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Catania – Zona industriale tra l’immondizia con enorme rischio per la salute

Melania Tanteri

Catania – Zona industriale tra l’immondizia con enorme rischio per la salute

martedì 25 Gennaio 2011

La pulizia dell’area è di competenza del Comune, ma le dovute bonifiche tardano ad arrivare. Numerose discariche in cui è possibile trovare materiale tossico o inquinante

CATANIA – Copertoni, materiale edile, ferroso e amianto, tanto amianto. Girando per la Zona industriale è possibile imbattersi in numerose discariche in cui è possibile trovare materiale di ogni sorta, non solo tossico o altamente inquinante, ma anche privato: carte, fatture, bolle di accompagnamento, spesso contenenti dati personali. Una situazione che si ripete da anni, nonostante i controlli effettuati dal personale preposto alla vigilanza ambientale e le numerose segnalazioni che avrebbero dovuto portare al sequestro e alla bonifica.
Blocco Pantano, blocco Palma, le zone limitrofe e quelle vicine alla città o a località abitate: nessu luogo della Zona industriale sembra essere esente da questa sorte. Spesso, tra le altre cose, questi cumuli di immondizia e materiale tossico si trovano in prossimita di zone abitate o di prati utilizzati dai pastori per far pascolare animali da allevamento che, si presume, diventeranno cibo o, in ogni caso, verranno utilizzati per produrre alimenti.
“Il pericolo maggiore – affermano alcuni lavoratori della zona – si verifica nella stagione estiva quando, a causa di incendi, questi rifiuti bruciano, sprigionando fumi tossici o, nel caso in cui a bruciare siano i copertoni, diossina”. Cosa che è avvenuta, durante la scorsa estate, a poche decine di metri da una casa di riposo per anziani.
Una condizione, quella in cui si trova il territorio del consorzio per le Aree di sviluppo industriale (Asi) della provincia di Catania,  che si va ad aggiungere alla mancanza di sicurezza e alla scarsa o nulla manutenzione di strade e servizi: l’illuminazione è carente quando non è del tutto assente e le banchine sono in prevalenza impercorribili, infestate da pattume ed erbacce alte fino a un metro, per non parlare delle pensiline alle fermate dell’autobus, ridotte peggio che se si fosse in guerra. Insomma, incuria e mancanza di volontà politica, hanno trasformato un’area di migliaia di metri quadri in una zona apparentemente abbandonata dalle istituzioni, in un’enorme discarica fuori controllo.
“Un carrozzone” lo ha definito l’assessore regionale alle Attività produttive della Regione, Marco Venturi che ha anche affermato la ferrea volontà di riformare radicalmente il consorzio Asi: troppi enti a comporlo, troppe teste e ambizioni per una gestione trasparente ed efficace. Ma intanto la spazzatura si accumula e l’ambiente si inquina.
“Una delle cose che è in atto in questo momento – spiega l’assessore all’ambiente del Comune di Catania, Claudio Torrisi – è definire con la Provincia, con cui c’è un ottimo rapporto di collaborazione tra enti, gli interventi da fare proprio al Consorzio Asi. È chiaro che la pulizia va effettuata dal Comune, dal momento che si tratta di territorio comunale, ma c’è da dire anche che non è ben chiaro chi debba competere la bonifica delle micro discariche, con il risultato che non lo fa nessuno”.
Periodicamente, assicura Torrisi, c’è una squadra che si occupa della pulizia, ma senza che questo serva a qualcosa.
“Con la ditta – continua l’assessore –  che si è aggiudicata il nuovo servizio per la raccolta dei rifiuti, la Ipi–Oikos stiamo discutendo proprio di come riorganizzare il servizio alla zona industriale, per cercare non solo di capire le competenze dei vari enti, ma anche le risorse da mettere a disposizione, nonché per vedere quali debbano essere le responsabilità dell’Asi”.

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