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Palermo – Palme infette, nessuno pensa ai pericoli dei “tronchi cadenti”

Claudio Di Gesu

Palermo – Palme infette, nessuno pensa ai pericoli dei “tronchi cadenti”

venerdì 22 Aprile 2011

Indispensabile l’asportazione dei tronchi. I cittadini non provvedono e le istituzioni nemmeno. Le piante vuote all’interno rischiano di collassare e di cadere su auto e passanti

PALERMO – Bellissime palme sostituite da “obelischi palmorei”! Potrebbe essere questa la nuova frontiera dell’arredo urbano. In realtà, quello che si vede girando per le vie della città, dalla periferia al centro è solo un altro esempio dell’inefficienza della gestione di una calamità chiamata “punteruolo rosso”. Se da un lato si stanno tentando numerose cure, dall’altro si comprende che, per avere successo, per fermare il punteruolo, bisogna accorgersi in tempo della sua presenza. Lotta preventiva, eradicazione, sono in effetti, anche se parzialmente, i soli mezzi efficaci ma, l’insidia peggiore, è quella dei tronchi non rimossi.
Uno di questi esempi è visibile transitando lungo il viale Campania, dove i palazzoni fanno da cornice a un grande viale a doppia corsia. Quasi ad angolo con via Emilia, in uno slargo del marciapiede che diventa area condominiale privata, fa, bella mostra, un esempio di “obelisco palmoreo delle canarie”. In realtà si tratta di uno dei tanti scheletri di palma delle canarie di cui la nostra città avrebbe fatto volentieri a meno, dopo l’invasione iniziata intorno al 2005 dell’insetto che uccide le palme: il punteruolo rosso.
Poderoso e aggressivo, con un lungo rostro che usa per scavare negli stipiti delle palme. Dove arriva, le piante collassano improvvisamente e le chiome appassite, si afflosciano come ombrelli richiusi. Dentro vivono colonie di larve (250 uova che un singolo adulto può deporre alla base o all’inserzione delle foglie o in un apposito buco scavato con il rostro e chiuso da un impasto di saliva) e c’è cibo e una temperatura confortevole (8/10gradi), ma basta un aumento di temperatura (l’estate è all’uscio), per far volar via migliaia d’insetti.
Ecco perché l’asportazione dei tronchi è indispensabile, ma chi paga per tutto ciò? Ai sensi Dell’art.12 del D.M. 09/11/07 – Lotta obbligatoria contro il punteruolo rosso della palma – è comunque l’utente tenuto a effettuare le operazioni di abbattimento e distruzione, dandone comunicazione allo Sfr (Servizio fitosanitario regionale). Certo è che la soluzione è ancora ben lontana dall’essere trovata ma, nello stesso tempo, lasciare questi tronchi di palma (oramai nella quasi totalità svuotati al loro interno), così senza far nulla, può diventare davvero pericoloso. Tenuto conto della loro altezza e della concreta possibilità di collassare improvvisamente e quindi crollare su ignari passanti, sarebbe opportuno che si procedesse alla loro eradicazione in tempi assolutamente brevi.
Salvo che, correndo questo rischio, non si voglia lasciare in visione, in una sorta di mostra d’arte “fallica” permanente, l’inoperatività dell’utente proprietario del suolo, ma anche di chi, istituzionalmente nella città, ha il dovere di cautelare la sicurezza di tutti, magari sostituendosi ai privati, fatto salvo l’onere di addebitare agli stessi, le spese per l’abbattimento il trasporto e la distruzione in centri autorizzati.

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