Ars: “No a fusione di Beni culturali Spa” - QdS

Ars: “No a fusione di Beni culturali Spa”

Raffaella Pessina

Ars: “No a fusione di Beni culturali Spa”

giovedì 26 Maggio 2011

II Commissione sul progetto del Governo per la società con 30 mln di crediti. Resteranno in vita due Cda con i costi conseguenti

PALERMO – Ancora chiasso attorno alle società partecipate della Regione. La commissione Bilancio all’Ars, presieduta da Riccardo Savona, ha deciso di dividere la “Beni culturali spa” da “Multiservizi” e “Biosphera”  come previsto dal piano di riordino dell’assessore all’Economia Gaetano Armao. I componenti della Commissione infatti si sono accorti che “l’elevato numero complessivo dei dipendenti” che uscirebbe fuori dalla fusione (2.105 persone) comporterebbe notevoli problemi sotto il profilo “gestionale, finanziario e operativo”. In poche parole la Beni culturali sta bene finanziariamente, e sarebbe “dannoso” unirsi a una società come Multiservizi in pesante passivo. (dieci milioni di euro in tre anni). Tuttavia la società vanta dei crediti nei confronti delle aziende sanitarie e dei dipartimenti regionali dell’assessorato alla Salute per oltre 30 milioni di euro. La fusione quindi non avverrà e resteranno in vita anche i due Cda con i costi che ne conseguono. Sulle società partecipate della Regione Cgil e Filcams contestano al governo di “procedere in maniera unilaterale senza confronto”.
Intanto ieri il Presidente della Regione Lombardo si è incontrato con il Ministro per i rapporti con le regioni Raffaele Fitto. A questo proposito in Commissione Bilancio Ars Giuseppe Lupo (Pd) ha proposto una risoluzione di tutti i componenti per dare forza alla richiesta del Presidente al Governo nazionale  sulla necessità di poter disporre dei fondi Fas per finanziare il credito d’imposta alle imprese dopo il blocco imposto dal ministro Fitto. Lupo ha dichiarato che : “è inconcepibile che i deputati di destra in commissione Bilancio possano avere esitazioni ad approvare la risoluzione per sbloccare i Fas che possono rilanciare l’economia siciliana in un momento di grave crisi per l’occupazione. Il Piano per il Sud, che prevede la riprogrammazione dei fondi Fas già impegnati dalla Sicilia -continua Lupo- è solo un pretesto del governo Berlusconi per bloccare il credito d’imposta per gli investimenti delle imprese voluto dal Pd e approvato dall’Ars, penalizzando cosi’ la nostra regione.
A confermarlo è la lettera del commissario europeo alle Politiche regionali Johannes Hahn indirizzata ai ministri Frattini, Fitto, Tremonti, che boccia il Piano per il Sud. Il Piano infatti-conclude Lupo- non prevede l’assegnazione di risorse aggiuntive rispetto a quelle già destinate alle regioni del Mezzogiorno”. Immediata la risposta del vice presidente della commissione Bilancio Nino D’Asero del Pdl : “il governo nazionale non c’entra nulla. Lombardo doveva pensarci prima di bloccare il credito di imposta e creare ulteriori disastri nella nostra regione”.  Suul fronte legislativo Giovanni Barbagallo del Pd ha presentato un disegno di legge per contrastrare la povertà in Sicilia. “I dati Istat  – ha detto Barbagallo – sono allarmanti: il 39,9% è a rischio povertà, il 18,8% è in grave deprivazione rispetto, ad esempio, al 10,7% della Puglia, il 15,7% vive in famiglie a bassa intensità lavorativa. L’indice di povertà relativa è il piu’ alto tra le regioni italiane”. Nel disegno di legge è previsto un programma di interventi e servizi a tutela dei cittadini in condizioni di povertà. E in particolare, un contributo a sostegno del reddito di 500 euro mensili per un anno, da finanziare con risorse regionali e comunitarie.

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