“Non c’è sviluppo senza lotta al racket” - QdS

“Non c’è sviluppo senza lotta al racket”

Massimo Mobilia

“Non c’è sviluppo senza lotta al racket”

mercoledì 02 Marzo 2011

L’assessore alle Attività produttive ha annunciato l’adesione alla manifestazione “Contro la mafia e per il lavoro” di Caltanissetta. In Sicilia crescono le aziende che denunciano. Venturi: “Ne vale la crescita economica della Regione”

PALERMO – Da qualche anno a questa parte sulla Sicilia sembra che il vento abbia cambiato direzione per soffiare a favore della legalità. Sono aumentati notevolmente gli imprenditori coraggiosi che denunciano le estorsioni, è cambiata la mentalità dei giovani che gridano forte la loro protesta contro la mafia e sono state potenti e numerosi le azioni di contrasto che le Forze dell’ordine hanno portato a compimento per stroncare il cancro della criminalità organizzata.
“In Sicilia finalmente la mentalità sta cambiando si rafforza sempre di più il dialogo tra cittadini e istituzioni, aumenta la collaborazione e la sinergia con le Forze dell’ordine e la magistratura per sconfiggere quel bubbone che è Cosa nostra, che per decenni ha ostacolato la crescita economica e lo sviluppo sano della nostra Regione”.
Ad affermarlo è stato ieri l’assessore regionale alle Attività produttive, Marco Venturi, dichiarando la sua adesione alla manifestazione “Contro la mafia e per il lavoro” che si svolgerà sabato 12 marzo a Caltanissetta, organizzata dalle organizzazioni sindacali provinciali Cgil, Cisl e Uil assieme al Tavolo unico per la legalità (l’organismo in cui siedono tutte le associazioni sindacali, sociali e datoriali), alla Camera di Commercio, l’Asi, i comuni di Gela e Caltanissetta e la Provincia Regionale.
Non è la prima volta che l’esponente siciliano manifesta questo pensiero, che è poi quello che si sta diffondendo sempre più nel sistema produttivo siciliano da quando Confindustria Sicilia, col presidente Ivan Lo Bello, ha intrapreso la lotta contro gli imprenditori collusi.
Per Venturi “non si torna indietro: le denunce contro il racket del pizzo, le proteste contro ogni forma di illegalità, di corruzione, di malvessazioni, le manifestazioni di solidarietà nei confronti di magistrati che ogni giorno contrastano la criminalità affiancati dalle Forze dell’ordine, sono l’esempio che deve condizionare la vita e il lavoro quotidiano di ciascuno di noi nella convinzione che, solo estirpando la malerba mafiosa, la nostra isola potrà essere un luogo confortevole per i nostri figli in cui il lavoro e lo sviluppo siano gli strumenti veri per la crescita dell’intero territorio”.
Secondo l’assessore, “la mafia si può e si deve vincere e fondamentale è il ruolo degli imprenditori che devono convincersi che sottostare alle vessazioni della mafia non conviene. Noi abbiamo il dovere e l’obbligo morale – continua Venturi – di contribuire alla formazione di un nuovo modo di pensare, contrastando le connivenze, snidando i collusi che grazie alle lentezze burocratiche riescono a procurare linfa vitale per il cancro mafioso. Solo così, assieme a magistrati e forze dell’ordine, potremo sconfiggere la mafia”.
L’assessore non ha mancato di sottolineare che la lotta alla mafia in questi anni ha conosciuto dei successi insperati in Sicilia, in alcuni casi straordinari, ma “occorre fare ancora di più”. Occorre, a suo dire, “proseguire nel lavoro di sensibilizzazione delle coscienze per coinvolgere sempre di più l’intera società civile perché la lotta alla criminalità organizzata deve coinvolgere tutti e non soltanto i magistrati e le Forze dell’ordine, a cui va ribadita ancora una volta la nostra incondizionata stima”.

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