Referendum, l’importanza dell’esercizio del diritto di voto - QdS

Referendum, l’importanza dell’esercizio del diritto di voto

Bernardo Frosina

Referendum, l’importanza dell’esercizio del diritto di voto

mercoledì 08 Giugno 2011

“La sovranità appartiene al popolo”, recita l’articolo 1 della Costituzione

CATANIA – Il 12 e 13 Giugno 2011 il cittadino è chiamato ad esercitare il proprio diritto al voto. La Costituzione all’art. 1 prevede che: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Al cittadino è data la possibilità di esercitare uno strumento di democrazia diretta quale è appunto il referendum e di sostituirsi al Legislatore.
Il Referendum è una consultazione popolare con quesiti specifici. Hanno diritto di partecipare al Referendum tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei Deputati.
Il nostro ordinamento prevede vari tipi di Referendum: 1) abrogativo (art. 75 Cost.), per deliberare l’abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge, quando lo richiedono cinquecentomila elettori o 5 Consigli regionali; 2) consultivo (art.132 Cost.), attraverso il quale si può disporre la fusione di Regioni esistenti o la creazione di nuove Regioni; 3) approvativo (art. 138 Cost.), che regola il procedimento di formazione delle leggi costituzionali; 4) confermativo (art. 138 Cost.).
Mentre nel referendum confermativo, i cittadini che desiderino approvare la legge costituzionale devono votare “SI”; nel referendum abrogativo, invece, per mantenere in vigore la legge devono votare “NO”. Inoltre, la validità del referendum confermativo non dipende dal raggiungimento del quorum, mentre il referendum abrogativo, come quello del 12 e 13 giugno, per essere valido ha bisogno che il 50% più uno degli aventi diritto al voto, si rechi alle urne.
L’elettore ha la facoltà di votare per uno o alcuni dei quesiti referendari. I quesiti, sottoposti il 12 e il 13 giugno sono 4 e propongono l’abrogazione totale o parziale di alcune norme in merito a: decreto Ronchi sulla privatizzazione dei servizi idrici (2 quesiti); ritorno all’energia nucleare; legittimo impedimento. I decreti in questione sono già stati approvati dal Parlamento, quindi il cittadino deve decidere se far cadere o meno tali leggi. Votando “SI”, dichiara di non essere favorevole al mantenimento delle leggi su acqua, nucleare e legittimo impedimento,mentre votando “NO”, dichiara di essere d’accordo con quanto già legiferato dal Parlamento. Dunque cosa accadrà il 12 e il 13 giugno? Se vincerà il “SI”, verranno abrogate le norme sottoposte a referendum, se vincerà il “NO”, rimarranno in vigore le norme oggetto del quesito, se non si raggiungerà il quorum il referendum verrà annullato.
Il referendum è l’unico strumento, oltre all’elezioni, che fa diventare il cittadino parte attiva dello Stato Italiano. È semplice lamentarsi di come vanno le cose nel nostro paese e poi non fare niente! Bisogna invece utilizzare gli strumenti di democrazia diretta ed andare a votare per rendere il referendum valido, per fare valere il proprio diritto di cittadini, per potere esprimere il proprio parere.
Se il 12 e 13 giugno pensate dunque di recarvi al mare, non dimenticate prima di andare a votare ed esercitare il vostro diritto di cittadini italiani, essendo stati chiamati questa volta a sostituirvi al Legislatore Italiano.
 


Al voto domenica dalle 8 alle 22 e lunedì dalle 7 alle 15
 
Le schede dei 4 referendum sono di colore diverso:
1) scheda rossa “Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. Abrogazione”;
2) scheda gialla “Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito. Abrogazione parziale di norma”;
3) scheda grigia “Nuove centrali per la produzione di energia nucleare. Abrogazione parziale di norme”;
4) scheda verde chiaro – “Abrogazione di norme della legge 7 aprile 2010, n. 51, in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale, quale risultante a seguito della sentenza n. 23 del 2011 della Corte Costituzionale”. Per votare occorre presentarsi presso la sezione elettorale di iscrizione muniti di tessera elettorale e carta d’identità o altro documento con foto e timbro a secco (ad es: patente, passaporto, libretto di pensione, tessera dell’ordine professionale). I documenti sono considerati validi anche se scaduti, purché garantiscano l’identificazione.
 


I quattro quesiti e le conseguenze del Sì e del No
 
Primo Quesito: Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. Abrogazione
“Volete Voi che sia abrogato l’articolo 23-bis del Dl n.112/08, conv. L.6/08/08, n. 133, come modificato dall’articolo 30, c. 26, della L. n. 99/09, e dall’articolo 15 del Dl n. 135/09, conv. L. n. 166/09, nel testo risultante a seguito della sentenza n. 325/10 della Corte Costituzionale?”
Tale quesito riguarda la modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica e l’abrogazione comporterà il divieto di affidare la gestione del servizio idrico a società di capitali.
– Se vince il SI: la norma viene abrogata e tutto resta invariato ed il servizio idrico continuerebbe ad essere gestito da enti pubblici senza scopo di lucro.
– Se vince il NO: la gestione del servizio idrico potrebbe essere privatizzata con la possibilità di affidamento a società private.
 
Secondo Quesito: Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito. Abrogazione parziale di norma.
“Volete Voi che sia abrogato il comma 1, dell’articolo 154 del Dl vo n.152/06 limitatamente alla seguente parte: dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito?”
Tale quesito, riguarda la determinazione della tariffa del servizio idrico. Si vuole abrogare la norma con la quale il gestore può ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta un 7 per cento senza collegamento a reinvestimenti per il miglioramento del servizio.
– Se vince il SI: le aziende possono farsi pagare solo le spese di manutenzione degli impianti.
– Se vince il NO: le aziende che gestiscono la fornitura di acqua possono decidere il prezzo ed ottenere profitti garantiti sulla tariffa.
Terzo Quesito: Nuove centrali per la realizzazione di energia nucleare. Abrogazione parziale di norme.
“Volete voi che sia abrogato il Dl n.112/08, conv. dalla L. n. 133/08, limitatamente all’articolo 7, c.1, lett.d): realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare”.
Tale quesito prevede la cancellazione di norme che il Governo ha già adottato per il rilancio dell’energia nucleare e per costruzione di centrali nucleari in Italia. A seguito della pronuncia dell’ufficio elettorale presso la Corte di Cassazione, del 01/06/2011, il referendum sul nucleare avrà ad oggetto le nuove norme del Dl omnibus 2011, conv. il 26/5/11 – ivi incluso l’articolo 5, c.1 e 8, che, secondo la Cassazione, non hanno escluso un possibile ritorno al nucleare. In definitiva, il quesito referendario sul nucleare dovrà essere modificato ed a tal fine l’ufficio centrale del referendum ha provveduto ad inviare la decisione al ministero dell’Interno, il quale sta provvedendo a ristampare le schede.
– Se vince il SI: : non verranno costruite centrali elettriche nucleari in Italia.
– Se vince il NO: nuove centrali nucleari possono essere liberamente costruite in Italia.
Quarto Quesito: Abrogazione di norme della legge 7/04/10, n. 51, in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale, quale risultante a seguito della sentenza n. 23/2011 della Corte Costituzionale.
“Volete voi che siano abrogati l’articolo 1, commi 1, 2, 3, 5 e 6, e l’articolo 2 della L. n. 51/10, recante “Disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza”, quale risultante a seguito della sentenza n. 23 del 13-25/01/11 della Corte costituzionale?”
Tale quesito riguarda la cancellazione della norma che permette il legittimo impedimento. Si chiede la cancellazione della legge che permette al Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri di non presentarsi in udienza penale invocando il legittimo impedimento, ovvero l’impossibilità di presentarsi davanti ai giudici derivante da impegni istituzionali.
– Se vince il SI: il legittimo impedimento viene abrogato ed il diritto di non presentarsi in udienza penale decade.
– Se vince il NO: rimane la facoltà del giudice di valutare il legittimo impeidmento.

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