A20, è scattato l’allarme sicurezza - QdS

A20, è scattato l’allarme sicurezza

Antonio Casa

A20, è scattato l’allarme sicurezza

martedì 22 Febbraio 2011

Ieri l’ennesimo incidente sull’autostrada Messina-Palermo. Le due persone decedute sono le ultime di una lunga scia. Spesso è colpa dell’alta velocità, ma da anni si discute anche della mancata manutenzione

MESSINA – Sull’autostrada Palermo-Messina ora è un vero e proprio allarme. Ieri l’ennesimo, tragico incidente, stavolta poco prima dei caselli di Villafranca Tirrena. Morti entrambi gli occupanti della vettura, una Mazda che, per cause in corso di accertamento, si è ribaltata finendo in una scarpata. Si tratta di Antonino La Rosa, 72 anni, di Milazzo, ed Elia Malara, 78 anni, di Lipari. Il primo è morto sul colpo, il secondo subito dopo il ricovero al Policlinico di Messina.
La domanda, come nelle precedenti tristi occasioni, è: si poteva evitare? È vero che la velocità rimane sempre la causa principale o la concausa degli incidenti stradali che continuano a mietere vittime.
Nel caso della Messina-Palermo, come per la Catania-Messina, più di una volta, però, è stata tirata in ballo anche l’assente o insufficiente manutenzione.
Un problema che sussiste da molti anni, tant’è che nella revoca della concessione al Consorzio per le autostrade siciliane, decisa nel luglio scorso dall’Anas e resa esecutiva a novembre, poi sospeso il mese scorso dal Tar di Catania (che ha trasmesso gli atti alla competenza di merito del Tar di Palermo, così come richiesto dall’Avvocatura dello Stato), sono state indicate 390 infrazioni accertate ufficialmente (e altre 83, almeno, sono state notificate nel frattempo, ndr), molte delle quali hanno riguardato l’aspetto della manutenzione e della sicurezza.
Non solo. Nei giorni scorsi, Confconsumatori Nazionale, rappresentata in giudizio dall’avv. Carmen Agnello, è stata ammessa parte civile dal Giudice monocratico del Tribunale di Messina nel procedimento penale che vede imputati due dirigenti del Cas per il reato di omicidio colposo per la morte di un giovane deceduto all’età di 24 anni, a seguito di un incidente autonomo che ha coinvolto l’autoveicolo a bordo del quale viaggiava come passeggero.
Si tratta di un procedimento che vede i dirigenti del Cas imputati di aver colposamente cagionato la morte del giovane omettendo di garantire le condizioni di sicurezza stradale dei luoghi in cui si è verificato il sinistro e precisamente la tangenziale A20 Messina-Palermo, teatro, negli ultimi anni, di numerosi  incidenti stradali mortali provocati dalle precarie condizioni di manutenzione in cui versa il tratto in questione di proprietà dell’Anas ma affidato in concessione al Cas.
Confconsumatori, che ha in più occasioni denunciato omissioni nella manutenzione sia ordinaria che straordinaria del tratto autostradale Me-Pa, ha chiesto ed ottenuto il riconoscimento della propria legittimazione ad agire costituendosi parte civile nel procedimento penale in parola.
L’Anas non può più intervenire. Dopo la revoca della concessione (tramite i ministeri di Trasporti ed Economia), e la sospensione del provvedimento decisa dai giudici amministrativi etnei, il gestore della rete stradale ed autostradale può solo attendere il giudizio di merito del Tar Sicilia sulla decadenza della concessione  stipulata nel 2000.
Dopo la sospensiva del Tar di Catania, nel suo blog il presidente della Regione Raffaele Lombardo ha proposto al ministro dei Trasporti Altero Matteoli e al presidente dell’Anas Pietro Ciucci una gestione comune Cas-Anas per le autostrade Palermo-Messina, Messina-Catania e Siracusa-Gela (in esercizio attualmente fino a Rosolini).

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