Miniera di Pasquasia, veleni dentro e fuori - QdS

Miniera di Pasquasia, veleni dentro e fuori

Patrizia Penna

Miniera di Pasquasia, veleni dentro e fuori

mercoledì 23 Marzo 2011

Eppure due erano state le ordinanze urgenti emesse dal sindaco di Enna per la bonifica e messa in sicurezza dell’area. Si ipotizza il reato di disastro ambientale. Il procuratore Ferrotti: “L’inchiesta, atto dovuto”

ENNA – Nelle viscere di Pasquasia ci sono 9 mila quintali di amianto abbandonati, oltre 15 milioni di chili di terreno per 70 mila metri quadri di area che risultano contaminati, secondo le indagini svolte dall’Arpa, dall’Asp di Enna e Palermo e dai vigili del fuoco. Una vera e propria bomba ecologica, pronta ad esplodere lentamente, con le sue letali contaminazioni verso i terreni e le falde circostanti. Ad allargarsi, ora, è anche l’inchiesta che ha portato al sequestro della miniera.
Il procuratore di Enna, Calogero Ferrotti, ieri, nel corso di una conferenza stampa, ha chiarito che “sono stati iscritti nel registro degli indagati Raffaele Lombardo nella doppia veste di presidente della Regione e commissario delegato in materia di bonifiche e risanamento ambientale dei suoli, il già assessore all’Energia Piercarmelo Russo con riferimento al periodo in cui ha rivestito la carica di assessore e l’attuale assessore in carica Giosué Marino, nonché Pasquale La Rosa, ingegnere e consegnatario per conto della Regione siciliana del sito dismesso”.
Si ipotizza anche il reato di disastro ambientale tra le accuse contestate a Raffaele Lombardo nella sua duplice qualità di presidente della Regione e commissario delegato in materia di bonifica e risanamento ambientale, all’ex assessore (all’Energia, ora alle Infrastrutture) Piercarmelo Russo e all’attuale assessore all’Energia Giosué Marino.
“Si è proceduto nei confronti di questi – ha aggiunto – come atto dovuto, in quanto destinatari di due ordinanze urgenti emesse dal sindaco di Enna con le quali era stata ordinata la rimozione dei materiali in cemento amianto e del terreno contaminato nonché la bonifica e messa in sicurezza dell’area inquinata dall’olio biolettrico”.
In particolare, la Procura di Enna sta valutando anche la posizione di alcuni soggetti che potrebbero essere iscritti nel registro degli indagati per l’ipotesi di concorso in omissione di atti di ufficio. Si tratterebbe di titolari e funzionari di numerosi enti ai quali il consegnatario della miniera di Pasquasia, Pasquale La Rosa, nel novembre del 2010 aveva inviato una nota per comunicare l’avvenuta contaminazione di una vasta area dopo il sabotaggio di una cabina elettrica con lo sversamento di 8 tonnellate di olio dialettrico.
A tal proposito, Ferrotti ha dichiarato: “Per quanto riguarda i vari soggetti che a vario titolo avrebbero dovuto farsi carico nel corso di questi vent’anni delle complesse problematiche amministrative e gestionali del sito minerario – ha detto Ferrotti – è al vaglio dell’autorità giudiziaria anche un’ipotesi di eventuale concorso in reati di natura omissiva nei confronti della Pubblica amministrazione, con particolare riferimento alle operazioni di bonifica dei suoli, di messa in sicurezza e di ripristino ambientale”.
Il procuratore ha detto che si valuterà, eventualmente in un secondo tempo, se procedere alle analisi del sottosuolo. Il sequestro preventivo dell’area, effettuato ieri dai Carabinieri, dalla Digos e dalla Guardia forestale, ha sottolineato il pm Marina Ingoglia, non impedisce al tutore giudiziario nominato dalla Procura, Dario Ticali, di procedere agli interventi di bonifica. Resta il problema di dove smaltire l’enorme quantità di amianto. Il nuovo consegnatario della miniera sta infatti cercando una discarica autorizzata al conferimento di amianto.
Intanto, Italia Nostra ha annunciato di volersi costituire parte civile nell’eventuale processo, “perché, tra l’altro, risulterebbero contaminate le falde acquifere e il vicino fiume Morello, affluente di sinistra dell’Imera Meridionale, nel quale confluisce in prossimità del ponte Capodarso. Qui, siamo nel cuore della Riserva naturale orientata Monte Capodarso e Valle dell’Imera Meridionale, di cui Italia Nostra è ente gestore dal 1999”.

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