Un marchio per l’olio siciliano che indica origine e provenienza - QdS

Un marchio per l’olio siciliano che indica origine e provenienza

Vincenza Grimaudo

Un marchio per l’olio siciliano che indica origine e provenienza

venerdì 03 Luglio 2009

Dal 1 luglio il regolamento Ue che obbliga a inserire nelle etichette la dicitura “Prodotto italiano”. La tracciabilità del prodotto offre una maggiore tutela dei consumatori

TRAPANI – L’olio d’eccellenza prodotto nella provincia di Trapani ha un suo contrassegno. Ma se per il consumatore da una parte c’è più chiarezza, dall’altra però rimarranno a navigare in un mercato nella sostanza immutato. A mettere i puntini sulle “i” in tal senso è l’organizzazione di tutela dei consumatori dell’Aduc che mette tutti in guardia e quindi in particolar modo i consumatori della provincia trapanese. Il caso è stato sollevato in quanto dallo scorso 1 luglio è subentrata una nuova normativa. In pratica, è scattato in Italia il regolamento europeo che obbliga a indicare in etichetta l’origine delle olive per gli oli extravergini e vergini. L’olio ricavato da olive italiane potrà essere etichettato con la dicitura “Prodotto italiano”. Quindi, quello trapanese, che è l’eccellenza nel suo genere nel panorama italiano, avrà uno suo contrassegno di qualità.
“Il dato positivo c’è – afferma il segretario dell’Aduc Primo Mastrantoni – perché sulle etichette deve essere indicato il nome del Paese produttore e, finalmente, avremo la scritta “Prodotto in Italia”, riconoscimento di fatto riservato agli oli Dop. Ma, c’è sempre un ma…. Nel regolamento, infatti, è inserito il comma che stabilisce che gli Stati membri possono vietare la produzione, sul loro territorio, delle miscele di oli di oliva e di altri oli vegetali di cui al primo comma per il consumo interno. Tuttavia essi non possono vietare la commercializzazione, sul loro territorio, delle suddette miscele di oli provenienti da altri paesi, né vietare la produzione, sul loro territorio, di dette miscele ai fini della commercializzazione in un altro Stato membro o dell’esportazione”. Tradotto significa che i produttori della provincia di Trapani non potranno, se vietato, produrre oli con miscele non italiane per il consumo interno ma possono produrli per esportarli in altro Paese. Insomma, per i trapanesi così come per il resto degli italiani solo olio italiano (quando indicato) ma per gli stranieri vanno bene le miscele italiane e no. “Si tratta – aggiunge Mastrantoni – della classica furbizia italiota. In aggiunta non possiamo vietare la vendita, in Italia, delle miscele di oli provenienti da altri Paesi. Dal punto di vista del consumatore la nuova normativa non apporta grandi cambiamenti, perché chi vuoleun prodotto italiano e pregiato può sempre acquistare un olio Dop.
Ricordiamo che siamo un Paese importatore di olio e olive che servono, tra l’altro, ai nostri produttori per comporre le miscele di oli da esportare”. Per i trapanesi, infatti, non cambia nulla poichè l’olio di produzione interna ha avuto il riconoscimento della Denominazione d’Origine Protetta (D.O.P.) per l’extravergine d’oliva ottenuto rispettando il disciplinare di produzione “Valli Trapanesi”, in virtù del Regolamento (CEE) n.2325/97 della Commissione. Sostanzialmente il nuovo regolamento lascia in realtà immutate le insidie per i consumatori. Nel mercato della provincia trapanese, così come nel resto d’Italia, resteranno in circolazione prodotti non eccellenti, in alcuni casi di dubbia provenienza e quindi di scarsa qualità ma a prezzi nettamente inferiori. Il rischio resta sempre dietro l’angolo anche con la nuova normativa.
 

 
Eccellenza e qualità riconosciuta all’olivicoltura del trapanese
 
TRAPANI – La provincia di Trapani resta un territorio ad altissima produzione di olio extravergine di assoluta e indubbia qualità. Secondo l’ultimo censimento del Consorzio “Valli Trapanesi” in questo territorio si contano quasi 23 mila ettari di terreno coltivati ad oliveto con oltre un milione e 800 mila piante e quasi 24 mila aziende operanti nel settore. La produzione media in quintali di olive ammonta a 300 mila quintali, da cui si ricavano poco più di 60 mila quintali di olio. Da tempo molte pubbliche amministrazioni del territorio stanno portando avanti una politica di valorizzazione del prodotto, avendo capito davvero l’eccellenza della produzione che può davvero superare la concorrenza nel mercato nazionale e non solo. “Siamo impegnati – ha dichiarato il Presidente della Provincia regionale di Trapani Mimmo Turano- su tutti i fronti, per la promozione e valorizzazione dei prodotti d’eccellenza della nostra provincia. è anche opportuno far apprezzare le qualità gastronomiche anche ai nostri ragazzi che spesso, conoscono di più i prodotti reclamizzati sui media e molto meno ciò che di buono la nostra terra produce. Insomma educhiamo i nostri ragazzi e non solo, a preferire i nostri prodotti aiutando così anche l’autoconsumo”. (vg)

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