Mediatore culturale: trait d’union tra stranieri e territorio - QdS

Mediatore culturale: trait d’union tra stranieri e territorio

Alberto Conti

Mediatore culturale: trait d’union tra stranieri e territorio

giovedì 10 Febbraio 2011

Il lavoro dell’associazione “Impronte culturali” , nata nel 2003 in aiuto degli immigrati. Inoltre aiuta gli extra comunitari ad orientarsi nella burocrazia italiana

CATANIA – Quella del mediatore culturale è una figura molto importante nella società moderna e multietnica in cui viviamo. La sua funzione è fare da tramite tra gli immigrati e il territorio che li accoglie. Se in grandi città d’Europa e del mondo i professionisti della mediazione culturale sono ormai inseriti in settori come la pubblica amministrazione e la sanità, in Italia si sta cercando di fare altrettanto, nonostante in alcune regioni si faccia fatica ad avviare questo processo. Tra queste c’è la Sicilia come dimostra la storia dell’associazione “Impronte culturali”.
“La nostra associazione – racconta la vicepresidente Saurina Gomez – nasce dall’iniziativa mia e dei miei colleghi dopo aver frequentato un corso per mediatori culturali organizzato dall’Università di Catania all’interno del progetto “Equal Azimut” della Comunità Europea. L’idea è venuta mentre stavamo completando questo percorso: abbiamo pensato di fondare quest’associazione per promuover la figura del mediatore”. Nel 2003 nasce l’associazione Impronte culturali e inizia a lavorare all’interno della struttura comunale “Casa dei popoli”.
Una delle attività dell’associazione è l’assistenza agli immigrati in ospedali,  Asl, in questura o in carcere, luoghi in cui il mediatore aiuta l’immigrato a comunicare con medici e funzionari. Inoltre, rientra tra l’attività dell’associazione anche quello di aiutare gli stranieri ad orientarsi nella burocrazia italiana: “Negli uffici gli impiegati si occupano delle cose sempre nello stesso modo – ci spiega Alioune Badara Gueye, presidente di Impronte Culturali – perciò quando sei straniero, loro ti danno già la risposte e tu ancora la domanda non l’hai fatta, non hai espresso il tuo dubbio, il tuo problema”.
Un altro aspetto dell’attività di Impronte culturali è il lavoro fatto all’interno delle scuole con i progetti di educazione interculturale. “Non usiamo la parola “educare” – precisa ironicamente Saurina Gomez – perché nessuno vuole essere educato. Il nostro scopo è di veicolare la cultura degli altri popoli, di farla conoscere sradicando i preconcetti che ci sono sugli stranieri. Con i bambini è più facile che con gli adulti e abbiamo avuto tante esperienze positive che ce lo dimostrano”.
Inizialmente l’associazione è stata finanziata per sei mesi, poi per un altro anno. Successivamente i finanziamenti all’associazione sono stati per lo più saltuari e la stragrande maggioranza del lavoro è diventato puro volontariato. Se da un lato lo Stato con la legge n.40/98 285/97 ha istituito la figura del mediatore come imprescindibile per una società multietnica e multiculturale come quella in cui viviamo, dall’altro le istituzioni non fanno nulla per sostenere e istituzionalizzare questa figura professionale. Intanto le richieste di intervento sono frequenti e per chi ha dedicato molto tempo ad aiutare gli stranieri ad integrarsi è difficile dire di “no” e lasciare una persona in difficoltà. “Va bene fare dei corsi essere preparati, ma non tutti possono essere mediatori – precisa Elisa Galati Sansone, uno dei soci di Impronte Culturali – perché è un mestiere che va fatto con il cuore, bisogna essere predisposti”.
 

 
Focus. Assistenza degli stranieri presso gli uffici
 
CATANIA – L’associazione “Impronte culturali” nasce nel 2003 dall’idea di Alioune Badara Gueye (Senegal), Saurina Gomez (Venezuela), Elisa Galati Sansone, Lella Pennisi, Abdellah Jourairi (Marocco), Ioulia Lissitsa (Russia) e Tiziana Andolina di sopperire alla mancanza di figure professionali nell’ambito della mediazione culturale. I soci al termine di un corso per Mediatori culturali organizzato dall’Università di Catania con il progetto europeo “Equal Azimut”, con la neonata associazione iniziano a lavorare con la “Casa dei popoli” del comune di Catania. I servizi offerti dai mediatori culturali dell’associazione sono assistenza degli stranieri presso gli uffici pubblici, negli ospedali, nelle Asl, in Questura o in carcere. A questa attività si affianca quella svolta presso le scuole per l’educazione interculturale. Tra i progetti futuri dell’associazione “Impronte culturali” c’è la creazione un portale internet dedicato agli stranieri presenti nel territorio di Catania. Al suo interno, tra i servizi offerti, ci sarà una web radio e un servizio di telegiornale in varie lingue.

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