello Stato al capitale azionario di tali società. Stesso discorso può essere applicato alle partecipazioni azionarie esclusive o maggioritarie di regioni ed enti locali.
Per quanto riguarda la Regione siciliana sono una ventina le società partecipate al 100% ma ancora non è stato attivato alcun riordino delle spa regionali e siamo già al quarto piano elaborato dall’attuale assessore al Bilancio Gaetano Armao. Diverse sono le società che fino ad oggi hanno la partecipazione al cento per cento o quasi della Regione: Sicilia e-ricerca, Mercati Agro Alimentari Sicilia, Quarit, Azienda siciliana trasporti, Beni culturali, Parco scientifico e tecnologico, Multiservizi, Cinesicilia, Inforac Map, Sviluppo Italia Sicilia. Ma ci sono anche Biosphera (partecipata al 53,1% dalla Regione), Italia Lavoro Sicilia Spa (51%), Sicilia e-servizi (51%); Italkali (51%) e Sicilia Patrimonio immobiliare (75%). In nessuna di queste società è stato mai membro del consiglio di amministrazione un magistrato della Corte dei Conti Sicilia, presenza che invece sarebbe stata molto utile per impedire tutti gli sprechi che fino ad oggi sono stati perpetrati e che hanno infatti determinato indagini della procura della Corte dei Conti, si pensi alla Seus spa sulla gestione del 118 e attualissima quella sulla società Sicilia e servizi. Ma a prescindere dalle note indagini della Procura contabile in corso, basta guardare i dati di bilancio per rendersi conto di una gestione dissennata.
Alla Sicilia E- ricerca, ad esempio, dal consuntivo 2008 risultano 323.550 € per i cinque componenti del cda, 65.566 € di compensi per i due dipendenti, per un totale entrate di soli 173.265 euro che non bastano praticamente a coprire le spese di cda e dipendenti. Per non parlare delle assunzioni a pioggia che hanno interessato la gran parte delle partecipate regionali, con l’Azienda siciliana trasporti che nel 2008 per il personale ha speso quasi il doppio dei ricavi da traffico delle linee, registrando 3,6 milioni di perdite.
 

 
Intervista all’assessore all’Economia, Gaetano Armao, autore del quarto piano di riordino delle partecipate in attesa del parere della II commissione Ars.
“Legge 259/58 ormai superata: il controllo interno deve essere esercitato dai professionisti”
 
PALERMO – “La legge 259 del 1958, come dimostra la sua stessa data, è abbastanza risalente. Oggi la Corte svolge una funzione di controllo esterno, sicché mal si concilia la funzione che si è costruita rispetto ad un coinvolgimento interno nella funzione di controllo”. Questa è l’opinione dell’assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao, esperto avvocato amministrativista, da noi interpellato sull’argomento affrontato in questa pagina.
“Se guardiamo a ciò che è accaduto in Eni e Iri negli anni passati – continua Armao – ci rendiamo conto che la presenza della Corte dei conti nei collegi di revisione di questi enti non è servita a molto. L’esperienza insegna che la Corte dei conti fa un controllo esterno e pertanto ha un’attitudine ancora più articolata ed estesa, mentre il controllo interno deve essere svolto da soggetti professionalmente qualificati e, in questo caso, la Corte non svolge solo un controllo sugli enti ma anche un controllo sui controllori, cosa molto importante. Si svolge praticamente come negli Enti locali, ovvero il controllo sui controllori. Il modello che si è sviluppato negli anni più recenti, cioè che la Corte svolge un controllo dall’esterno sulle responsabilità e invece gli organi di controllo interno svolgono una funzione professionale di controllo interno, funziona”.
Ma la vicenda delle assunzioni incontrollate nelle partecipate regionali o l’indagine su Sicilia e servizi non si potrebbero evitare con magistrati contabili nei cda?
“Io ritengo sempre – afferma l’assessore – che la funzione giurisdizionale interviene solo quando la patologia è arrivata a livelli intollerabili. Il compito dell’amministrazione non è assistere agli interventi giurisdizionali, il compito dell’amministrazione è, invece, quello di prevenire i danni erariali e le disfunzioni attraverso un monitoraggio costante e continuo sulla qualità dei servizi ai cittadini e sull’ottimizzazione delle risorse”.
Su questo punto richiamato dall’assessore Armao non mancano le norme di indirizzo. Lo stesso articolo 20 della Finanziaria 2010, al comma 6, pone un divieto che ben palesa il problema di un adeguato controllo nella gestione: “è fatto divieto alle società a partecipazione totale o maggioritaria della Regione di procedere a nuove assunzioni di personale sia a tempo indeterminato che a tempo determinato, ivi comprese quelle già autorizzate e quelle previste da disposizioni di carattere speciale”.  All’amministratore dunque, per essere in regola, basterebbe applicare le norma di legge.
Il suo decreto di riordino delle partecipate a che punto è?
“Secondo le previsioni dell’art. 20 della Finanziaria 2010 – risponde Armao – deve avere dalla commissione Bilancio il parere vincolante. Auspico che la commissione dopo la finanziaria possa subito avviare l’esame di questo documento, per consentire un assetto definitivo, sin da gennaio, alle partecipate. Il presidente della commissione Savona mi ha assicurato la massima attenzione a questi temi, tra l’altro dovremo affrontare anche il federalismo fiscale, per cui la commissione Bilancio avrà molto lavoro nei prossimi giorni ed io sarò disponibile a lavorare su tutto, anche tra Natale e Capodanno”.
Ancora una domanda: cosa ne pensa il governo sulla stipula di convenzioni con la Guardia di finanza per controllare le gare d’appalto?
“Già abbiamo il protocollo di legalità con la Guardia di Finanza allo studio e pensiamo di stipularlo per i primi di gennaio”.

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