Per II Commissione Ars l’Ast resta pubblica - QdS

Per II Commissione Ars l’Ast resta pubblica

Raffaella Pessina

Per II Commissione Ars l’Ast resta pubblica

venerdì 10 Giugno 2011

Il movimento “Le forchette rotte” mette sotto accusa i privilegi parlamentari. Secondo il presidente Savona si tratta di un’azienda in salute

PALERMO – Chiusa la breve parentesi dei lavori parlamentari che riprenderanno martedì della prossima settimana, i deputati sono impegnati nel rush finale per i ballottaggi negli 11 comuni che devono eleggere il proprio sindaco.
Torneranno alle urne gli abitanti di Canicattì e Favara, in provincia di Agrigento, Ramacca nel catanese, Capo d’Orlando e Patti, in provincia di Messina, Bagheria e Terrasini nel palermitano, Vittoria in provincia di Ragusa, Lentini e Noto nel siracusano e, infine, Campobello di Mazara in provincia di Trapani.
Assolutamente varie le coalizioni che voteranno per gli uni o per gli altri candidati, a testimonianza delle difficoltà della dirigenza di coordinare i partiti vecchi e nuovi  a livello provinciale. Qualche numero:  sono 265mila i siciliani coinvolti nel turno di ballottaggio del 12 e 13 giugno per eleggere i sindaci in 11 comuni dell’Isola. Gli elettori sono divisi in 313 sezioni. La scheda di votazione è di colore viola.
Le urne saranno aperte domenica 12, dalle ore 8 alle 22, e lunedì 13, dalle 7 alle 15. Lo scrutinio inizierà al termine delle operazioni di voto, dopo il riscontro del numero dei votanti e successivamente allo spoglio delle schede dei 4 referendum popolari.
Ritornando alla politica regionale poco si è fatto nella seduta di mercoledì scorso, quando è stato avviato l’esame degli articoli del disegno di legge sulla “Riorganizzazione e potenziamento della rete regionale di residenzialità per i soggetti fragili”.
La riforma degli appalti è slittata a martedì prossimo per permettere agli uffici di preparare il dossier dei 400 emendamenti presentati al testo del disegno di legge che riforma una delle più controverse materie in Sicilia.
Intanto la commissione Bilancio dell’Ars, presieduta da Riccardo Savona, ha cominciato ieri l’esame della richiesta di parere sulla proposta di riordino delle società a totale o maggioritaria partecipazione della Regione. L’Azienda siciliana trasporti (Ast spa) rimarrà pubblica, secondo quanto previsto dalla stessa commissione e di concerto con il Governo. è stata giudicata dalla commissione Bilancio  “un’azienda in salute – viene scritto in una nota del Presidente della commissione – e che oltretutto gestisce servizi con una forte valenza sociale, essendole state affidate tutti quei servizi che, per la loro elevata antieconomicità non erano d’interesse delle aziende private; privatizzarla implicherebbe un aumento dei costi dei servizi ingiustificato”.
 I lavori della commissione sono rinviati alla prossima settimana. Intanto si torna a parlare del federalismo demaniale in merito al quale si è espresso l’assessore all’Economia Gaetano Armao. “Il federalismo demaniale ha determinato il trasferimento alla Regione di alcuni importanti beni culturali ma il Governo nazionale deve completare, il trasferimento dei beni che spettano alla Regione, senza tentare scorciatoie incompatibili con il nostro statuto come sta avvenendo con i beni del Ministero della difesa. Si intendono, infatti, vendere fari e caserme in Sicilia al miglior offerente senza alcuna considerazione dei lavori svolti dalla Commissione paritetica che già si è pronunciata al riguardo. Abbiamo impugnato il bando e lo faremo con tutti gli atti successivi. Sino a quando la Difesa non consegnerà quanto appartiene al patrimonio dei siciliani. La stessa attenzione alle prerogative della Sicilia chiediamo al Governo nazionale – conclude Armao – per i beni confiscati alla mafia da assegnare alle istituzioni regionali e locali”.
E per concludere cominciano a risevagliarsi le coscienze sui privilegi destinate ai parlamentari: è nato un movimento di protesta siciliano che si è voluto chiamare “Le forchette rotte” che ha chiesto al Presidente dell’Ars Cascio l’abolizione dell’assegno annuale previsto per gli onorevoli sconfitti alle elezioni, nonché di abolire la regola che prevede il pagamento dell’Ars del funerale ai deputati regionali.

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