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Ragusa – La minaccia delle perforazioni al largo delle coste ragusane

Marcello Medica

Ragusa – La minaccia delle perforazioni al largo delle coste ragusane

sabato 07 Maggio 2011

Scaduto il termine per presentare osservazioni alle Valutazioni di incidenza e impatto ambientale. Alcune compagnie petrolifere intendono avviare attività di sondaggio e trivellazione

RAGUSA – Ritorna l’incubo delle perforazioni al largo del canale di Sicilia e in particolare al largo della costa ragusana. Era stata, qualche mese fa, la società inglese Northern petroleum ad annunciare l’intenzione di avviare, entro il primo semestre del 2011, le perforazioni per le quali è stata già autorizzata. Il permesso alla società inglese è stato rilasciato nel 2004 e sarebbe dovuto scadere nel 2010, ma il ministero dello Sviluppo economico ha autorizzato la proroga, cosicché la Northern petroleum, ad oggi, ha tutte le carte in regola per poter avviare le perforazioni. Il tutto nonostante le prese di posizione di associazioni ambientaliste e amministratori locali, nonché dell’assessore regionale al Territorio e Ambiente, Gianmaria Sparma, che si è dichiarato impossibilitato a fermare l’autorizzazione concessa alla società inglese ma intenzionato, nel caso la Northern dovesse entrare in azione, a coinvolgere l’opinione pubblica per fermare un ulteriore scempio.
L’assessore Sparma, recentemente, ha ribadito che la linea della Giunta regionale è stata indirizzata non solo al blocco del rilascio di nuove autorizzazioni per le ricerche di idrocarburi, ma, addirittura, al blocco delle installazioni delle piattaforme petrolifere nel Canale di Sicilia. Sulla stessa linea, il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, il quale ha già espresso la sua contrarietà alle trivellazioni nel Val di Noto, ribadendo che la difesa di questi territori fosse già un fatto compiuto attraverso il Piano paesistico della provincia di Ragusa.
A quanto pare, però, altre società sarebbero già pronte ad avviare le loro attività di sondaggio, come la compagnia Transunion petroleum Italia, che dovrebbe intervenire nelle acque al largo di Pozzallo, o le trivellazioni vere e proprie, da parte della compagnia Audax, nei fondali a largo di Pantelleria. Proprio riguardo alle attività di sondaggio per opera della Transunion petroleum al largo delle coste ragusane, è scaduto lo scorso 27 aprile il termine per i Comuni iblei, per presentare le osservazioni relative alla procedura di Valutazione di incidenza e d’impatto ambientale, inviatagli dalla compagnia petrolifera oltre un mese prima. Ad oggi, però, sono pochi i sindaci che sono intervenuti con osservazioni riguardo alla documentazione, contenente anche la richiesta di autorizzazione alle ricerche.
 

 
L’appello. Chiesto l’intervento del prefetto
 
RAGUSA – A denunciare il silenzio della maggior parte delle istituzioni iblee è il coordinatore provinciale del sindacato Isa, Giorgio Iabichella, il quale evidenzia come “l’anno scorso, quando le aziende petrolifere chiesero di ricercare l’oro nero nel Val di Noto, dovette intervenire l’onorevole Fabio Granata a difesa del territorio, aiutandoci a ‘scacciare’ il pericolo”.
“Oggi – aggiunge Iabichella – siamo stati di nuovo abbandonati, e fra qualche giorno inizieranno le trivellazioni, mettendo a rischio l’ambiente marino e la bellezza delle nostre spiagge. Speriamo che  qualche deputato extra-provinciale agisca…”.
Iabichella ha chiesto anche al prefetto di intervenire, convocando tutte le forze politiche e sociali attorno a un tavolo, per poter ricercare una soluzione concreta e far fronte comune contro le minacce al territorio, terrestre e marino, abbandonando i colori politici e sindacali e riflettendo insieme sul futuro del territorio ove dovranno vivere le future generazioni.
 

 
Un coro di “No” dai sindaci iblei
 
RAGUSA – Dopo la comunicazione della Transunion petroleum Italia ai ministeri dell’Ambiente, dei Beni culturali e dello Sviluppo economico, alla Regione, alla Provincia e ai Comuni interessati, chiamati a esprimersi sulla procedura di Valutazione di impatto ambientale, i sindaci di Pozzallo, Santa Croce Camerina, Scicli e Ragusa hanno espresso vivamente la loro preoccupazione e contrarietà riguardo a ogni tipo di attività da parte delle compagnie petrolifere a largo delle coste ragusane.
Il sindaco di Pozzallo, Giuseppe Sulsenti, ha invitato i colleghi a far fronte comune per dire da subito no alla richiesta della Transunion, nella convinzione che questo tipo di ricerca industriale possa mettere a serio rischio l’ambiente marino e la bellezza delle spiagge del litorale ibleo.
Al sindaco Sulsenti ha fatto eco il sindaco di Santa Croce Camerina, Lucio Schembari, il quale ha affermato che “simili ricerche costituiscono un danno all’immagine della provincia di Ragusa che ha investito sul turismo. Grazie a Montalbano abbiamo avuto un notevole incremento di presenze turistiche nei nostri territori. Se venissero autorizzate tali ricerche il danno sarebbe enorme”.
Anche il sindaco di Scicli, Giovanni Venticinque, si è schierato contro dichiarando come il comune sia “patrimonio dell’umanità per alcuni monumenti dall’enorme valenza architettonica, quindi da tempo ci siamo schierati contro le perforazioni nel nostro territorio”.
Infine, il sindaco di Ragusa, Nello Dipasquale, in una nota ufficiale, ha ribadito la netta ostilità del Comune di Ragusa a interventi di trivellazione in mare in quanto dannosi all’economia turistica e ambientale del territorio, ricordando come già nel 2010 il Comune, con una deliberazione di Giunta, avesse manifestato la sua contrarietà alle trivellazioni petrolifere nel territorio.

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