Polveri sottili nelle nostre città pericoli da benzina e marmitte - QdS

Polveri sottili nelle nostre città pericoli da benzina e marmitte

Bartolomeo Buscema

Polveri sottili nelle nostre città pericoli da benzina e marmitte

giovedì 14 Aprile 2011

Molte città siciliane, come Siracusa, Gela e Milazzo superano i valori consentiti dalla legge. Anche il carburante verde e le catalitiche rilasciano quantità di piombo e platino

CATANIA – Allarme smog, superamento dei valori limite, monitoraggi delle polveri sottili sia da parte dei comuni sia dell’Arpa (Agenzia regionale per la Protezione dell’ambiente), fanno ormai parte del corredo lessicale di noi siciliani. Nell’Isola, non siamo, per fortuna, ai livelli di alcune metropoli padane, ma sicuramente si superano i limiti di legge in molte città siciliane e il dibattito sulle polveri sottili non è certamente sopito. Le polveri sottili (Pm10 o Pm2,5) hanno un notevole impatto sulla qualità dell’aria cittadine, soprattutto in ambienti particolarmente complessi, come quello dell’area siracusana molto vicina ai noti insediamenti industriali.
 
I primi imputati storici delle polveri sottili sono stati gli impianti di riscaldamento e il traffico veicolare, sempre più in costante aumento. E’ proprio al traffico veicolare è riconducibile la presenza di altri veleni che noi abitanti delle città inaliamo. Come noto, lo scomparso piombo tetraetile, un antidetonante utilizzato nella vecchia benzina super che provocava la patologia del saturnismo, è stato sostituito da un nuovo additivo dal nome lungo, difficile da ricordare per la sequela di parole tronche: il Metil Terziar Butil Etere (MBTE). è attualmente allo studio la possibilità di sostituire l’MTBE con l’ETBE (Etil Tertiar Butil Etere), un additivo prodotto dal bioetanolo di provenienza agricola.
 
Ma la provenienza “rinnovabile” del bioetanolo non ci deve trarre in inganno. Tale additivo è, come il piombo tetraetile, un antidetonante che pur riducendo la percentuale di benzene nella benzina verde, favorisce il rilascio nell’aria di una certa quantità di formaldeide un irritante con qualche sospetto di cancerogenicità. Inoltre, l’uso di MTBE è stato recentemente bandito negli Stati Uniti anche per l’effetto inquinante nelle falde acquifere.
Qui, da noi, purtroppo, ancora l’offerta agli automobilisti è: benzina verde, MBTE e le marmitte catalitiche, le quali certamente non sono la soluzione appropriata per la riduzione dei tanti veleni ormai stanziali dell’aria cittadina. Le marmitte catalitiche sono poco efficaci nei percorsi cittadini con la conseguenza che non tutti i veleni del tubo di scappamento sono resi innocui.
Senza addentrarci sul perché di tale bassa efficacia, di recente e da più parti s’indaga sui possibili effetti negativi del platino di cui in parte sono costituite le marmitte.
 
Nel nostro caso, il platino ricopre internamente le marmitte ed è rilasciato in atmosfera a causa di microfratture che s’ingenerano nelle marmitte dovute allo stress termico provocato dall’accensione e spegnimento del motore. L’Agenzia internazionale per la Ricerca sul Cancro classifica il platino come irritante perché può causare dermatite, orticaria e disordini respiratori. L’Organizzazione Mondiale della Sanità nutre qualche sospetto in più, mettendo in rilievo come l’incidenza di fenomeni mutageni sia circa dieci volte superiore alla norma nei soggetti che vengono a contatto con prodotti a base di platino.
 
Bisogna dire che c’è anche chi ritiene meno nocivo il platino, giacché una volta rilasciato dalle marmitte catalitiche entra a contatto con l’atmosfera formando sali di platino più facilmente metabolizzati dall’organismo. Questa diversità di valutazione del problema ci insospettisce un po’, anche se siamo consapevoli che la non identità di vedute degli scienziati sia un fatto positivo per lo sviluppo del sapere scientifico.
 
Nel siracusano ben oltre i limiti
di Pm10, benzene e decibel
 
SIRACUSA – In Sicilia uno dei territori con il più alto inquinamento dell’aria è sicuramente il siracusano, in particolare nel triangolo industriale Augusta-Priolo-Melilli, non per nulla ribattezzato il “triangolo della morte”. Lo confermano gli ultimi dati forniti da Legambiente Sicilia nel mese di marzo: nel territorio aretuseo il Pm10, il cui valore di riferimento è di 50 microgrammi su metro cubo secondo il D.lgs 155 del 2010, ha fatto registrare livelli di superamento in media 2 giorni su 3, fino a toccare quota 101 mg/m3. Allerta anche per il benzene: a fronte di un limite medio annuo di 5 microgrammi su metro cubo, la presenza dell’inquinante è arrivata a sfiorare quota 5,1 mg/m3.
Sottocontrollo invece, almeno per il momento, i valori degli altri elementi nocivi per la salute umana quali biossido di zolfo, biossido di azoto, monossido di carbonio e ozono. Anche il fronte della sostenibilità acustica lascia riflettere sulla salubrità dell’aria a Siracusa: la città ha fatto l’en-plein nei giorni del rilevamento, toccando quota 69 decibel nelle ore diurne e tra 64 e 61 db nelle ore notturne, quando la legge, col Dpr. n. 142/2004, impone un limite di 65 db di giorno e di 55 db di notte.

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