Cdr bruciati nelle cementerie appello di associazioni per il “no” - QdS

Cdr bruciati nelle cementerie appello di associazioni per il “no”

Giuseppe Solarino

Cdr bruciati nelle cementerie appello di associazioni per il “no”

venerdì 11 Marzo 2011

Piano rifiuti, cinque sigle firmano una lettera aperta al presidente Lombardo e all’assessore Marino. “Scelta sbagliata, questo ricorso alla combustione inquina più dei termovalorizzatori”

AUGUSTA (SR) – AugustAmbiente, Decontaminazione Sicilia, Costituente Ecologista, Comitato Cittadino Isola Pulita e Retete Rifiuti Zero Palermo, hanno inviato una lettera aperta al presidente della Regione Raffaele Lombardo, in relazione alla nuova versione del Piano regionale rifiuti che non prevede inceneritori ma, produzione di Cdr (Combustibile da Rifiuti) destinato ai cementifici. Le associazioni così scrivono: “Egregio On. Presidente Lombardo, avevamo apprezzato la Sua responsabile presa di posizione sul Piano Rifiuti che, di fatto, azzerava i 4 inceneritori di Cuffaro, ma rimaniamo delusi dalla decisione di utilizzare il CDR come co-combustibile nei cementifici per i seguenti motivi:
1. si tratta sempre di ricorso alla combustione, con l’aggravante che i cementifici risultano più inquinanti degli inceneritori in quanto non dotati di specifici sistemi di abbattimento delle polveri e tanto meno dei microinquinanti, ed autorizzati con limiti di emissioni più alti (il limite per le diossine passa da 0,1 nanogrammi/mc negli inceneritori a 10 ng/mc nei cementifici, cioè 100 volte di più!). Inoltre, essendo le temperature di esercizio dei cementifici più elevate di quelle degli inceneritori, le emissioni, ed in particolare il nanoparticolato (costituito essenzialmente da metalli pesanti), sono ancora maggiori; inoltre l’americana EPA (Environmental Protection Agency) ha rilevato incrementi significativi di mercurio, uno dei maggiori composti tossici per l’uomo, nelle emissioni di cementifici alimentati con CDR. Negli USA i cementieri sono obbligati ad indicare, sui contenitori di cemento ottenuto con l’impiego di CDR, la scritta “cemento ottenuto con co-combustibile Cdr”, in quanto tale cemento diventa pericoloso per la salute a causa del rilascio di metalli pesanti da parte dei manufatti con esso realizzati;
2. disincentivazione della raccolta differenziata e, di fatto, apertura all’importazione di CDR, come dimostrato dalla politica dei termovalorizzatori. Inoltre, con l’utilizzo del CDR quale co-combustibile, si registra una sostanziale riduzione del riciclo di materiali pregiati quali carta, cartone e plastiche, e dei posti di lavoro;
3. peggiorerebbe di fatto il piano Cuffaro, passando da 4 a 6 inceneritori (quanti sono i cementifici in Sicilia): a Modica e Ragusa, entrambe zone vocate alla zootecnia ed alla serricoltura, con conseguenti irreparabili danni economici, a Catania, allocato in pieno centro urbano che determinerebbe l’aumento di traffico pesante e di conseguenza dell’inquinamento acustico e da polveri, a Priolo, in piena area industriale, già fortemente compromessa, ad Isola delle Femmine (PA) ed a Porto Empedocle (AG), questi due ultimi in aree urbane a forte vocazione turistica”.
Giacinto Franco di AugustAmbiente fa notare che “i tre motivi elencati nella nostra nota indirizzata al presidente Lombardo ci preoccupano particolarmente, e invitiamo il presidente Lombardo e l’assessore Giosuè Marino a riprendere la strada che tutto il mondo civile ha ormai da tempo intrapreso e cioè l’Obiettivo Rifiuti Zero che privilegia il riciclaggio e considera e sfrutta i rifiuti come una risorsa”.
“È mai possibile, continua Franco, che con le conoscenze scientifiche sui devastanti danni all’ambiente e alla salute, arrecati dalle emissioni degli impianti di incenerimento, si possa ancora oggi continuare sulla vecchia strada degli inceneritori che termo-svalorizzano l’ambiente, la salute ed i rifiuti? È così complicato costruire almeno un impianto di compostaggio per provincia, obbligare i Comuni ad attivare i centri di raccolta e costruire quegli impianti, assolutamente non inquinanti, che trasformano la frazione dei RSU non riciclabile in sabbia artificiale ottima per l’edilizia, come sia fa a Vedelago? Il tutto, se si vuole, è realizzabile in tempi brevi, con costi inferiori rispetto agli impianti di Cdr e con la creazione di più posti di lavoro puliti”.

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