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Catania – Altro trasloco per il Liceo Artistico

Melania Tanteri

Catania – Altro trasloco per il Liceo Artistico

venerdì 18 Marzo 2011

La Provincia avrebbe dovuto avviare degli interventi per la sicurezza che non sono mai partiti. Nuovo capitolo nella vicenda della scuola, attualmente in viale Vittorio Veneto

CATANIA – Si prepara un nuovo trasloco per il Liceo artistico statale Domenico Maria Lazzaro, ex Istituto d’arte di Catania? La notizia circola ormai insistentemente nei corridoi della Provincia e trova conferma nelle parole dell’assessore alle Politiche scolastiche, Giovanni Ciampi che ribadisce le indiscrezioni che vorrebbero la disdetta da parte del presidente Giuseppe Castiglione, dell’affitto dell’immobile di viale Vittorio Veneto, ex Istituto Savoia, entro la fine dell’anno, per poter proseguire l’iter iniziale, ovvero spostare il Liceo in via Galermo, presso i locali dell’Istituto aeronautico Ferrarin che, per effetto della riforma Gelmini, dovrebbe essere accorpato al Nautico, occupando con questo l’edifico di via Artale D’Aragona, a Ognina.
La decisione della Provincia potrebbe però comportare problemi economici all’Ente, dal momento che il canone esoso per l’affitto dell’immobile dell’ex Istituto Savoia, 80 mila euro mensili, come specificato all’art.3 del contratto, erano “ridotti per i primi tre anni a 60 mila euro mensili, in considerazione dei lavori che la Provincia regionale di Catania si impegna a realizzare entro il primo triennio per l’adeguamento del fabbricato alle norme di prevenzione antincendio e per il miglioramento della funzionalità dell’immobile”.
L’immobile di viale Veneto, infatti, non aveva, e non ha ancora oggi, ottenuto il Cpi, il Certificato di prevenzione incendi rilasciato dai Vigili del Fuoco come previsto dalla normativa antincendio (motivo per cui l’istituto scolastico parificato era stato sfrattato dopo dieci anni).
Misure che, da contratto, avrebbe dovuto realizzare la Provincia – che ha pagato fino a oggi 20 mila euro in meno al mese proprio per “eseguire a regola d’arte, a sua cura e spese, gli interventi necessari al rilascio del Certificato di prevenzione incendi (…) entro il primo triennio” – ma che, a oggi, non sono state mai realizzate, come conferma la preside Bianca  Boemi, che di certificati non ne ha visti.
“Ho preparato un progetto ad hoc – spiega Maurizio Trainiti, l’ex assessore comunale ai Lavori Pubblici, che all’epoca dipendeva dalla Provincia – che è stato approvato dalla Giunta e mandato in gara, così sono iniziati anche alcuni lavori. Attualmente c’è da completare una scala antincendio e per questo, ovviamente, non può essere chiamato il comando dei Vigili del fuoco per avere il certificato prevenzione incendi”.
Dunque, un istituto sfrattato dopo dieci anni di affitto, per fare posto a un altro istituto, pubblico in questo caso, a un costo spropositato (per quanto in linea con i dati dell’Agenzia del territorio, come indicato nel parere di congruità, firmato da Maurizio Trainiti), in presenza delle stesse problematiche relative alla sicurezza. Cosa strana di per sé.
Ma al danno si potrebbe aggiungere la beffa. Se è vero, infatti, che la Provincia abbandonerà l’edificio entro la fine dell’anno scolastico per spostare l’Istituto d’Arte al Ferrarin, c’è il rischio che si apra un contenzioso con i proprietari per inadempienza contrattuale che potrebbe portare l’Ente provinciale a sborsare molto più di quanto fatto fino a oggi.
 


Una possibilità per nulla condivisa
 
CATANIA – L’ipotesi San Giovanni Galermo non piace alla dirigenza dell’Istituto, che già si era opposta alla proposta di trasferimento a Librino.
“La volonta di spostarci a San Giovanni Galermo, che noi abbiamo letto sul giornali – afferma la preside, Bianca Boemi –  non ci sta bene: tanto vale chiudere la scuola perché gli alunni non possono arrivarci facilmente, soprattutto se provengono da fuori città”.
Sembra prospettarsi, dunque, una ripetizione di quanto accadde nel 2009, quando, dopo che l’Istituto d’Arte venne sfrattato dalla sede storica dell’ex Collegio dei Gesuiti di via Crociferi per motivi di sicurezza, iniziò un’aspra polemica a causa della soluzione trovata dalla Provincia. Con l’anno scolastico alle porte si rendeva necessario, infatti, trovare un immobile adeguato in breve tempo: fu individuato l’ex istituto Brancati di Librino, in viale San Teodoro, ma, a quell’ipotesi, tante furono le proteste. Oltre ai problemi di collegamento con il centro e con la stazione, la preside avanzò problemi di sicurezza e di adeguatezza dell’immobile: “L’edificio di Librino non era adatto – spiega – mancavano le aule necessarie per ricoverare le 36 classi”, e una sentenza del Tar, del 29 settembre 2009 suffragò questa tesi.
“Si è dovuto cercare un immobile d’urgenza – spiega l’assessore provinciale alle Politiche scolastiche, Giovanni Ciampi – e si sono presentati questi signori dello stabile in viale Vittorio Veneto in cui, data la grandezza, si poteva spostare la scuola”.
Soluzione però da molti contestata, primo fra tutti il consigliere provinciale Ernesto Calogero, componente della VI Commissione Consiliare Permanente Componente alla Pubblica Istruzione.
“Dal 2009 – afferma – indicavo l’operazione come non adatta e la soluzione Savoia come la peggiore scelta possibile, per l’assenza, nell’edificio, delle misure antincendio”.

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