Deputati regionali meglio dei senatori - QdS

Deputati regionali meglio dei senatori

Raffaella Pessina

Deputati regionali meglio dei senatori

giovedì 30 Dicembre 2010

Privilegi. Fare il deputato Ars meglio che il senatore.
Conteggi di favore. Art. 3 del Regolamento di previdenza: “La frazione di anno si computa come anno intero, se la durata non è inferiore a sei mesi ed un giorno”.
Pensionati già a 60 anni. Per ogni anno di mandato parlamentare o di contribuzione oltre il quinto, l’età richiesta per il conseguimento del vitalizio è diminuita di un anno, con il limite all’età di 60 anni.

I deputati dell’Assemblea regionale siciliana, grazie a una legge regionale risalente al 1965 sono equiparati nel trattamento economico ai senatori della Repubblica. Possiamo dire però che ciò non è vero, perchè i nostri rappresentanti politici regionali sono più privilegiati per quanto riguarda il diritto a riscattare la pensione. Infatti già due anni e sei mesi e un giorno di attività parlamentare equivalgono a un’intera legislatura (5 anni) per maturare il diritto alla pensione. Non è così al Senato, dove, dalla legislatura in corso occorre avere esercitaro in pieno i cinque anni. Questo in base ad una modifica della disciplina dei vitalizi deliberata il 24 luglio del 2007. Dunque sono passati tre anni e ancora l’Assemblea regionale non si è adeguata. Ma che equiparazione è, se non viene applicata in tutti i casi?
 
A partire dal mese di gennaio del 2011 scatterà il divieto di cumulo tra indennità parlamentare e assegno vitalizio (pensione) dei deputati dell’Assemblea regionale siciliana. La disposizione, decisa dal Consiglio di Presidenza dell’Ars, nella seduta del 09 giugno 2010 è oggi confortata dal parere dell’avvocatura dello Stato. Ma cosa comporta esattamente questo divieto di cumulo? Così come gli ex parlamentari nazionali una volta eletti all’Ars subiscono la sospensione della pensione da parte di Camera e Senato, nel prossimo futuro, anche i deputati regionali in atto eletti al parlamento nazionale, al parlamento europeo, o a un (diverso) Consiglio Regionale, subiranno la sospensione dell’assegno vitalizio da parte dell’amministrazione dell’Ars.
All’Assemblea Regionale Siciliana vi è un regolamento di previdenza per i deputati che recita all’art. 2: “Il deputato che ha esercitato il mandato parlamentare durante una sola legislatura ha diritto all’assegno vitalizio al raggiungimento del 65mo ano di età, a condizione di avere svolto un periodo di mandato non inferiore ai due anni e sei mesi e di versare i contributi per  un intero quinquennio”. Inoltre l’art. 3 del Regolamento precisa che “La frazione di anno si computa come anno intero, se la durata non è inferiore a sei mesi ed un giorno”. Questo significa che al parlamentare basa superare la soglia della metà della legislatura e si assicura il vitalizio a patto che versi i contributi volontariamente per il restante periodo per finire i cinque anni.
Inoltre “per ogni anno di mandato parlamentare o di contribuzione oltre il quinto, l’età richiesta per il conseguimento del vitalizio è diminuita di un anno, con il  limite all’età di 60 anni”. Attualmente sono diversi i parlamentari che percepiscono la doppia indennità: al Senato sono: Sebastiano Burgaretta, Giuseppe Firrarello, Raffaele Stancanelli (dal 30 giugno di quest’anno), per la Camera dei Deputati Calogero Mannino, Angelo Capodicasa, Nicola Cristaldi e Ugo Grimaldi. Vladimiro Crisafulli avrebbe maturato il vitalizio il 28 dicembre di quest’anno.
Per l’assegno vitalizio, il Deputato versa mensilmente una quota (l’8,60%, pari a 1.006,00 euro, più il 2,15%, come quota aggiuntiva per la reversibilità, pari a 251,63 euro ) della propria indennità lorda, che viene accantonata per il pagamento degli assegni vitalizi, come previsto dal Regolamento.
Non funziona così invece per i senatori a cui i deputati regionali dovrebbero essere equiparati. I senatori infatti dal 2007 hanno avuta soppressa la possibilità di riscattare il periodo non effettuato della legislatura per qualsiasi motivo, come fanno invece i deputati regionali.
Ad esempio: se un parlamentare siciliano dell’Ars, che interrompe la legislatura per la sfiducia al Governatore, se ha compiuto la metà del quinquennio più un giorno potrà riscattare tutti e 5 gli anni con contributi volontari. Per il senatore è avvenuta invece la soppressione della contribuzione volontaria, ai fini del riscatto, in modo da far coincidere i periodi di versamento con gli anni effettivi di mandato. Tale soppressione opera per tutti i parlamentari a decorrere dall’inizio della prossima legislatura. Il senatore versa mensilmente la stessa cifra della propria indennità lorda, che viene accantonata per il pagamento degli assegni vitalizi. Il regolamento senatoriale prevede la sospensione del pagamento del vitalizio qualora il senatore sia rieletto al Parlamento nazionale ovvero sia eletto al Parlamento europeo o ad un Consiglio regionale. Tale sospensione è stata estesa – a partire dal 1° gennaio 2008 – a tutti gli incarichi incompatibili con lo status di parlamentare, agli incarichi di Governo e a tutte le cariche di nomina governativa, parlamentare o di competenza degli enti territoriali, purché comportino un’indennità pari almeno al 40 per cento dell’indennità parlamentare. è stata altresì approvata il 24 luglio del 2007 una nuova disposizione sulla misura degli assegni vitalizi, che si applicherà ai Senatori eletti per la prima volta a partire dalla XVI  Legislatura. Per effetto di tale disposizione regolamentare, l’importo dell’assegno vitalizio varia da un minimo del 20 per cento a un massimo del 60 per cento dell’indennità parlamentare, a seconda degli anni di mandato parlamentare.
 

 
Per trent’anni di contributi l’assegno vitalizio può arrivare all’80% dell’indennità lorda
 
Nel regolamento di previdenza dei deputati siciliani vi sono delle curiosità degne di segnalazione: c’è un articolo che prevede (art.11)  la corresponsione di un assegno straordinario per quei deputati che, cessati dal mandato ed in particolari condizioni economiche disagiate, non percepiscono ancora il vitalizio. Naturalmente l’interessato deve dimostrare la totale inabilità al lavoro.
E chi lo fa l’accertamento medico? Una apposita commissione composta da te professionisti nominati all’inizio di ogni legislatura. Agevolazioni anche per quanto riguarda l’assegno di reversibilità: infatti in mancanza del coniuge possono godere del vitalizio i genitori del deputato deceduto, e che risultino a carico del figlio. L’assegno vitalizio ovviamente non è uguale per tutti e viene calcolato in percentuale sull’indennità parlamentare lorda e varia da un minimo del 25% per 5 anni di contributi ad un massimo dell’80% per 30 anni di contributi. Per i deputati esiste anche un trattamento di fine rapporto che viene chiamata indennità per cessazione di mandato e viene calcolata sul’ 80% dell’indennità parlamentare lorda mensile. Questa indennità viene corrisposta al parlamentare che abbia effettuato almeno 180 giorni di mandato in un o più legislature (art. 21 regolamento previdenza). Si prescinde da tale condizione solo se la cessazione del mandato sia conseguenza della chiusura anticipata della legislatura. Infine è previsto un rimborso da parte dell’Ars per quei deputati che , sottoposti a procedimento penale o civile o amministrativo,  siano stati assolti. È il Consiglio di Presidenza che stabilisce la quota del rimborso delle spese legali. Naturalmente i fatti contestati devono essere connessi all’esercizio del mandato.

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