Progettualità e sistema contro la criminalità - QdS

Progettualità e sistema contro la criminalità

Roberto Pelos

Progettualità e sistema contro la criminalità

giovedì 24 Marzo 2011

Forum con Nicola Zito, Questore di Palermo

Ci parli dell’organizzazione e del suo organico.
“È un’organizzazione di lavoro complessa e articolata: punta di diamante dell’attività antimafia è la Squadra Mobile, ma importanti sono anche le misure patrimoniali, il controllo del territorio con i Gruppi Gsp e i commissariati della città”.
Quanti sono a Palermo i commissariati?
“I commissariati sezionali sono otto a cui si aggiungono i distaccati di Cefalù, Partinico, Corleone, Bagheria, Termini. Non c’è un aspetto unico nell’attività antimafia, ma si articola in ambito giudiziario e investigativo. Altro aspetto importante per colpire tutti i segmenti,  anche secondari, che alimentano le organizzazioni criminali di stampo mafioso è il controllo del territorio. Ogni realtà poi ha un suo strato socio-economico particolare per cui bisogna adeguare il controllo del territorio a finalità specifiche”.
Per esempio?
“Uno dei fenomeni più diffusi è quello delle estorsioni. Una presenza più attiva nel controllo del territorio è un elemento di aiuto per gli esercenti e, si spera, dissuasivo. Altro aspetto importante della collaborazione è la denuncia del pizzo. E’ un discorso che si sta sviluppando, mi auguro si possa arrivare ad un punto di svolta”.
Sta davvero nascendo una nuova coscienza nell’imprenditore per una collaborazione contro il pizzo?
“Sta nascendo un nuovo senso di responsabilità, di consapevolezza e di convenienza. Offriamo l’opportunità di collaborare con lo Stato, in questo caso con la Questura e con la Polizia di Stato, per potere avere un reddito pulito dal pagamento del pizzo, perché un’impresa paghi solo le tasse senza pagare il pizzo. La convenienza sta nel far decollare l’azienda libera dall’oppressione del pizzo, non vincolata a determinati criteri criminali, perché pagare comporterebbe un ventaglio di condizionamenti alla libertà d’impresa. Pagando il pizzo viene meno la libertà dell’imprenditore di determinare la progettualità dell’impresa nelle assunzioni, nell’espansione sul territorio, nella sperimentazione di dinamiche diverse. E’ un discorso in fieri”.
La principale problematicità che le hanno mostrato su Palermo rispetto al resto della Sicilia?
“Si ripropongono le stesse dinamiche, ma Palermo capoluogo è il punto centrale delle manifestazioni del disagio sociale ed economico. L’ordine pubblico è all’attenzione specifica, ma non si trascura il controllo del territorio adeguato alla sua realtà”.
Gli strumenti informatici sono all’altezza della situazione?
“Sì, e siamo in rete con tutte le Forze dell’ordine in una concreta e oggettiva unità d’intenti”.
Qual’è il rapporto con i Comuni dell’hinterland palermitano?
“Nei Comuni più importanti, sedi di commissariato, c’è una conoscenza evolutiva di tutte le varie dinamiche criminali, sociali, occupazionali del singolo territorio. La nostra attenzione va comunque su tutto il territorio provinciale”.
Dall’inizio dell’anno lavorate secondo una strategia mirata da parte del Ministero ad un’azione che si protrae a tutto l’arco dell’anno?
“C’è una proggettualità complessiva e in più gli obiettivi che ogni questore si pone nel proprio biennio, in base alle dinamiche in cui la Questura opera. Ma più che di obiettivi parlerei di strumenti progettuali: controllo del territorio più ampio e attività di Polizia giudiziaria, prioritaria nella repressione alla criminalità, accompagnata da ulteriori interventi”.
Vede nella malaburocrazia un problerma?
“Un’amministrazione poco efficiente può favorire ingressi criminali”.
Obiettivi da raggiungere prima della fine del suo incarico?
“Infondere sempre più fiducia nei cittadini e continuare il dialogo ben avviato con le associazioni di categoria. Progettualità e sistema sono le parole chiave”.
Vi occupate anche di formare i giovani?
“E’ importante promuovere la legalità anche con le scuole, ma bisogna essere credibili come istituzioni e la credibilità si fa soprattutto con i comportamenti”.
 

 
Protocollo d’intesa con Confindustria Sicilia per realizzare la nuova sede della Squadra Mobile
 
Ci parli del rapporto tra la Questura e i rappresentanti degli imprenditori.
“Un forte legame unisce la Questura di Palermo a Confindustria. A dicembre abbiamo firmato insieme un protocollo d’intesa nel quale Confindustria, con Ivan Lo Bello, Antonello Montante e con Alessandro Albanese, si è impegnata a creare e determinare un’ulteriore infrastruttura, cioè la Chiesa di Santa Elisabetta. Si tratta di un fatto di grande importanza e rilievo. Per la prima volta, abbiamo firmato questo accordo io, come Questore di Palermo, e loro come rappresentanti degli imprenditori. Ci impegnamo a rendere edotti sempre più gli associati di Confindustria e tutti coloro i quali esercitano impresa per dare tutto il supporto necessario ad uscire dai condizionamenti mafiosi: competenze specifiche e varie altre forme di sostegno di qualsiasi tipo, sia a livello normativo che nell’ambito di semplici consigli.
Di converso loro si sono impegnati a determinare la definizione della Chiesa di Santa Elisabetta che ospiterà una buona parte della Squadra Mobile di Palermo, che si trova proprio accanto alla Chiesa. Per la precisione, Confindustria determina una nuova infrastruttura di eccellenza e questo protocollo d’intesa determina un impegno economico non di poco conto, che si è assunto Confindustria regionale. Si tratta di una sinergia e non di un’elargizione. E’ un apporto di sistema nel quale ognuno fa la sua parte, contribuendo, come diceva Ivan Lo Bello, a dar vita ad un’infrastruttura sempre più efficiente, appunto quella della Squadra Mobile di Palermo”.
 

 
Curriculum
 
Nicola Zito è nato a Matera il 15/11/1949. Si è laureato in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Bari. è entrato in Polizia nel 1976 ed al termine del corso è stato assegnato alla Questura di Reggio Calabria. è stato tra l’altro a capo della Direzione investigativa antimafia di Bari e di Firenze occupandosi in particolar modo delle indagini sulle stragi di mafia del 1993 a Milano, Firenze e Roma. Nel giugno di quest’anno è stato trasferito alla Direzione centrale della Polizia criminale. Dal primo novembre è Questore a Palermo.

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