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Catania – Campi rom in centro e periferia

Antonio Borzi

Catania – Campi rom in centro e periferia

martedì 15 Febbraio 2011

La tragedia dei 4 bimbi di via Appia antica accende i fari sulla realtà catanese snobbata dalle istituzioni. Baracche nel centralissimo Corso dei Martiri, un minivillaggio in zona Pigno

CATANIA – Le problematiche sociali di una città rappresentano spesso un aspetto sottovalutato da tutti. Infatti esse rientrano in quella fetta di cose non tangibili che potrebbero indurre a non calcolarle. Delle volte però avvengono fatti clamorosi che fanno svegliare dal torpore. Ci riferiamo ad esempio alla tragedia romana di via Appia Antica che ha provocato le reazioni delle istituzioni che si sono dichiarate pronte a risolvere il problema. Un risvegliarsi da un torpore di anni di mancata preoccupazione nei confronti della questione dei rom che ha portato ad una situazione grave e difficilmente curabile.
A Catania, come spesso accade nella nostra città, il problema non è soltanto grave ma assume anche i toni del grottesco. Infatti, non soltanto la periferia è interessata da questo problema sociale e igienico-sanitario ma i rom abitano in pieno centro.
Infatti Corso dei martiri è diventata la loro casa. Molti rom che vogliono abitare in pieno centro da decenni ormai si sono impossessati delle voragini che attendono imprecisati piani di intervento per riqualificare una zona potenzialmente dal grande impatto economico e che potrebbe essere sfruttata per ben altre cose.
Ma a Catania invece si preferisce osservare e lasciare che indisturbate restino le baracche con i rom che entrano ed escono e che non fanno nulla per celare la situazione. E perché mai dovrebbero farlo se tutti lo sanno e allargano le braccia di fronte al problema?  Si dirà che è difficile intervenire per fare qualcosa ma si dovrà anche ammettere che poco o nulla è stato fatto.
Non soltanto il problema di corso dei Martiri ma anche i campi rom che si notano nelle vicinanze del cimitero cittadino e nella zona del Pigno. In questo caso sono diverse le abitazioni, tanto che si è sviluppato un  minivillaggio con regole proprie tutto all’insegna della irregolarità e del non controllo.
E allora quando le notizie di tragedie possibili fanno ricordare che bisogna intervenire in qualche modo si rispolverano vecchi progetti. Uno di questi è quel “campi di transito” che da tempo doveva essere allestito e che ancora non ha trovato l’accordo tra Comune e Provincia. L’area dovrebbe essere quella di Maristaeli in un terreno di proprietà del comune. Un campo da circa 150 posti che dovrebbe fornire i beni di prima necessità come acqua e luce e dovrebbe impedire inutili pericoli. Servizi che, a quanto sembra, dovrebbero essere predisposti dalla Provincia allo stesso modo delle case. Al Comune dovrebbe restare la gestione del campo.
Ma nell’attesa che qualcosa di concreto si compia siamo ancora nel piano delle ipotesi. Di tavoli se ne sono fatti tanti in questi anni, di chiacchere sulla bomba sociale rappresentata dai rom pure. Purtroppo mancano i fatti. Si accenna di interventi quando qualcuno svolge quella semplice equazione che vede allo stesso livello via Appia Nuova a Roma rispetto al corso dei Martiri o zia Lisa a Catania.  Insomma tutti hanno visto e nessuno interviene e nel frattempo nell’irregolarità cresce anche la delinquenza e scompare in modo definitivo la parola integrazione. Il tutto nell’attesa che non si debba intervenire solo in risposta a qualche drammatica tragedia.

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