Famiglie e imprese non ce la fanno - QdS

Famiglie e imprese non ce la fanno

Antonio Casa

Famiglie e imprese non ce la fanno

sabato 09 Aprile 2011

L’Abi rivela: a gennaio i finanziamenti sono aumentati del 6,5%. Bertola: “La crisi c’è, inutile nascondersi”. Calano depositi bancari e raccolta. Pil pro capite sotto di 11 punti rispetto alla media Ue

PALERMO – Famiglie e imprese siciliane sono sempre in affanno economico e finanziario. L’ultimo dato parla chiaro: i prestiti delle banche destinati all’economia siciliana ammontano a 61,3 miliardi di euro, a gennaio 2011, con un incremento del 6,5% rispetto allo stesso periodo del 2010. Sono i dati diffusi a Palermo dal presidente dell’Abi Sicilia, Roberto Bertola, nel corso della “Conferenza regionale sul credito e l’economia”, organizzato dagli assessorati regionali per l’Economia e per le Attività produttive a Villa Malfitano.
Secondo i dati Abi, i finanziamenti delle banche alle imprese locali nell’Isola hanno superato i 30 miliardi di euro a gennaio 2011, con un aumento del 6,5% rispetto al 2010, mentre alle famiglie consumatrici sono andati circa 28 miliardi, con una crescita annuale del 7,1% . “La crisi c’è inutile nascondersi – ha detto il presidente dell’ Abi Sicilia, Roberto Bertola – lo testimonia l’accordo con lo Stato per sospendere i pagamenti delle mutui delle famiglie per dodici mesi e lo stesso è stato fatto per le imprese in difficoltà”.
Per  l’assessore regionale al Bilancio, Gaetano Armao, l’aumento della domanda di credito da parte di famiglie e imprese  “rappresenta un elemento preoccupante, è un indebitamento, sintomo di una società in difficoltà”. “Dal 1997 al 2008 il Pil pro capite siciliano – ha aggiunto – è sceso di 11 punti rispetto alla media europea, passando in dieci anni al 66%  rispetto alla mediaeuropea del 77%”.
Secondo i dati dall’Osservatorio regionale sul credito della Regione siciliana, anticipati dal dirigente regionale del Dipartimento finanze e Credito,  Salvatore Taormina, nel 2010  sono diminuiti del 2,45% in meno  i depositi bancari da parte di famiglie (-1, 90% ) e imprese ( – 4,6%) rispetto al 2009. Sul fronte della raccolta (deposti  più obbligazioni), invece, il calo è stata del 3,15%, per un totale  di 47 mld 305 mln di euro . I prestiti, invece, sempre nel 2010, hanno raggiunto un valore complessivo di 53 mld 661 mln.  Nell’isola, infine, secondo la fotografia scattata  dall’Osservatorio regionale sul credito sono presenti 67 istituti di credito, di cui 35 con sede legale nell’isola, per un totale 1759 sportelli presenti sul territorio.
A margine della Conferenza, l’assessore Armao ha preso spunto dalla presenza, l’altro ieri a Palermo, del commissario europeo per le politiche europee, Johannes Hahn, e il ministro per i Rapporti con le regioni, Raffaele Fitto. Come si ricorderà, Fitto ha detto che “la Sicilia rischia di perdere 900 milioni di euro di fondi comunitari. Entro il 31 dicembre 2011, la Sicilia deve spendere 1,4 miliardi di euro – ha ricordato l’esponente del Governo Berlusconi – e al momento la quota di risorse utilizzata è pari a 500 milioni. Se la Regione entro maggio non impegnerà il 100% delle risorse e non ne spenderà il 70% entro ottobre c’è il rischio più che concreto di un disimpegno delle somme”.
Secondo il titolare dell’Economia regionale, “Fitto è venuto a spiegare a noi, che lo sappiamo bene, come spendere i fondi europei. Il governo nazionale deve spiegare alla Sicilia cosa intende fare per recuperare un gap infrastrutturale che da incolmato rischia di diventare incolmabile con il federalismo fiscale”. Per l’esponente della Giunta di Raffaele Lombardo, “questo federalismo rischia di spaccare ancora di più il Paese, anche perché sulla perequazione infrastrutturale siamo a zero ed abbiamo un gap del 40% di dotazione infrastrutturale”.

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