Differenziata: non può decollare se mancano le infrastrutture - QdS

Differenziata: non può decollare se mancano le infrastrutture

Rosario Battiato

Differenziata: non può decollare se mancano le infrastrutture

mercoledì 22 Giugno 2011

L’Osservatorio regionale dei rifiuti constata un enorme ritardo rispetto agli obiettivi prefissati. A fronte di 200 mln di euro spesi, la metà degli impianti risulta “inutilizzabile”

PALERMO – Senza infrastrutture la differenziata non può decollare. Questa constatazione arriva direttamente dall’Osservatorio regionale dei rifiuti, ma è una realtà ampiamente riconosciuta nell’ambito del sistema rifiuti dell’Isola. La fotografia sullo stato di avanzamento degli investimenti risulta ancora più preoccupante,  visto che, a fronte di 200 milioni di euro spesi, la metà degli impianti esiste solo come mero dato numerico, ma non contribuisce al sistema di gestione dell’immondizia isolana.
Il dato complessivo certifica 200 milioni di euro di fondi europei di Agenda 2000 spesi per costruire Centri comunali di raccolta (Ccr) dei rifiuti e isole ecologiche comunali (Isec). Il risultato di questo cospicuo investimento è imbarazzante: solo metà degli impianti finanziati sono anche funzionanti.
In dettaglio nelle 9 province dell’isola sono stati realizzati 98 Ccr, ma 35 non funzionano, mentre su 259 isole ecologiche ben 183 sono “inutilizzabili”. In provincia di Agrigento su 12 centri di raccolta 4 non funzionano, nella provincia di Caltanissetta sono attivi solo 2 su 4; A Catania 9 su 23; ad Enna 3 su 9; in provincia di Palermo solo 6 su 8. Nella provincia di Messina ne funzionano 10 su 14; in quella di Ragusa 7 su 9; in provincia di Trapani, invece, 6 su 16 sono fuori uso.
Non cambiano i dati che riguardano le isole ecologiche comunali: su 259 dislocate nelle nove provincie, solo 76 risultano non funzionanti. In provincia di Messina ne sono state realizzate 104, ma 90 non funzionano. Un vero macigno, che, in attesa della completa applicazione della legge 9 del 2010 sulla riforma dei rifiuti e dato il paventato rifiuto di Roma sul nuovo piano rifiuti stilato dai supertecnici della Regione, rischia davvero di far collassare il sistema della differenziata.
Infatti, proprio le piattaforme di recupero e i centri di raccolta rappresentano la base su cui costruire un sistema integrato di smaltimento dei rifiuti. Sarebbe difficile immaginare un sistema virtuoso senza poter contare su strutture che dovrebbero stare a principio del ciclo, infatti “tutti Comuni dell’isola – secondo quanto precisato dai tecnici dell’Osservatorio regionale dei rifiuti – dovrebbero esserne dotati, altrimenti la differenziata non può partire”.
Intanto si attende il dossier sullo stato dell’arte dell’infrastrutturazione di primo livello per la raccolta differenziata nell’Isola, realizzato proprio dall’Osservatorio. Un documento che dovrebbe far luce anche sullo stato dell’impiantistica in rapporto all’implementazione di un circolo virtuoso, visto che, al momento, nell’Isola la differenziata oscilla ancora intorno all’8 per cento, mentre in tutti i piani elaborati della Regione dovrebbe giungere al 65 per cento nel 2015.
Intanto le grane non finiscono.
A livello nazionale il ministro Stefania Prestigiacomo continua la sua battaglia personale contro Raffaele Lombardo, chiaramente frutto della situazione politica siciliana, invocando a più riprese l’utilizzo dei termovalorizzatori nel piano rifiuti. Il governatore, però, dopo aver ottenuto una vittoria personale avendo demolito il piano Cuffaro che ne prevedeva ben quattro, precisa come un’operazione del genere non sarà consentita.

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