Polveri sottili e biossido di azoto. In Sicilia non tira una buona aria - QdS

Polveri sottili e biossido di azoto. In Sicilia non tira una buona aria

Luca Salici

Polveri sottili e biossido di azoto. In Sicilia non tira una buona aria

mercoledì 02 Febbraio 2011

Rilevazioni e monitoraggio in tempo reale nel Rapporto “Mal’aria di città 2011” di Legambiente. Superamenti di Pm10 a Palermo, Catania e Messina. Tiene banco il caso Siracusa

PALERMO – Nell’Isola continua a tirare una brutta aria. Lo dice il rapporto di Legambiente “Mal’aria di città 2011”, basato sul monitoraggio delle sostanze in tempo reale, presentato la scorsa settimana dall’associazione ambientalista. Secondo il rapporto nel 2010 ben 48 capoluoghi di provincia hanno superato il limite giornaliero di 50 microgrammi a metro cubo di polveri sottili oltre i 35 giorni consentiti dalla legge. Nel corpus dei capoluoghi scelto da Legambiente, Torino è la città ad avere il record negativo di 134 superamenti di concentrazione di Pm10 nell’aria. Seguono Frosinone (108), Asti (98) e Lucca (97). Tra le siciliane si registrano i 60 superamenti della centralina “Di Blasi” a Palermo e i 32 di “Piazza Stesicoro” a Catania.
La principale fonte d’inquinamento urbano deriva dai trasporti su strada – fa notare Legambiente – che emettono annualmente circa il 34,7% del Pm10, il 55,5% del benzene, il 51,7% degli ossidi di azoto, il 43,1% del monossido di carbonio. Le polveri sottili restano il primo responsabile della scarsa qualità dell’aria nelle città italiane. Provengono da processi di combustione, in gran parte dagli scarichi delle autovetture, dagli impianti di riscaldamento e dai processi industriali. La loro pericolosità si deve alla capacità di penetrare in profondità nell’apparato respiratorio.
I limiti stabiliti dalle leggi di riferimento (Dm 60/2002 e Dlgs. 155/2010) prevedono 50 microgrammi/m3 di media giornaliera da non superarsi per più di 35 volte in un anno. Con l’entrata in vigore del nuovo Decreto legislativo (155/2010) le città sono obbligate a monitorare anche la frazione più leggera delle polveri sottili – il PM2,5 – seppur per rispettare un limite annuale fissato a 25 microgrammi/m3.
Nel rapporto non sono presenti rilevazioni sul PM10 a Siracusa, città alla quale il nostro quotidiano riserva un’attenzione maggiore a causa della concentrazione industriale di cui è vittima il suo territorio. Gli ultimi dati dell’Arpa che abbiamo riportato nell’inchiesta sulla mancanza del Piano regionale sulla qualità dell’aria, pubblicata il 21 gennaio, fotografano ancora una realtà critica per gli aretusei. Nella stazione Teracati sono stati registrati ben 292 superamenti, 111 e 108 per Bixio e Specchi, 42 nella zona industriale di Augusta.
Allarme anche per il biossidio di azoto (No2), soprattutto nelle città siciliane. Le concentrazioni continuano a superare le soglie considerate pericolose per la salute umana. Aria irrespirabile a Messina (media 81,6 μg/m3), Torino (media 63,6 μg/m3) e Milano (media 61,4 μg/m3), seguite da Como (59 μg/m3) e Catania (57,5 μg/m3). Ragusa è agli ultimi posti della classifica con 18,0 μg/m3. Per Legambiente sono 56 le aree critiche in cui almeno una centralina ha registrato valori medi annui superiori al valore obiettivo di 40 μg/m3 previsto per il 2010. In 25 comuni almeno una centralina ha registrato valori medi annui superiori alla tolleranza massima di 42 μg/m3 prevista al 2009.
“Per curare la malattia cronica della cattiva qualità dell’aria – afferma Rossella Muroni, direttore generale di Legambiente – servono interventi ampi e strutturali, dal contrasto all’auto privata al rilancio del trasporto pubblico, che deve essere appetibile per i cittadini tramite l’estensione delle corsie preferenziali e un’adeguata offerta dei km percorsi”.
 

 
A Messina continui sforamenti. “Occorre spostare il traffico dei tir”
 
MESSINA – Il dossier ha dedicato una sezione più approfondita alla città di Messina, più volte al centro di grossi superamenti in questi anni a causa di una viabilità continuamente messa alla prova dal traffico intenso di mezzi pesanti. Il monitoraggio si è svolto il 19 gennaio 2011 per circa 5 ore lungo le vie dove sono presenti le principali criticità della mobilità, dell’inquinamento dell’aria e dei disagi per i cittadini. Quest’anno però il forte vento ha falsato il campionamento, facendo registrare valori medi di polveri relativamente bassi, sebbene le strade fossero molto trafficate. I valori di picco del Pm10 raggiunti durante la giornata rimangono alti, anche in situazioni climatiche non indicate per la registrazione: via Cavour (139,5 μg/m3), via La Farina (98,1 μg/m3), viale Boccetta (93,7 μg/m3),  e viale Europa (78,2 μg/m3).
Legambiente definisce “assurda e fuori da ogni logica” la circostanza che non esista un’altra via percorribile dai tir per raggiungere il molo. Tutti i mezzi pesanti infatti devono attraversare l’unica arteria possibile, una strada centrale abitata e con corsie strette. Spostare il traffico veicolare e delle merci diventa quindi priorità assoluta, insieme al completamento degli svincoli e al miglioramento del trasporto pubblico.

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