Consorzi di bonifica da riformare in fretta - QdS

Consorzi di bonifica da riformare in fretta

Giovanna Naccari

Consorzi di bonifica da riformare in fretta

venerdì 22 Aprile 2011

Forum con Salvatore Barbagallo, dirigente generale Dipartimento regionale Interventi infrastrutturali per l’agricoltura

Quali sono gli obiettivi più importanti da raggiungere entro la fine dell’anno?
“Siamo impegnati su diversi fronti. Fra questi, abbiamo intenzione di arrivare all’approvazione della legge di riforma dei Consorzi di bonifica e di avviare le opere irrigue. Inoltre, ci poniamo l’obiettivo di realizzare le misure del Piano di sviluppo rurale per le parti di competenza del Dipartimento che dirigo. Queste misure prevedono anche l’avviamento dei Gal, Gruppi di azione locale, per i quali stiamo lavorando ai decreti. Finalmente i Gal vedranno la luce e così si potrà creare lo sviluppo del territorio partendo dal basso, ovvero da quelle aggregazioni degli enti pubblici e dei privati su piani condivisi”.
Che tempi prevedete per la riforma dei Consorzi di bonifica?
“Intanto abbiamo ereditato una situazione pesante, che ha portato alla luce debiti rilevanti, esistenti da circa venti anni. Debiti maturati a causa di contenziosi sui lavori e per una cattiva gestione. L’attuale amministrazione ha trovato debiti rilevanti in molti di questi Consorzi”.
Quale soluzione proponete?
“Stiamo cercando di avviare un’azione di risanamento in quei Consorzi dove l’operazione è fattibile. Per qualche altro Consorzio, invece, saremo probabilmente costretti a valutare soluzioni estreme che potrebbero portare alla liquidazione. Laddove si è accumulata una situazione debitoria insostenibile, infatti, come purtroppo è accaduto per altri enti della Regione siciliana, è necessario  intervenire in maniera decisa”.
C’è la volontà politica di intervenire?
“Considerata la realtà attuale, più che una volontà politica, direi che si tratta di un’esigenza di carattere amministrativo. Quando ci troviamo di fronte a situazioni che sotto il profilo amministrativo non si reggono, non è più compito della politica intervenire, ma è compito del direttore generale agire in maniera definitiva per mettere fine a questa emorragia di denaro. Per la riforma dei Consorzi abbiamo disposto un disegno di legge che prevede la riduzione dagli attuali 11 a 5. Riformare i Consorzi significa non soltanto ridurli e accorparli, ma anche ridistribuire il personale secondo le  reali esigenze. In qualche caso, infatti, il personale non si trova nei Consorzi per esigenze reali di risorse umane e questa realtà, che ci viene dal passato, ha determinato forti squilibri. Credo che un accorpamento dei Consorzi, laddove si reputi necessario, serva anche a distribuire ed impiegare meglio questo personale. Inoltre è anche necessario intervenire per la ridefinizione dei limiti dei comprensori di bonifica che oggi risultano assolutamente inadeguati perché la legge, nel passato, ha previsto dei limiti su base amministrativa provinciale. Cercheremo di creare dei comprensori che siano funzionali sotto il profilo idraulico, ovvero per una funzionalità per bacino idrografico e per sistema idrico”.
L’altro obiettivo riguarda le opere irrigue.
“Quest’anno abbiamo avviato opere irrigue per un importo di circa 150 milioni di euro. I lavori sarebbero dovuti partire con i Piani irrigui nazionali del 2003 e del 2005, ma per vari motivi non sono stati realizzati. Oggi noi abbiamo riaggiornato i progetti e stiamo emanando i bandi. Finalmente, dopo un lungo iter, si stanno sbloccando opere che determineranno l’ammodernamento degli impianti siciliani e porteranno ossigeno all’occupazione”.
Per combattere la crisi dell’agricoltura siete intervenuti anche accorciando la filiera. Come procedono gli accordi?
“Gli accordi per accorciare le filiere sono in corso. Siamo già partiti con il latte per la valorizzazione del prodotto siciliano e stiamo cercando di realizzare accordi con la grande distribuzione. Sono previsti accordi di filiera per il vino, il pane, la pasta e si stanno realizzando anche per il pomodorino di Pachino. Intendiamo portare i prodotti siciliani migliori nella grande distribuzione per dare una boccata d’ossigeno ai produttori e per consentire ai consumatori di acquistare cibi di provenienza sicura e di qualità”.
 

 
Guerra in Libia e sbarco degli immigrati aggravano la crisi della pesca siciliana
 
Cosa si può fare per la pesca del novellame?
“Le norme Ue tendono a frenare l’attività perché mirano a ridurre lo sforzo di pesca e la questione ha messo in crisi circa 300 imbarcazioni. Il problema possiamo affrontarlo all’interno dei Piani di gestione locale. Intanto, stiamo inserendo in Finanziaria un emendamento per erogare un aiuto. E’ poca cosa rispetto alla perdita economica di armatori e pescatori, ma possiamo fare solo questo all’interno dell’Europa”.
Quali sono gli altri interventi del Fep?
“Sono previsti investimenti a bordo dei pescherecci e per l’innovazione della flotta. Inoltre abbiamo interventi per l’acquacoltura e la maricoltura attraverso bandi pubblicati già per l’importo di 17 milioni di euro. Abbiamo anche messo a diposizione dei Comuni bandi per 20 milioni di euro per l’ammodernamento di porti e pescherecci. Sono previste anche la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti ittici. Abbiamo emanato bandi già per 30 milioni di euro”.
Qual è l’emergenza da affrontare?
“La guerra in Libia. Non ne vediamo gli effetti, ma basta pensare che la pesca è entrata di più in crisi e non ne usciremo subito perché, finito il conflitto, occorrerà bonificare le acque dagli scarichi dovuti all’evento bellico. Infine, non dobbiamo dimenticare il dramma dei profughi, gli sbarchi dei migranti e tutto ciò che hanno vissuto i pescatori di Lampedusa e di altre marinerie siciliane. Problemi affrontati, comunque, sempre con grande spirito umanitario. La Sicilia dovrà chiedere uno stato di crisi per la pesca”.
 

 
Fep, bandi per 110 milioni e altri 30 milioni nel 2011
 
Come funziona l’informatizzazione del Dipartimento?  
“Funziona bene. Abbiamo anche un portale specifico che fornisce informazioni sia sulle attività che svolgiamo che sui bandi. Il portale è molto visitato dagli operatori del settore. Abbiamo comunicato, per esempio, tutti i bandi avviati con il Piano di sviluppo rurale. Sono quasi la totalità e ritengo che anche quest’anno, così come è accaduto nel 2010, riusciremo a certificare la spesa”.
Lei ha la direzione ad interim della Pesca. Quali sono i traguardi più importanti raggiunti?
“La pesca rappresenta un comparto molto importante per la Sicilia e per l’economia. Quindi va adeguatamente sostenuta, tenendo presente però anche l’esistenza di molti vincoli e regole che provengono dall’Unione europea.  In questi sette anni di programmazione comunitaria, tuttavia, abbiamo avuto un programma molto importante, il Fep, fondo europeo per la pesca, con una dotazione per la Sicilia di circa 150 milioni di euro. Rispetto alle risorse, il Dipartimento ha già emanato bandi per oltre 110 milioni di euro. Siamo in regola con la programmazione e la certificazione della spesa e, per il 2011, ci poniamo l’obiettivo di spendere 30 milioni di euro nelle diverse misure proposte. Il Fep guarda al sistema della pesca. Ha quindi misure che riguardano aiuti agli armatori, aiuti ai pescatori, agevolazioni per il miglioramento di porti e ripari, oltre al miglioramento delle attrezzature di pesca. Guadare al sistema significa anche sviluppare i piani di gestione locale che riguardano comparti, marinerie specifiche, distretti, che possono autoregolamentarsi sempre all’interno di norme europee, ma che consentono di dotarsi di regole specifiche”.
 

 
Curriculum
 
Salvatore Barbagallo è nato a Catania nel 1956. Laureato in Ingegneria idraulica, è ordinario di Idraulica agraria all’Università di Catania. È stato presidente della Conferenza nazionale dei presidi delle facoltà di Agraria, membro del Comitato guida del Prin 2007 e del Consiglio dei dipartimenti del Cra; consulente del Prefetto di Ragusa per l’emergenza rifiuti solidi urbani dal 2000 al 2004, e del Comune di Siculiana per problemi ambientali nel 2008. È dirigente generale del dipartimento regionale Interventi infrastrutturali per l’Agricoltura.

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