Ars: Ddl su decadenza da cariche pubbliche - QdS

Ars: Ddl su decadenza da cariche pubbliche

Raffaella Pessina

Ars: Ddl su decadenza da cariche pubbliche

mercoledì 02 Febbraio 2011

Disegno di legge, firmato da Speziale (Pd), che attende ok di I Commissione. Presto in Aula lo stop delle personalità rinviate a giudizio

PALERMO – Sono ripresi ieri i lavori parlamentari all’Assemblea regionale siciliana, sia a Sala D’Ercole che nelle Commissioni Legislative.
In particolare in commissione Bilancio si deve proseguire la discussione sulla riorganizzazione dell’Irfis, mentre in commissione Antimafia sono in attesa del via libera dalla Affari istituzionali sul disegno di legge che riguarda la modifiche alla normativa in materia di cariche elettive, incarichi e nomine pubbliche.
In pratica, se questa legge verrà approvata, un assessore tecnico, un dirigente o un manager che verranno rinviati a giudizio per reati di mafia decadranno dalla loro carica.
Il testo è stato proposto dal Partito democratico, primo firmatario Lillo Speziale, ma condiviso da tutti i partiti anche quelli dell’opposizione e, dato che non vi sono altri disegni di legge pronti, è probabile che venga messo presto all’ordine del giorno per l’Aula. Il testo prevede che qualsiasi tecnico sia stato nominato per un incarico pubblico, decada al momento del rinvio a giudizio. La norma verrà applicata ad assessori regionali  comunali e provinciali, ai manager delle aziende partecipate. La condizione è che si tratti di persone nominate, non elette. La norma avrebbe effetto retroattivo e quindi colpire anche chi attualmente è in carica. E allo stesso modo, chi viene rinviato a giudizio, avrà preclusa per sempre la possibilità di essere nominato in un qualsiasi incarico di quelli elencati. Il disegno di legge elenca circa 40 reati previsti per la decadenza, tra i quali quelli di tipo mafioso, quelli legati alla prostituzione, alla pedofilia ed al riciclaggio.
Intanto l’attenzione politica siciliana si sposta a Roma, dove oggi verranno  votate in Senato le dimissioni di Salvatore Cuffaro, in carcere a Rebibbia dal 22 gennaio dopo la condanna definitiva della Cassazione per favoreggiamento di Cosa Nostra. La decisione è stata presa dalla conferenza dei Capigruppo di Palazzo Madama. Oggi si riunisce anche la Commissione paritetica Stato-Regione per l’attuazione dello Statuto. Si occuperà della regolazione dei rapporti finanziari fra la Regione siciliana e lo Stato. Una questione che si trascina da decenni e che alla vigilia della organizzazione federalista dello Stato acquista una enorme rilevanza. Della Commissione fanno parte quattro docenti universitari: due in rappresentanza dello Stato (Giovanni Pitruzzella, che la presiede, e Ida Nicotra), e due in rappresentanza della Regione (Salvatore Sammartino e Giuseppe Verde).
In pratica, lo Stato dovrà dire come vuole attuare gli articoli 36,37 e 38 dello Statuto speciale. In cantiere all’Ars rimane invece ancora la riforma delle legge elettorale seppur esitata dalla commissione competente: il Presidente dell’Ars ha manifestato infatti l’esigenza che questo disegno di legge debba essere preceduto da quello sulla riduzione dei parlamentari da 90 a 70  e presentato dal deputato Pd Giovanni Barbagallo. Il Presidente della Commissione Affari istituzionali lo ha subito messo all’ordine del giorno e fatto approvare, ma i tempi saranno comunque lunghi perché di questa riduzione sono competenti la Camera dei Deputati ed il Senato, i quali dovranno affrontare ed approvare l’argomento a tre mesi di distanza l’uno dall’altro. Non vi sono quindi i tempi affinchè le modifiche alla legge elettorale possano essere applicate alle prossime amministrative.

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