Emergenza carceri in Sicilia, agenti sempre più a rischio - QdS

Emergenza carceri in Sicilia, agenti sempre più a rischio

Michele Giuliano

Emergenza carceri in Sicilia, agenti sempre più a rischio

mercoledì 27 Aprile 2011

Manca all’appello almeno il 10 per cento del personale minimo previsto nella pianta organica. Scarsa sicurezza nelle strutture: urge un serio confronto con il governo nazionale

PALERMO – “Lo diciamo con fermezza e grande preoccupazione, il fenomeno carceri in Sicilia sta implodendo”. È l’allarme lanciato dal segretario regionale dell’Ugl Polizia Penitenziaria, Francesco D’Antoni. In particolare viene messa in evidenza la scarsa sicurezza delle strutture e quindi dei lavoratori, in questo caso gli agenti di polizia penitenziaria.
“Purtroppo il grido d’allarme sulla carenza d’organico, il sovraffollamento e l’obsolescenza delle strutture carcerarie, più volte da noi denunciato anche al cospetto del prefetto di Palermo durante la recente manifestazione regionale di protesta, – aggiunge D’Antoni – è caduto nel vuoto”. “La scia di sangue tra detenuti e agenti – osserva Giovanni Condorelli, segretario generale dell’Ugl Sicilia -, ultimo dei quali quello dell’assistente capo della Polizia Peniteziaria in servizio a Caltagirone, è emblematico. Urge un serio confronto con il governo nazionale, così come fortemente richiesto e auspicato dalla nostra segreteria generale”.
È del 15 aprile il più recente intervento della polizia penitenziaria, ormai giornalmente impegnata in prima linea contro il “fenomeno” dei suicidi di detenuti. Segno proprio dei gravi disagi che si registrano all’interno delle carceri siciliane. Secondo quanto stimato dall’Ugl, dall’inizio dell’anno ad oggi si sono registrati ben 250 tentati suicidi. “I detenuti sottratti a morte certa, da parte della Polizia Penitenziaria – aggiunge in una nota Francesco D’Antoni -, nello stesso periodo, sono circa 60, altri 18 i suicidi di detenuti in cella, 2 i suicidi di agenti penitenziari. Sono dati – conclude D’Antoni – che danno il senso reale della gravità di tutto quel che sta accadendo sotto gli occhi di tutti nel mondo delle carceri siciliane motivo per cui, la nostra organizzazione, denuncerà senza mezzi termini, il dramma delle carceri su tutti i livelli di interlocuzione sindacale, sia regionale che nazionale”.
I sindacati da più parti chiedono con fermezza una rivalutazione del lavoro della Polizia penitenziaria e una riforma che, partendo dalla risoluzione del drammatico problema della carenza di personale e dal sovraffollamento delle carceri, garantisca migliori condizioni al personale e ai detenuti e, dunque, maggiore sicurezza per la collettività.
Secondo un documento elaborato dai sindacati, sono 5.000 gli agenti di polizia penitenziaria in Sicilia, mentre la carenza di organico stimata è di 518 unità. Sono circa 8.000, invece, i detenuti nelle strutture penitenziarie, 3.000 in più rispetto alla capienza massima prevista che dovrebbe essere di circa 5.470 posti. “In una terra dove il problema vero è la mafia, come si fa a fronteggiare la situazione – dice il segretario regionale della Fns Cisl, Giovanni Saccone – senza mezzi, personale, strutture e risorse. Abbiamo organizzato lo stato di agitazione per chiedere al governo, che ha fatto della sicurezza il suo cavallo di battaglia durante l’ultima tornata elettorale, un intervento immediato. La Sicilia non può essere trattata in questo modo”.
 

 
L’approfondimento. Ad Agrigento l’ultimo sit-in organizzato
 
Sovraffollamento nella casa circondariale di Agrigento, carenza di fondi e conseguente ridimensionamento delle indennità, mezzi di trasporto non idonei, assenza di pari opportunità tra il personale, scarsa attenzione allo sviluppo professionale, mancanza di tranquillità sui luoghi di lavoro e non rispetto degli accordi raggiunti tra le organizzazioni sindacali e la direzione. Sono queste le principali motivazioni che hanno indotto i sindacati Ugl, Sappe, Osapp, Uil, Cisl e Cnpp ad organizzare una manifestazione di protesta che si è tenuta in questi giorni proprio nella città dei Templi. Per Francesco D’Antoni, segretario regionale dell’Ugl Polizia Penitenziaria, “le condizioni di estremo disagio che il personale vive presso la struttura agrigentina sono giunte al limite. Da tempo i sindacati chiedono con forza alle istituzioni di prestare attenzione al clima di invivibilità che caratterizza le carceri siciliane e le consequenziali difficoltà con le quali la Polizia Penitenziaria opera quotidianamente”. Per l’esponente dell’Ugl serve anzitutto garantire ordine e sicurezza in queste condizioni: “La conseguenza è che gli agenti rischiano quotidianamente la vita – aggiunge D’Antoni – nell’indifferenza generale”.

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