Dilagano i falsi braccianti agricoli - QdS

Dilagano i falsi braccianti agricoli

Michele Giuliano

Dilagano i falsi braccianti agricoli

mercoledì 30 Marzo 2011

Si allarga a macchia d’olio il fenomeno: oltre 1.000 i disoccupati fasulli per ingenti danni erariali. Nei primi tre mesi già quattro operazione della GdF. Catania la provincia più colpita

PALERMO – La Sicilia dei furbetti non finisce mai di stupire. E così, dopo avere chiuso un 2010 già denso di truffe sul fronte dei fittizi impieghi per intascare migliaia di euro in disoccupazione, il nuovo anno si presenta già con prospettive ancor peggiori per le martoriate casse dello Stato.
In questi primi 3 mesi sono già quattro le operazioni portate a termine dalla Guardia di finanza per fronteggiare il fenomeno dei falsi braccianti agricoli e lo spaccato che emerge è quello di una pratica enormemente diffusa. Ben 1.128 coloro i quali sono risultati assunti fittizziamente come braccianti agricoli i quali poi, in determinati periodi dell’anno, richiedevano l’indennità di disoccupazione.
Un meccanismo oramai ampiamente diffuso su cui però da qualche tempo le fiamme gialle stanno concentrando la loro attenzione per arginarlo, nonostante le oggettive difficoltà operative in questi casi. Non è affatto facile riuscire a ricostruire tutto e spesso necessita un ingente dispendio di uomini e mezzi per venire a capo di questa specifica  truffa.
L’operazione di maggiore entità in questo primo scorcio del 2011 è stata messa a segno nel catanese dove sono scattate 5 ordinanze di custodia cautelare ed un sequestro preventivo di beni per 1,5 milioni di euro nei confronti di un’associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dell’Inps per indennità di disoccupazione agricola illecitamente percepita.
L’operazione, su delega della Procura della Repubblica etnea, ha coinvolto i Comuni di Bronte, Maniace, Randazzo e Maletto. Più di 20 le perquisizioni domiciliari eseguite. Coinvolte, a vario titolo, 40 persone tra dipendenti dell’Inps di Catania, patronati, consulenti del lavoro ed imprenditori agricoli. Sono stati inoltre scoperti 1.000 falsi braccianti agricoli.
 
Ma un po’ tutte le province sono già state toccate dalle indagini. A Santo Stefano di Camastra, nel messinese, la finanza ha denunciato 23 falsi braccianti agricoli e il loro datore di lavoro. Il controllo è scattato con l’apertura di una verifica fiscale nei confronti di una donna di 79 anni, titolare di una ditta agricola, nel territorio di Capizzi. La donna era finita nel mirino delle Fiamme Gialle in quanto non aveva mai provveduto alla presentazione delle dichiarazioni fiscali dei redditi, risultando quindi evasore totale. Nel corso delle attività di natura fiscale i militari hanno scoperto la truffa con danno economico all’Inps quantificato in circa 80.000 euro.
 
A Licata, in provincia di Agrigento, sono stati altri 103 i falsi braccianti scoperti assunti in modo fittizio da due imprese agricole, allo scopo di percepire indebitamente i contributi assistenziali relativi all’indennità di disoccupazione. In questo caso il danno patrimoniale è stato stimato in circa 200.000 mila euro. Infine a Ragusa sempre le fiamme gialle hanno individuato due uomini che risultavano impiegati presso un’azienda agricola fittizziamente intestata alla madre. Qui si conta un danno erariale di 70.000 euro in quanto i due avrebbero intascato indennità non dovute per ben 8 anni.
 

 
L’approfondimento. Già ampiamente superato il bilancio 2010
 
Lo scorso anno in Sicilia si sono contati all’incirca 300 falsi braccianti scoperti. Dunque il 2010 è stato ampiamente superato già oggi nonostante il nuovo anno sia entrato da appena tre mesi. Questo non vuol dire che il fenomeno abbia subito un’impennata: semplicemente c’è stato un rafforzamento dei controlli che ha permesso di scoprire come questo sistema sia notevolmente allargato specie nel settore dell’agricoltura. Molta attenzione fu concentrata anche nel 2010 a Catania e non è una casualità. In questa provincia è stato stipulato un apposito protocollo d’intesa tra la Procura della Repubblica, il Comando Provinciale delle Fiamme Gialle e la Direzione regionale dell’Inps in materia di truffe perpetrate attraverso l’assunzione di falsi braccianti agricoli da parte di ditte inesistenti, al fine di contrastare il dilagante fenomeno. Nel caso dell’ultima maxitruffa nel catanese la metodica utilizzata dalla maggior parte delle ditte agricole fittizie è consistita nel bypassare la prima fase di controllo da parte dell’Inps, in quanto i titolari delle predette ditte hanno formalmente costituito aziende in cui la raccolta di ortaggi ed agrumi si svolge per conto terzi, in alcuni casi producendo addirittura contratti fasulli di affitto di terreni in modo da rendere più complicati i controlli.

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