Controlli su porti e navi con il Piano security - QdS

Controlli su porti e navi con il Piano security

Francesco Sanfilippo

Controlli su porti e navi con il Piano security

mercoledì 05 Gennaio 2011

Forum con Francesco Carpinteri Comandante Dir. Marittima Sicilia Occidentale

Come ha trovato la realtà siciliana?
“Essendo una realtà nuova, ho cercato di capire come opera la Direzione Marittima che è diversa dal funzionamento di una Capitaneria. Qui a Palermo, le due responsabilità sono sotto il mio comando e occorre gestirle in modo differente. Non ci sono ancora degli obiettivi definiti, però la mia filosofia è di razionalizzare i servizi all’interno della Capitaneria e di migliorare gli stessi. Soprattutto, le decisioni prese dal comandante, prima di divenire operative, vanno condivise con le parti interessate. L’obiettivo è arrivare a decisioni condivise con chi sarà oggetto delle norme emanate, senza imposizioni dall’alto. L’esperienza maturata presso il Comando generale a Roma è d’aiuto, del resto l’area di competenza della Capitaneria di Palermo inizia a Cefalù e finisce a Gela. Si tratta di una delle aree di direzione marittima più vaste di tutta Italia”.
 Quali sono le mansioni che spettano al suo ruolo?
“Una delle mansioni principali è il soccorso in mare che è compito esclusivo delle Capitanerie di Porto. Di seguito, viene la sicurezza della navigazione che consiste nel rilascio delle certificazioni di sicurezza a tutto il naviglio mercantile di bandiera e nel controllo delle navi straniere. Esistono protocolli internazionali e direttive comunitarie che sono state accolte e che prevedono alcuni parametri per controllare le navi”.
Potete controllare anche il contenuto delle navi straniere?
“Il controllo attiene sulla sicurezza della navigazione, sulla dotazione delle attrezzature di salvataggio e di quelle antincendio. Il controllo della merce può avvenire in porto per individuare eventuali merci pericolose non dichiarate. In realtà, in questo settore s’introduce il concetto di security che prevede sia la sicurezza della nave, sia la salvaguardia degli impianti portuali sia quella dei porti, grazie ad una direttiva comunitaria trasformata in legge nel novembre 2007 per prevenire gli attacchi terroristici. La protezione dei porti avviene nel momento in cui la nave attracca nel porto e queste norme sono state estese al piano specifico di sicurezza dei porti. Questo piano è stato mutuato dal modello americano che prevede la sicurezza del singolo impianto, non dell’intero porto. Al contrario, in Europa è stata emanata una direttiva che estende la sicurezza a tutto il porto, non solo al singolo impianto portuale. Con questa direttiva, tradotta in legge nel 2007, si vuole garantire non solo la protezione degli impianti a mare, ma anche l’area retrostante, così che il porto stesso benefici di quest’ulteriore protezione. Per esempio, nel giugno di quest’anno c’è stata un’ispezione da parte di funzionari della Commissione europea a Palermo che hanno riscontrato alcune piccole deficienze in materia di security che sono state sanate, mentre il piano di sicurezza del porto è stato approvato nel dicembre 2010 da parte del Prefetto”.
Il piano ha una scadenza quinquennale o triennale?
“Il piano ha una scadenza quinquennale, al termine della quale va rivisto e riapprovato, mentre la Capitaneria controlla gli impianti ogni anno. La responsabilità della sicurezza degli impianti spetta o all’autorità portuale o al concessionario dell’impianto che, in accordo con le misure di sicurezza che la Capitaneria prevede siano attuate, prepara il piano aggiornato”.
Avete mezzi navali sufficienti per controllare la vostra vasta area di competenza?
“Finora non ci sono state insufficienze e i mezzi risultano adeguati”.
Il personale è costantemente formato?
“è obbligatorio fare delle conferenze trimestrali interne al personale che illustrino tutte le novità intervenute sulle nuove normative come quella sui trasporti. Per chi è specializzato in certi settori, i corsi sono realizzati a livello centrale come i corsi per il controllo del traffico e per le ispezioni, il cui ufficiale incaricato, ad esempio, deve fare almeno 10 ispezioni l’anno. In questo caso, infatti, l’ufficiale deve dimostrare di conoscere le leggi e di aver seguito tutte le procedure in modo adeguato”.

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