Il telefono sta squillando, accendiamo l’azzurro in rete - QdS

Il telefono sta squillando, accendiamo l’azzurro in rete

Elisa Latella

Il telefono sta squillando, accendiamo l’azzurro in rete

venerdì 14 Gennaio 2011

L’operato dell’associazione di Telefono azzurro e la manifestazione “Accendi l’azzurro”. In oltre il 63% dei casi infatti il minore è scappato volontariamente

Da oltre venti anni storie di bambini che in Italia vivono situazioni di disagio, sfruttamento, abuso “ corrono” sul filo di un Telefono azzurro, l’associazione che ha dato il suo contributo anche per la piccola Yara, attivando una rete europea per ritrovarla (chiunque possa fornire informazioni in merito alla scomparsa di Yara e aiutare la ricerca può chiamare il 116.000, la linea diretta europea per i bambini scomparsi gestita dall’Associazione, un servizio gratuito, attivo 24 ore su 24). Alcune settimane fa in tutta Italia e anche in Sicilia ha avuto luogo  la manifestazione “Accendi l’azzurro”, dedicata all’infanzia abbandonata. In tantissime piazze italiane, ed anche in Sicilia (per conoscere gli indirizzi basta telefonare al numero verde  800.090.335), sono state vendute a scopo benefico le candeline blu, in un momento in cui richiamare l’attenzione sulla tutela dei diritti dei bambini è importantissimo.
 
Di recente il Senato ha approvato la ratifica della Convenzione internazionale di Lanzarote, che prevede l’inasprimento delle sanzioni per i reati relativi allo sfruttamento e l’abuso sessuale su minori. Un passo soltanto dunque (manca l’approvazione della Camera dei deputati) al via libero definitivo che confermerà il ruolo d’avanguardia della normativa italiana contro gli abusi e le violenze a danno dei minori. Ma andiamo a vedere nei dettagli in cosa consistono le novità. Pene più severe per i reati di pedofilia, prostituzione minorile, adescamento e corruzione di minorenni, maltrattamenti compiuti in famiglia e spettacoli pornografici che coinvolgano minorenni. Inoltre il disegno di legge ha inserito norme innovative come la decadenza della potestà genitoriale in caso di mutilazioni genitali femminili (pratiche di cui sono purtroppo vittime molte bambine immigrate), l’esclusione del patteggiamento in caso di prostituzione minorile e l’irrilevanza dell’ignoranza della minore età della vittima da parte dell’autore del reato.
 
Non è tutto: vengono inoltre introdotti nuovi reati, come l’adescamento del minore su Internet (“grooming”) e l’istigazione alla pedofilia e pedopornografia. La tutela si estende al piano processuale (il provvedimento istituisce anche il gratuito patrocinio per le vittime) e dell’esecuzione (con la confisca di beni, oltre al divieto, per i condannati per reati di pedofilia e pedopornografia, di svolgere lavori a stretto contatto con minori). Telefono azzurro in un comunicato stampa lascia parlare i numeri. “Ogni giorno in Europa scompaiono in media 27 tra bambini e adolescenti. Nella maggioranza dei casi (81 per cento secondo i dati resi noti da Missing Children Europe) si tratta di “runaways”, ovvero di ragazzi scappati volontariamente dalla propria abitazione o da istituti e case di accoglienza. Un dato allarmante, confermato anche a livello nazionale dalla casistica trattata in Italia dal 116.000, gestito da Telefono azzurro: in oltre il 63 per cento dei casi infatti il minore è scappato volontariamente”.
 
L’incontro svoltosi a Roma al Senato della Repubblica, dal titolo “La scomparsa dei minori nell’esperienza nazionale e internazionale” ha messo chiaramente in evidenza che contro i nemici dei bambini i grandi devono fare squadra. A fare fronte comune devono essere organizzazioni, forze dell’ordine e istituzioni dei paesi europei ed extraeuropei. Lo hanno dimostrato,  partecipando al meeting, realtà come Icmec (International centre form missing and exploited children), Ceop (Child exploitation and online protetion), Mce (Missing children europe), rappresentanti delle istituzioni italiane e aziende private come Visa, MasterCard, Google Italia e Microsoft. Perché è sulla rete che spesso corre il pericolo e sulla rete lo si deve combattere. Infine ha dichiarato Ernesto Caffo, presidente di Telefono azzurro: “Le situazioni di scomparsa non possono essere gestite solo a posteriori, ma è necessario focalizzare l’attenzione sulla prevenzione, coinvolgendo i ragazzi stessi, le famiglie, le agenzie educative e l’intera società”.
 

 
Focus. Come aiutare concretamente l’associazione
 
Lasciare una parte del proprio patrimonio, una somma in denaro, o anche qualsiasi altro tipo di proprietà, a Telefono azzurro significa dare una mano concreta ai bambini vittime di violenza, lasciare un segno sulla strada dei diritti dell’infanzia.
In omaggio ai tanti bambini scomparsi una signora siciliana, che il sito web del Telefono azzurro chiama semplicemente Irene, ha voluto lasciare un segno prima di morire a quella associazione che le era piaciuta tanto. Ha deciso di lasciare parte del suo patrimonio a Telefono azzurro ed oggi, comunica l’associazione, grazie a lei, “diventa realtà il Centro territoriale di Palermo che potrà vedere assicurata la propria attività per i prossimi anni”.
Il suo testamento olografo, scritto cioè interamente a mano è in un certo senso una lettera rivolta al  futuro di tanti bambini. Molti  la ricorderanno per questo gesto di solidarietà che aiuterà a sensibilizzare altre persone.  Un gesto a cui l’associazione risponde con una frase: “A nome di tutti i bambini che hanno beneficiato di questo grande atto… Grazie signora Irene”.

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