Arriva il processo civile telematico - QdS

Arriva il processo civile telematico

Claudio Di Gesu

Arriva il processo civile telematico

mercoledì 27 Aprile 2011

Forum con Leonardo Guarnotta, presidente del Tribunale di Palermo

Quanti giudici ci sono in organico? Sono sempre sufficienti rispetto alle necessità.
“L’organico è di 125 giudici e, anche se fosse completo, è assolutamente inadeguato all’aumento esponenziale di domanda di giustizia. I giudici in realtà sono 100 più altri 17 presidenti di Sezione oltre a me. Dei cento giudici in realtà ne mancano sei e, altri sette, stanno per essere trasferiti (sei in Corte d’Appello e uno occuperà il mio posto a Termini Imerese). L’assenza di questi 13 giudici moltiplica le nostre difficoltà. Le cinque Sezioni penali sono al minimo sindacale poiché ci sono cinque giudici e un presidente di Sezione che sono appena sufficienti a fare due collegi. Le Sezioni civili sono quattro, di cui una specializzata (fallimenti-esecuzioni immobiliari e mobiliari). Se un giudice dovesse andare in malattia o una collega in maternità, siamo già al collasso! In questo quadro, la presenza dei Got (Giudici onorari di Tribunale) un po’ ci aiuta. La loro attività copre un buon 30% del nostro lavoro, anche se in maniera molto limitata, in quanto, questi giudici non possono espletare tutte le attività (fallimenti-esecuzioni-separazioni-divorzi-volontaria giurisdizione e alcuni reati penali)”.
Quanti sono gli amministrativi? Sono sufficienti?
“Sono circa 400, ma anche questo numero, se pur a prima vista potrebbe sembrare elevato, è assolutamente insufficiente. Un solo esempio: possiamo depositare celermente le sentenze ma poi, per l’eccessivo carico di lavoro e la mancanza di personale, passano due o tre mesi per la pubblicazione. Oltretutto se da un lato il personale va in pensione e dall’altro per legge non se ne assume dell’altro, il bilancio sarà sempre negativo”.
Qual è il saldo tra i procedimenti pendenti e quelli conclusi nell’ultimo anno di riferimento?
“Per quanto riguarda il civile, siamo riusciti a contenere mese per mese la sopravvenienza, mentre nel penale tenuto conto della complessità di procedimenti che durano anche diversi anni, la situazione è un po’ più difficile. In realtà ci sono processi che si smaltiscono subito (a citazione diretta) cioè senza passare attraverso il Gup (Giudice dell’Udienza preliminare) e di questi, se ne occupano i Got. In realtà ambedue i settori (civile e penale) sono in sofferenza ma il penale è sotto la lente d’ingrandimento dell’opinione pubblica, mentre il civile interessa a pochi”.
Le strutture a vostra disposizione sono adeguate? Qual è il vostro livello d’informatizzazione?
“E’ indecoroso che in un Tribunale come quello di Palermo (il quinto d’Italia), ci siano i faldoni nei corridoi! Stiamo cercando di fare di tutto e di più. Innanzitutto ottenere la disponibilità di cinque capannoni nella zona di Brancaccio e più esattamente di beni confiscati alla mafia. La disponibilità però non basta giacché le condizioni di abbandono sono evidenti per cui occorre avere anche l’utilizzabilità. L’obiettivo è di trasferire tutti i nostri archivi in unica struttura, che attualmente sono suddivisi in sei locali diversi, alcuni fatiscenti. Nello stesso tempo ho ricostituito la “Commissione scarto”, per far in modo di mandare al macero i documenti non più utilizzabili. Per far ripristinare almeno uno di questi capannoni, non avendo disponibilità economiche dal Ministero, ci siamo rivolti a Confindustria (area legalità) chiedendo se era possibile che un’impresa potesse metterci in sicurezza la struttura in modo da poterla utilizzare. La richiesta è stata prontamente accolta da Confindustria che, tramite la partecipazione di aziende iscritte, metterà in cantiere le opere necessarie al risanamento. Sarà così possibile trasferire la quasi totalità dei nostri archivi, ragionevolmente subito dopo l’estate. Per quanto riguarda il livello di digitalizzazione posso dire che sta partendo a breve un progetto per la digitalizzazione di tutto il fascicolo processuale, in modo da potere consentire un dialogo diretto tra il Tribunale, la Procura e Gip con l’informatizzazione delle misure di prevenzione. Il civile è già informatizzato su tutte le aree. Entro il 30 aprile di quest’anno entrerà in funzione il processo civile telematico”.
 

 
Il processo breve non risolve i problemi basterebbe avere i mezzi giusti per ridurre i tempi
 
Qual è la sua idea a proposito delle varie ipotesi di riforma del sistema giudiziario?
“Quella che si sta attuando non è una riforma, e non la considero tale. La riforma del sistema giudiziario non sta nel processo breve, nella prescrizione breve. Più che una prescrizione breve, credo sia, una breve prescrizione del processo. Se si guardasse il Codice di procedura penale, si scoprirebbe che esiste una norma in base alla quale fra le udienze devono intercorrere dieci giorni. Di conseguenza se noi avessimo il personale, i colleghi e gli strumenti necessari, potremmo fissare le udienze in maniera regolare. Basterebbe avere i mezzi e le strutture necessarie e non avremmo necessità di modificare nulla.
Questa riforma porterà allo sfascio della giustizia: gli avvocati cercheranno di allungare i tempi il più possibile, gli imputati non avranno certamente interesse e quindi si arriverà, dopo tre anni, alla prescrizione del reato. Moriranno così molti processi e si faranno solo quelli che sono sotto i riflettori dell’opinione pubblica sottoponendo il magistrato a una maggiore esposizione e a ulteriori responsabilità. Secondo il mio punto di vista, questa è una riforma punitiva che, porterà altro aggravio ai già conosciuti e mai risolti problemi organizzativi in capo alla giustizia. Ha un senso tutto ciò?  L’Italia, “culla” del diritto rischia così di trasformarsi nella “tomba” del diritto”.
 

 
Curriculum
 
Leonardo Guarnotta è nato a Palermo il 12 febbraio 1940. Settantuno anni di cui quarantasei trascorsi in magistratura. Il suo ingresso in magistratura risale al 5 aprile 1965. Giudice istruttore a Milano, poi pretore a Niscemi e a T. Imerese, città nella quale in seguito è stato anche giudice. Quindi l’esperienza a Palermo, prima come presidente di sezione del Tribunale e di Corte d’Assise. Dal cinque marzo 2003 presidente del Tribunale di T. Imerese. Nel capoluogo ha fatto parte per un decennio del pool antimafia, dove è ritornato dal 16 settembre 2010 come Presidente del Tribunale.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017