Serve “fare sistema” per superare i problemi - QdS

Serve “fare sistema” per superare i problemi

Francesco Sanfilippo

Serve “fare sistema” per superare i problemi

sabato 26 Marzo 2011

Forum con Carmelo Aronica Commissario di Stato per la Regione siciliana

Che cosa pensa della soppressione dell’Alta Corte di Giustizia in Sicilia?
“La Corte costituzionale avocò a sé tutta la giurisdizione nazionale costituzionale con la sentenza n. 38 del 1957, sopprimendo l’autonomia dell’Alta Corte di Giustizia. Infatti, in una successiva sentenza, la stessa Corte Costituzionale negò al commissario di Stato la possibilità di impugnare le leggi dello Stato per difendere la Regione nelle controversie tra Stato e Regione stessa. In realtà, l’Alta Corte doveva garantire l’imparzialità del patto autonomo Stato-Regione. In seguito, l’attivazione della Costituzione ha cambiato il contesto per il quale l’Alta Corte avrebbe potuto operare, creando possibili conflitti tra questa e la stessa Corte Costituzionale senza la possibilità di terzi che potessero mediare nel conflitto. Perciò, quest’ultima avocò a sé tutta la competenza giuridica costituzionale, creando un unico riferimento in nome dell’unità e dell’indivisibilità dello Stato. L’attuale evoluzione dei rapporti a seguito del trasferimento dei poteri dallo Stato alle regioni per il federalismo non modifica l’art. 3 della Costituzione che sancisce quest’unità e indivisibilità. Tuttora, permangono alcune incertezze sulla suddivisione delle competenze e dei poteri, perciò il processo federalista è ancora in evoluzione”.
Tuttavia, la riattivazione dell’Alta Corte permetterebbe l’applicazione degli articoli 36, 37 e 38 dello Statuto regionale che finora non sono mai divenuti operativi.
“In realtà, non è il solo problema, poiché ne esistono di più gravi e concernono la situazione socio-economica della Regione. Molto è stato fatto e molto si dovrà realizzare per progettare il proprio futuro, sfruttando le sue potenzialità inespresse. Un esempio è fornito dall’evoluzione dell’agricoltura che, oggi, è inserita in un mercato di qualità rispetto a vent’anni prima. L’insicurezza legata alla criminalità, in questo senso, costituisce un grande limite allo sviluppo socio-economico del territorio siciliano”.
La situazione sotto questo profilo è migliorata?
“Sì, la situazione è migliorata poiché oggi si tocca la liquidità della criminalità togliendole risorse non indifferenti. Tuttavia, esistono altri problemi simili a quelli di altre regioni come il forte divario delle infrastrutture con le regioni del nord Italia, una scarsa propensione all’innovazione e alla ricerca, un sistema distributivo che presenta delle criticità, un’economia che perde in competitività e quote di mercato e una produttività che non mostra segni concreti di risveglio, nonostante l’aumento delle esportazioni. Le soluzioni potrebbero provenire dalla moltiplicazione delle occasioni di collaborazione con l’Università, dal privilegiare percorsi formativi delle risorse umane in campo specialistico e manageriale, dall’incentivare le attività ad alto contenuto tecnologico e dal prevedere forme di accorpamento della piccola impresa in modo da rendere le imprese siciliane competitive sui mercati internazionali. Tuttavia, esiste una precondizione indispensabile, che si crei la capacità di fare sistema tra le imprese, istituzioni finanziarie ed enti pubblici, in modo da affrontare insieme i problemi che si presentano. In alcuni casi, ciò sta già avvenendo nel settore della sicurezza, però occorre estenderlo a tutti i settori. Non ultimo, occorre creare una burocrazia efficiente e adeguata alle esigenze dei cittadini”.
A questo proposito, cosa pensa della legge sulla semplificazione amministrativa approvata di recente?
“Si segue l’iter delle leggi, per cui queste ultime risentono del confronto tra il commissario e le istituzioni regionali. Inoltre, la legge è impugnata per far integrare degli aspetti e per evitare contraddizioni conflittuali. La Sicilia non è la prima regione che realizza leggi di semplificazione, tuttavia occorreva evitare successivi conflitti tra la norma statale e quella regionale su un aspetto che faceva intravedere una violazione della coordinazione dei sistemi informatici che è di competenza esclusiva dello Stato”.

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