Imprese edili, il nero diventa necessità - QdS

Imprese edili, il nero diventa necessità

Michele Giuliano

Imprese edili, il nero diventa necessità

giovedì 14 Aprile 2011

La nuova norma sul massimo ribasso spinge le aziende del settore a lavorare nel sommerso per resistere alla crisi. Una su due è costretta ad affidarsi a lavoratori irregolari ed evita di pagare le imposte

PALERMO – La legge regionale sul massimo ribasso continua a fare discutere e soprattutto pone l’attenzione sul crescente fenomeno del sommerso. Dati statistici alla mano in Sicilia pare in enorme espansione il ricorso alla mano d’opera in nero.
Le oltre 10.000 aziende totalmente o in parte scoperte a praticare il sommerso a consuntivo del 2010 dall’ispettorato regionale al Lavoro avevano già dato il senso di questo allarme. Oramai è sfatato il dato statistico di un’economia imprenditoriale nell’isola che è al 30 per cento irregolare. In realtà oggi si arriva ad un riscontro che tocca l’impressionante quota del 50 per cento: cioé un’impresa su due si affida a pratiche illegittime (assunzioni in nero, mancato pagamento delle imposte, ecc….) per restare a galla e tirare a campare.
Il problema però è stato aggravato in questi ultimi tempi dalla nuova legge regionale sugli appalti, quella del 6 agosto del 2010, che ha dato la mazzata definitiva all’economia imprenditoriale siciliana. In particolare all’edilizia. Secondo la maggior parte delle organizzazioni di categoria, e non solo, questa norma sta uccidendo ciò che restava di legale tra le aziende siciliane, specie sul fronte dell’edilizia. Il nuovo campanello d’allarme viene lanciato in questi giorni dall’Ance di Ragusa: “Questa norma che stabilisce l’aggiudicazione al massimo ribasso per gare oltre il milione di euro – dice il presidente ragusano dell’organizzazione degli edili, Giuseppe Grassia – spinge molte imprese, in questo periodo di crisi, a proporre ribassi irragionevoli, irrazionali, insostenibili e, certamente, pericolosi”.
Messaggio abbastanza chiaro: un’impresa in crisi pur di aggiudicarsi un appalto propone ribassi impossibili e utilizza mano d’opera in nero per tagliare al massimo le spese e rientrare nei guadagni. “Soltanto una attenta e scrupolosa valutazione delle offerte – aggiunge Grassia – può garantire la Pubblica amministrazione, mettendola al riparo non solo da contenziosi, ricorsi e riserve ma anche dal ritrovarsi a fare i conti con opere incompiute, nella migliore delle ipotesi, ovvero lavori non eseguiti a regola d’arte ed il proliferare del lavoro nero con assoluta assenza di tutela per la salute e la sicurezza delle maestranze impiegate”.
 
Dunque la “medicina”, cioè a dire la nuova legge, si è rivelata più pericolosa della “malattia”, rappresentata dalla precedente norma (implosa sul valore unico del 7,3152 di ribasso) e adesso necessita correre ai ripari prima che sia troppo tardi. Si sa poi che l’edilizia mette in movimento un enorme indotto. Ad alzare la voce sono stati anche i geologi: “Il ricorso al massimo ribasso per gli incarichi di progettazione – ha detto il presidente dell’Ordine regionale dei geologi di Sicilia, Emanuele Doria – incide pesantemente sulla qualità della progettazione, in quanto il mercato dei professionisti vede partecipazioni alle gare con punte di oltre il 70 per cento e ribassi medi superiori al 50 per cento dell’importo dell’onorario”. Anche qui sembra che c’entri il fattore crisi: un professionista, pur di lavorare, propone ribassi impossibili.
 

 
L’approfondimento. Qual è stato l’iter della nuova legge regionale
 
La Regione ha varato la nuova legge sugli appalti per rimettersi in “regola” con la normativa nazionale, ponendola al riparo dalle impugnative dell’Unione europea e garantendole gli strumenti per evitare che si registrino offerte tutte legate al ribasso del 7,251 per cento: un «numero magico» che per la Commissione europea non andava bene. La legge è passata a Sala d’Ercole, non senza fortissime polemiche, con 54 voti favorevoli e nessuno contrario ma con il Pdl lealista che ha abbandonato l’aula proprio mentre veniva aperta la votazione. La nuova norma, in soldoni, ha puntato soprattutto a eliminare le offerte anomale ed effettivamente lo fa con un procedimento matematico preciso. La media per individuare l’offerta più congrua viene fatta escludendo le proposte con il ribasso maggiore e quelle con il ribasso minore. Con le proposte restanti sarà determinata una media alla quale aggiungere poi lo «sconto medio aritmetico», misura della distanza di tutte le offerte della media precedentemente determinata. Una volta stabilito il valore dell’offerta ideale, verranno escluse senza appello quelle con un ribasso eccessivo. Ma questo riguarderà solo gli appalti di importo inferiore al milione di euro. Per quelli d’importo superiore, alle imprese verrà concessa una prova d’appello. Significa che le offerte considerate anomale non vengono scartate.

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