Pdl: Angelino avanza, Gianfranco esce - QdS

Pdl: Angelino avanza, Gianfranco esce

Raffaella Pessina

Pdl: Angelino avanza, Gianfranco esce

sabato 11 Giugno 2011

Cambiamenti nella compagine dei partiti. Assemblea Pd il 19 giugno. Lombardo lancia messaggi di disponibilità al sottosegretario

PALERMO – Ancora un’evoluzione nella difficile ricerca degli equilibri dentro e fuori i partiti siciliani. Mentre si consuma questo ultimo weekend dedicato a ballottaggi e referendum, i partiti cominciano a lavorare strategicamente per le prossime elezioni. Come ormai spesso accade in questi ultimi tempi, è il Partito Democratico a prendere l’iniziativa.
Sergio d’Antoni, responsabile del coordinamento delle politiche territoriali del Pd, ha dichiarato che “Nell’Assemblea regionale del Pd che si terrà il 19 giugno proporremo un alleanza politica tra tutte le forze che si oppongono al governo Berlusconi per costituire una nuova grande forza di governo”. E ribadisce la necessità di porre fine agli avvicendamenti “strategici” sulle poltrone assessoriali. “Si è chiusa una stagione – ha dichiarato – quella dei governi politici e tecnici, si faccia ora un salto di qualità e si costituisca un’alleanza vera tra tutte le forze di opposizione sulla scia del vento di novità che soffia nel Paese. Si deve scegliere in maniera chiara quale direzione dovrà prendere la politica siciliana”.
“Aspettiamo i risultati dei ballottaggi – ribatte il segretario regionale del Pd Giuseppe Lupo – in seguito ai quali svilupperemo un’analisi politica della situazione regionale alla quale per il momento non possiamo anteporre conclusioni”.
Cambiando completamente settore politico, c’è  una novità che potrebbe interessare il Pdl in Sicilia: le primarie per le prossime amministrative. L’intenzione è stata manifestata dai coordinatori regionali del partito, Domenico Nania e Giuseppe Castiglione e coinvolge diversi deputati tra i quali anche quelli regionali. L’elenco dei candidati sindaco del Pdl è già ampio: Simona Vicari, che peraltro si è già affrettata a smentire una tale possibilità, Francesco Scoma, Francesco Cascio (che è in corsa anche per la Presidenza della Regione), Roberto Lagalla e Carlo Vizzini. Ma tutti i nomi sono ancora in gioco perché nelle ultime settimane sono accaduti diversi fatti fondamentali, a partire dalla nomina dell’ex guardasigilli, l’agrigentino Angelino Alfano, a segretario nazionale del partito e alla contestuale (guarda caso) uscita dal Pdl  del sottosegretario con delega al Cipe Gianfranco Miccichè, leader di Forza del Sud. Quest’ultimo ha lasciato il gruppo parlamentare del Pdl con i suoi parlamentari di Forza del Sud (ma rimanendo nel centrodestra), e Raffaele Lombardo ha lanciato messaggi di disponibilità verso il sottosegretario, apprezzando la sua presa di distanza. Sul fronte del federalismo fiscale botta e risposta tra il presidente della commissione bicamerale per l’attuazione del federalismo, Enrico La Loggia, e l’assessore regionale  all’Economia Gaetano Armao.
“Governo nazionale e regionale siciliano devono sedersi attorno ad un tavolo e portare al termine la trattativa in corso sul federalismo e si dovranno definire le norme finanziarie, che costituiscono la parte più importante del testo, dopo la proroga di sei mesi già ottenuta dalle regioni – ha detto La Loggia – Sarebbe veramente singolare che tutte le altre Regioni ottengano i benefici di queste norme e proprio gli abitanti della regione più antica per autonomia statutaria restino indietro”.
“Sul federalismo fiscale siamo più che pronti – ribatte Armao – la nostra proposta, che punta a dare alla Sicilia ciò che lo Statuto le riconosce, risale infatti allo scorso dicembre”.
Ciò che impedisce tuttavia di concludere la trattativa sulla piattaforma negoziale sono i noti ritardi nella definizione del Piano per il sud, ampiamente criticato dalla Commissione europea per la scarsità di risorse che mette a disposizione ed una politica nazionale che non investe adeguatamente sul Mezzogiorno, quale elemento di vantaggio competitivo. Le norme finanziarie dello Statuto siciliano – aggiunge Armao – sono rimaste in buona parte inattuate a causa delle resistenze dello Stato e dell’inettitudine di molti amministratori”.

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