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Catania – Troppi detenuti e pochi agenti, carceri etnee pronte a esplodere

Melania Tanteri

Catania – Troppi detenuti e pochi agenti, carceri etnee pronte a esplodere

martedì 10 Maggio 2011

Nel rapporto Uil fotografate situazioni disumane nelle Cc di Piazza Lanza, Bicocca, Caltagirone e Giarre. Berretta (Pd): “ Porterò le carenze degli istituti catanesi all’attenzione del Governo”

CATANIA – Una situazione sconcertante, in cui a rischio non vi è solo la salute, ma la vita stessa del personale in servizio. Il “Rapporto sulle Carceri di Catania e provincia”, realizzato dalla Uil Pa e dedicato alla memoria dei dodici agenti penitenziari catanesi morti suicidi, vittime di omicidi o stroncati da infarto e altre cause di servizio in questi ultimi anni, ha riacceso i riflettori sulle pesanti condizioni di vita all’interno delle case circondariali e degli istituti di pena di Catania e Provincia – Piazza Lanza, Bicocca, Caltagirone e Giarre -evidenziando le gravi carenze delle strutture e “lo sconcertante trattamento del personale in servizio”.
Sovraffollamento dei detenuti e carenza di personale di Polizia penitenziaria sono gli elementi che caratterizzano la situazione degli istituti di pena etnei, ai quali si aggiungono le carenze igienico sanitarie e, in generale, l’assenza dei servizi, anche quelli di base, come ad esempio il riscaldamento nei mesi invernali.
La Casa circondariale di Piazza Lanza, ad esempio, ha un organico di 321 agenti uomini e 19 donne di Polizia penitenziaria, ma 96 sono stati distaccati al Nucleo traduzioni e piantonamenti e in altri servizi, pertanto sono in servizio 244 unità in totale a fronte di un organico previsto di 402 uomini e 33 donne. Di fatto, l’organico è carente quasi del 42 per cento. I detenuti, invece, dovrebbero al massimo essere 221, mentre attualmente sono 580: quasi il triplo rispetto al previsto.
Non se la passa meglio la Casa circondariale di Bicocca, con un organico previsto di 220 unità, mentre il personale in servizio effettivo è di 163 unità di cui 33 distaccati fuori sede. La capienza regolamentare dell’Istituto è di 150 detenuti, ma ad oggi ne sono presenti circa 180 sistemati in metà edificio perchè l’altra metà è chiusa per lavori di ristrutturazione. Anche a Bicocca mancano fondi per i contratti di pulizia, manutenzione ordinaria e per la climatizzazione.
E in provicnia il quadro è simile: la Cc di Calatgirone, di recente costruzione e che avrebbe dovuto essere un fiore all’occhiello dell’Amministrazione penitenziaria, si presenta in condizioni strutturali precarie, caratterizzate dalla presenza costante di umidità e dall’insufficienza del sistema fognario, alle quali si aggiunge l’assenza di personale.
Stesso copione per la Casa Circondariale di Giarre, in cui l’organico, che dovrebbe essere di 45 unità, è ridotto alla metà, e in cui si è registrata carenza di servizi essenziali, a cominciare da quelli per garantire la sicurezza del personale.
“È certamente un paradosso – concludono i sindacati nel documento – parlare di aprire nuove carceri, quando in realtà non si possono sfruttare a pieno regime quelle esistenti”.
Una situazione che arriverà in Parlamento, come affermato dal deputato nazionale del Pd, Giuseppe Berretta: “Porterò la vicenda delle gravi carenze di organico e del sovraffollamento degli istituti penitenziari catanesi all’attenzione del Governo nazionale, con un’interrogazione parlamentare che depositerò al più presto sulla base del dossier presentato dalla Uil questa mattina a Catania – ha affermato – non è più tollerabile che l’organico della Polizia penitenziaria sia dimezzato rispetto alle esigenze, così come on sono più tollerabili le condizioni dei detenuti, costretti a pagare una doppia pena: quella inflitta dalla Giustizia e quella dovuta alla vita troppo spesso disumana del carcere”.

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