Pari opportunità nella Pa: questionario web - QdS

Pari opportunità nella Pa: questionario web

Valeria Nicolosi

Pari opportunità nella Pa: questionario web

venerdì 24 Dicembre 2010

Monitoraggio sull’applicazione della direttiva del 23 maggio 2007 volta ad aumentare la presenza delle donne in posizioni apicali. Le amministrazioni sono invitate a compilare il format on line e inviarlo al Cpo, Comitato Pari Opportunità

Disponibile on line sul sito del Dipartimento della Funzione Pubblica e su quello del Dipartimento Pari Opportunità il nuovo questionario per il monitoraggio dell’applicazione della Direttiva del 23 maggio 2007 “Misure per attuare parità e pari opportunità tra uomini e donne nelle amministrazioni pubbliche”. Come ogni anno le amministrazioni sono invitate a compilare il format on line e inviarlo al Cpo (Comitato per le Pari Opportunità) che si occuperà di concerto con le PA di rielaborare tutti i dati e inviarli ai Ministeri competenti con i risultati delle statistiche annuali.
I dati relativi al 2010 dimostrano che il numero di amministrazioni partecipanti alla rilevazione è aumentato del 55%. Paradossalmente, invece,  il numero di assunzioni di personale di genere femminile ai vertici più alti è rimasto genericamente stabile al 33%, come rilevato negli anni passati. Solo in alcuni casi si registra un aumento di presenze, sono i casi del Ministero degli Affari Esteri e della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Permangono le difficoltà nell’elaborazione dei piani triennali di azioni positive. Sono ancora poche le amministrazioni che predispongono piani di azioni positive per la rimozione delle discriminazioni anche se la direttiva del 2007 ha come obbiettivo quello di aumentare la presenza delle donne nelle posizioni apicali. Le aree di intervento previste da questa direttiva riguardano innanzitutto l’eliminazione delle discriminazioni, l’organizzazione del lavoro e le Politiche di reclutamento e gestione del personale. Le amministrazioni annualmente individuano le eventuali discriminazioni attraverso indagini, studi, attività di analisi, autovalutazione, monitoraggio e avviano azioni di miglioramento relazionando sulle attività in corso e su quelle previste.
Per i casi in cui i divieti vengono violati sono previste delle dure sanzioni. La legge dunque è ben chiara a proposito, le dure lotte intraprese dalle nostre amiche “femministe” hanno avuto ragion d’essere. Nonostante ciò, i dati diffusi dal Ministero dimostrano che le donne che occupano posti dirigenziali guadagnano meno degli uomini. I differenziali retributivi, nella maggior parte dei casi, sono a sfavore delle donne e, come possiamo notare, il numero di presenze di donne ai posti dirigenziali diminuisce o rimane stabile.
 
Si avverte dunque l’esigenza di continuare a lavorare duramente per il riconoscimento dell’attività lavorativa delle donne e per l’eliminazione delle discriminazioni. Anche se, nel periodo di crisi economica che stiamo attraversando probabilmente per le giovani donne sarà più dura o quasi impossibile affermare e farsi strada tra le “fauci” agguerrite degli uomini. Nonostante le dure lotte, possiamo affermare con certezza che la vera parità dei sessi sia stata raggiunta solo sulla "carta". La stabilisce la legge ma non ancora l’ opinione pubblica. L’antifemminismo purtroppo sembra essere ancora vivo presso larghi strati della società.

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