Contratti conclusi fuori dai locali commerciali: casi di applicazione - QdS

Contratti conclusi fuori dai locali commerciali: casi di applicazione

Francesca Pecorino

Contratti conclusi fuori dai locali commerciali: casi di applicazione

martedì 12 Aprile 2011

Regolati dagli articoli 45 e 46 del C.d.c.: diritto di recesso entro 10 giorni

CATANIA – Quando parliamo di vendita fuori dei locali commerciali, ci riferiamo a quei contratti – stipulati tra un professionista ed un consumatore – che hanno ad oggetto  la fornitura di beni o la prestazione di servizi e che sono negoziati nei luoghi indicati nell’art.45 del Codice del Consumo:
1) al domicilio del consumatore o di altro consumatore, sul posto di lavoro dello stesso oppure in un luogo dove il consumatore si trovi anche temporaneamente per motivi di di lavoro, di studio o di cura;
2) durante un’escursione organizzata sempre fuori dai predetti locali;
3) in un’area pubblica o aperta al pubblico mediante sottoscrizione di una nota d’ordine o altra documentazione;
4) per corrispondenza o quando il consumatore effettua l’acquisto, scegliendo il prodotto su un catalogo messo a sua dispozione senza che il professionista sia presente.
La normativa in esame viene applicata anche nel caso di proposte contrattuali vincolanti o meno che siano state effettuate dal consumatore in una delle circostanze sopraelencate e ciò, anche se il professionista non abbia ancora formulato la sua accettazione.
L’art 46 del citato Codice elenca anche i casi in cui i contratti non sono sottoposti alla disciplina che  approfondiremo più avanti. Si tratta di quei contratti che hanno ad oggetto la vendita o la locazione di immobili, i contratti assicurativi e quelli che riguardano strumenti finanziari, i contratti relativi alla regolare fornitura di prodotti alimentari o di uso domestico, i contratti (anche se contestualmente conclusi) il cui valore non superi i 26 euro.
Il professionista ha un obbligo fondamentale ossia quello di informare per iscritto il consumatore  circa la possibilità di esercitare il diritto di recesso, indicando i termini e le relative modalità, nonché il destinatario al quale indirizzare tale sua volontà rescissoria (Es. indirizzo al quale restituire il prodotto). Se non sono specificati i termini e i modi di esercizio di tale diritto, deve essere quantomeno indicato il soggetto al quale indirizzare la richiesta. Se il contratto viene concluso mediante la sottoscrizione di una nota d’ordine, è in quest’ultima (ma non solo, perchè si può fare rinvio al catalogo) che devono essere inserite tutte le informazioni (chiare e leggibili) atte a consentire al consumatore (che può essere chiamato a sottoscriverla) l’esercizio del diritto in esame.
Il diritto di recesso può esercitarsi entro il termine di 10 giorni lavorativi ma con varie eccezioni che approfondiremo più avanti.

Avv. Francesca Pecorino
collegio dei professionisti di Veroconsumo

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