Ambiente. I mancati incassi dalle risorse naturali.
La situazione. A distanza di sei mesi dall’approvazione, il Piano regionale delle cave (atteso da circa 30 anni) è di fatto bloccato per la difficoltà ad interpretare le norme.
Il danno. Continuando a non applicare il canone di concessione, la Regione siciliana percepisce soltanto una caparra per il recupero ambientale che, però, non viene eseguito.
PALERMO – La Sicilia degli inerti è un eldorado straordinario per chi investe e guadagna. Ci rimettono invece la Regione, e di conseguenza si siciliani, che da quel settore non incassano nemmeno un euro a fronte di giri d’affari da circa 24 milioni l’anno. In Sicilia, infatti, non esiste nessun canone per l’estrazione e anche il ripristino ambientale dei luoghi, conclusa l’attività di estrazione, resta difficoltoso per l’assenza di un coordinamento generale e di fondi adeguati. Una vergogna che si aggiunge ai canoni leggeri applicati per lo sfruttamento di petrolio, acque minerali, spiagge e fonti rinnovabili, oggetto della nostra inchiesta di una settimana fa. Non solo. Il nuovo Piano cave, varato lo scorso ottobre, resta ancora al palo così come l’osservatorio che dovrebbe sovrintendere a tutti i vari passaggi dei piani locali. Intanto gli affari d’oro proseguono. (
continua)