“Un mese e mezzo è poco per capire bene la situazione. Da un punto di vista lavorativo e criminale già conoscevo Caltanissetta, poiché ho diretto dal Dia dal 1992 al 1995. Ritengo che i problemi siano sempre gli stessi, la fenomenologia criminale non cambia mai, le dinamiche e le logiche sono le stesse. Forse dobbiamo dare atto che nel lavoro svolto dal mio predecessore della Squadra mobile l’area militare è stata un pò debellata specialmente su Gela, adesso bisognerà lavorare sull’elevazione dell’indagine”.
“I funzionari sono motivati, disponibili e altrettanto posso dire del personale intermedio. Il numero non è mai adeguato, ma il personale che abbiamo ce lo facciamo bastare”.
“Ritengo che sia abbastanza elevato. I nostri uffici grazie a internet sono collegati direttamente con il Ministero. La struttura generale della Questura funziona abbastanza bene”.
“La fiducia del cittadino è fondamentale e tocca a noi conquistarla. I vari slogan che adottiamo in Polizia “vicino alla gente”, “insieme alla gente” rispondono perfettamente all’esigenza della ristrutturazione della Polizia e della società civile. Deve esserci una forma di osmosi tra cittadino e le Forze dell’ordine, però a sua volta il cittadino deve capire che noi non siamo i nemici e che siamo vicini a loro. Più loro si avvicinano a noi, più si confidano con noi, più denunciano, più ciò evidenzia che il rapporto funziona. Da questo punto di vista Gela ha fatto un salto di qualità che dovrebbe essere da esempio per altre realtà siciliane e non solo. Certo toccherà ancora a noi renderlo più funzionale con risultati da un punto di vista investigativo e di prevenzione, quindi più pattuglie sulle strade e maggiore controllo del territorio”.
“Il numero è stato incrementato, mediamente noi abbiamo in ogni quadrante non meno di 4 pattuglie che vigilano a cui si aggiungono quelle della Mobile che svolgono il lavoro investigativo ma allo stesso tempo controllano il territorio. La presenza delle pattuglie, oltre a fungere da deterrente, danno sicurezza ai cittadini”.
“La presenza nelle scuole è fondamentale. I ragazzi sono il nostro futuro e bisogna cominciare sin dalle elementari a far capire che il poliziotto non è il nemico, come invece viene visto in alcuni rioni siciliani. Occorre frequentare i giovani e far capire che siamo come i loro papà, i loro zii”.
“Bisogna distingue il territorio. A Caltanissetta vi sono pochi fatti di microcriminalità e sotto questo punto di vista non vi sono fenomeni allarmanti. Per Gela la situazione è diversa, i fatti di microcriminalità sono all’ordine del giorno. Consideri che le indagini di Polizia hanno quasi scompaginato le leve mafiose nel gelese, quindi occorre riprendere i lavori per capire come si sono riorganizzati i clan mafiose. Il Commissariato di Gela, che è una delle realtà della Sicilia più altamente presente per numero di uomini (tre funzionari e più di 150 uomini), sta monitorando tale situazione”.
“L’obiettivo è garantire la sicurezza ai cittadini, far vedere come il controllo del territorio si sia rinforzato e riuscire a mettere in risalto l’attività di chi sta dietro l’arma militare dell’organizzazione mafiosa, far uscire fuori i cosiddetti “colletti bianchi”. A Gela l’aspetto dell’ala militare è stato totalmente debellato. In questi giorni la Mobile ha arrestato i responsabili del tentato omicidio del 1992 nei confronti dell’ing. Mauro, responsabile dell’Ufficio tecnico di Gela. All’epoca ha rappresentato una chiara infiltrazione di tipo mafioso all’interno del Comune, dopo con l’arrivo del sindaco Crocetta tante cose sono cambiate. Dobbiamo continuare a fare quello che è stato fatto per Gela all’interno di tutta la provincia per vedere dove si annida la mafia. La collaborazione dei testimoni di giustizia è fondamentale, così come le intercettazioni telefoniche e ambientali”.
“Con questa ondata di sbarchi abbiamo avuto degli arrivi anche in città vista la presenza del Cpa, che ha già raggiunto il massimo della capienza. Molti hanno chiesto asilo politico. Il fenomeno va controllato e vedere come reagisce la città, ma devo dire che il nisseno ha sempre mostrato tolleranza. Tra il Cpa di Pian del Lago, l’istituto Testasecca e la chiesa di San Pio X di padre Giambra arriviamo a 650 immigrati, che sinora non hanno creato gravi disordini se non qualche fenomeno di prostituzione e piccoli reati. Comunque aumenta l’attenzione da parte nostra, perché sono persone quasi prive di sostentamento. Abbiamo istituito un comitato ad hoc dove tra Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e gli agenti di Polizia municipale”.
“Io non faccio differenza tra droghe leggere o pesanti, alla fine sono sempre sostanze nocive che provocano danni alla salute di chi le assume. Il problema droga esiste in tutta la provincia, così come in tutte le società”.
“Ottimo, sia con le altre Forze di polizia che con le Istituzioni. è un buon momento storico per Caltanissetta sia per l’autorità giudiziaria, sia per l’interesse di Confindutria. Bisogna creare condizioni di legalità per far sviluppare le industrie, consentire agli investitori di venire nel nisseno e far decollare così questa provincia”.