Rifiuti, da domani tocca alle dieci Ato. Via alla riforma delle legge 9/2010 - QdS

Rifiuti, da domani tocca alle dieci Ato. Via alla riforma delle legge 9/2010

Rosario Battiato

Rifiuti, da domani tocca alle dieci Ato. Via alla riforma delle legge 9/2010

venerdì 31 Dicembre 2010

Molte criticità nell’anno che sta per finire, soprattutto sul fronte finanziario: le precedenti 27 Spa lasciano una pesante eredità. Operativa la riforma voluta otto mesi fa: un ambito per ogni provincia, più una per le isole minori

PALERMO – L’anno dei rifiuti che si chiude è stato contraddistinto da una notevole spinta normativa e da una parallela mancanza ristrutturazione a livello concreto. I buoni propositi contenuti nella l.r. 9/2010 dello scorso aprile sono stati, ad esempio, rinviati al prossimo anno. La definitiva conclusione dell’era Ato, uno dei tanti debiti gestionali portato in dote dall’era Cuffaro, era stata appunto fissata nella riforma dei rifiuti stabilita nella legge 9/2010 dello scorso aprile con la riduzione da 27 a 10 ambiti (adesso entrati nella fase di liquidazione), ma verosimilmente sarà definitivamente completata per aprile 2011.
 
Intanto gli ambiti continuano a perdere denaro mentre il sistema rifiuti architettato sin dalle fasi immediatamente successive all’emergenza del 1999 ha continuato a far ingrassare il meccanismo del conferimento e delle discariche, un pericoloso binomio spesso contemporaneamente gestito dalla criminalità organizzata. Così mentre la gestione finanziaria degli ambiti colava a picco e la differenziata continuava a restare all’anno zero (intorno al 6% di R.D.) la calda estate dei rifiuti ha travolto l’Isola, incastrandosi nella polemica Palermo-Roma, ossia Lombardo versus maggiorenti pidiellini (come la Prestigiacomo).
Ma il dibattito acceso non ha impedito che i debiti maturati dagli Ato divenissero pari a 800 milioni di euro, cioè il doppio del debito nel 2008 (la commissione d’inchiesta della precedente legislatura l’aveva quantificato in 430 milioni di euro).
In questa situazione, a metà tra la rissa politica e la crisi emergenziale, è maturata la nomina di un commissario straordinario dell’emergenza rifiuti: Raffaele Lombardo. Il governatore è stato nominato dal Cdm lo scorso 9 luglio, ed è stato il quarto commissario straordinario dal 1999 (il più noto e longevo è stato senza dubbio Totò Cuffaro).
La redazione dell’aggiornamento del piano rifiuti del 2002, altro momento di scontro in rapporto ai sommovimenti politici che nello stesso periodo portarono alla composizione del Lombardo quater con l’appoggio del Pd, ha rappresentato un’altra occasione persa. Il piano di aggiornamento infatti, dopo la bocciatura dei tecnici della protezione civile nazionale, è stato rispedito al mittente in attesa di aggiustamenti che dovrebbero essere presentati nelle prossime settimane. Così l’ennesima emergenza rifiuti ha rischiato di lasciare sul tappeto una Sicilia stile Campania, che si è salvata ricorrendo ancora una volta alla discariche, i luoghi dove si smaltisce l’88% dei rifiuti degli isolani. La normativa europea prevede però la discarica come ultima scelta, mentre vengono privilegiati il contenimento della produzione alla base, e poi le varie fasi che passano dai vari impianti di trattamento e di riutilizzo fino alla valorizzazione energetica.
Tramontata definitivamente l’opzione termovalorizzatori, un’altra tessera del colossale piano della monnezza in Sicilia strutturato da Cuffaro, adesso la valorizzazione energetica passa da impianti nuovi e all’avanguardia come i dissociatori molecolari, già utilizzati in Italia.

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