Ad aprile in aula il Ddl sulla semplificazione - QdS

Ad aprile in aula il Ddl sulla semplificazione

Giovanna Naccari

Ad aprile in aula il Ddl sulla semplificazione

sabato 12 Marzo 2011

Forum con Riccardo Minardo, presidente commissione Affari istituzionali dell’Ars

Il disegno di legge sulla semplificazione amministrativa, a firma dell’assessore alla Funzione pubblica Chinnici, dopo l’approdo in Aula è ritornato per la seconda volta in commissione per una rivisitazione. Infatti era già successo a giugno, dopo che il testo era stato approvato all’unanimità dai componenti di Affari istituzionali. Perché non si riesce ad approvare questa norma? 
“Il testo sulla semplificazione amministrativa ha subito diverse modifiche passando dai 41 articoli, che conteneva al momento della presentazione, ai 18 di oggi. Il governo, infatti, come ha spiegato recentemente in Aula l’assessore Chinnici, ha riscritto la bozza snellendola ulteriormente a vantaggio dei cittadini e delle imprese. Un’azione che condivido. Ma naturalmente, dopo che il progetto di legge iniziale è stato riscritto, rispetto a quanto abbiamo esaminato nei mesi scorsi con gli altri parlamentari, ho ritenuto, per una questione di correttezza anche nei confronti dei componenti della commissione che presiedo, di rivedere il testo prima del voto dell’Aula. Mi sembra una questione di lealtà, lo sottolineo, anche se la mia richiesta in Aula qualche giorno fa ha creato qualche malumore”.
Il testo sulla semplificazione amministrativa, a questo punto, quando tornerà in Aula per l’approvazione? 
“Penso di convocare martedì prossimo la commissione per riesaminare la bozza. Considerando due settimane di lavori e la sessione di bilancio che comincerà a breve, credo che il disegno di legge sulla semplificazione amministrativa possa andare in Aula nei primi giorni di aprile”.
La riduzione di quasi la metà degli articoli contenuti nella prima bozza di legge, secondo lei,  cambierà il progetto iniziale che era quello di snellire la macchina amministrativa e di combattere efficacemente le infiltrazioni mafiose in alcuni settori dell’amministrazione, così come era stato più volte annunciato?
“La riscrittura del testo non cambierà l’impianto della legge. Da quello che finora ho visto, le posso fare un esempio: se prima il progetto normativo conteneva sei articoli del codice antimafia e anticorruzione Vigna, adesso ne ha uno che richiama il documento. Inoltre, con alcuni emendamenti il governo ha raggruppato altri articoli per semplificare la norma. L’obiettivo che si intendeva perseguire comunque rimane”.
Cosa vi aspettate per il cittadino con questa legge?
“Volendo sintetizzare, ci saranno autorizzazioni in tempi brevi con lo sportello unico e le conferenze di servizio che potranno fornire i pareri in un’unica seduta. E, ancora, sarà cancellata la commissione edilizia perché ci sarà la procedura del silenzio assenso per il rilascio delle concessioni e, ovviamente, non verranno meno le responsabilità dei progettisti. Aggiungo, tra i servizi più celeri, il rilascio del certificato di destinazione urbanistica. In alcuni Comuni, tuttora, avviene dopo 60 giorni. Con la legge gli uffici dovranno fornire il documento anche a vista e comunque  entro 15 giorni”.
Sono previste sanzioni per la burocrazia che non rispetterà i termini?
“I dirigenti avranno le loro responsabilità. Infine, sempre sull’accelerazione dei tempi, la norma prevede un rinvio dinamico alle leggi nazionali per evitare che la Sicilia rimanga indietro rispetto al Paese”.
Quali altri disegni di legge avete all’esame della commissione Affari istituzionali?
“Abbiamo completato il disegno di legge sull’ordinamento della polizia locale e siamo in attesa del parere della commissione Bilancio sulla copertura economica che dovrebbe arrivare dopo la sessione finanziaria. Si tratta di un testo che interessa la polizia municipale e provinciale. Regola, tra l’altro alcuni criteri per l’occupazione dei lavoratori socialmente utili mediante concorsi con i posti riservati. E interviene per creare un sistema di scelta del comandante che, comunque, risponde al sindaco. Prevede un albo dei comandanti ed altri punti per riorganizzare la polizia locale che riguarda anche quella giudiziaria”.
 

 
Ridurre i costi della politica, già fatti passi avanti. Province, basterebbe tornare agli accorpamenti
 
L’equiparazione dell’Assemblea regionale siciliana al Senato ha creato in questi anni una lievitazione dei costi. Non soltanto della politica, ma anche dell’apparato che lavora all’interno del Parlamento. E’ possibile eliminare questo provvedimento per ridurre la spesa, andando incontro a ciò che si aspetta il cittadino come esempio di buona amministrazione? 
“Il consiglio di Presidenza ha già bloccato due volte l’aggancio al Senato per alcune spettanze economiche previste per i parlamentari. Ritengo importante l’allineamento al Senato per tutto ciò che attiene il regolamento dei lavori delle commissioni, dell’Aula, in sostanza per tutte le procedure di carattere tecnico adeguate, comunque, alle esigenze dei siciliani. Ma sulle questioni economiche condivido perfettamente l’idea di scindere il legame con il Senato. Occorre la volontà politica comune”.
In qualità di parlamentare ha Disegni di legge in cantiere?
“Sto lavorando ad un provvedimenti che riguarda le Province. Condivido il progetto del presidente della Regione sull’eliminazione di questi enti, basterebbe modificare una vecchia legge regionale e tornare agli accorpamenti. Anche questo ridurrebbe i costi pubblici”.
Durante l’anno voterete altre leggi che mirano alla riduzione della spesa pubblica?
“Ci sono riforme in cantiere sulle quali stiamo lavorando. Mi riferisco alle norme sulle Asi, ai consorzi di bonifica e, inoltre, agli istituti autonomi case popolari. Sarà fondamentale impegnarsi anche in questi settori per ridurre i costi non soltanto della politica, ma dell’intera regione”.

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