Ti amo... ma non troppo. In Sicilia matrimoni in calo - QdS

Ti amo… ma non troppo. In Sicilia matrimoni in calo

Antonio Borzi

Ti amo… ma non troppo. In Sicilia matrimoni in calo

giovedì 23 Giugno 2011

Crisi economica e dei valori della famiglia ritardano considerevolmente il giorno del fatidico “sì”. Lo rivela l’Istat: il 64% delle coppie isolane sceglie la separazione dei beni

PALERMO – I cambiamenti che la società civile sta affrontando nel corso di pochi anni sono profondi ed evidenti anche agli occhi di un osservatore non smaliziato. La crisi di valori profondi e radicati come quello della famiglia colpisce trasversalmente tutto il territorio italiano e richiede uno spazio di riflessione profonda per carpirne le motivazioni.
A fotografare in modo oggettivo la situazione vi sono i dati dell’Istat che rappresentano un quadro nazionale assolutamente in regressione con una picchiata del numero di matrimoni che negli ultimi anni ha subito un’accellerazione improvvisa. Non è estranea da questo quadro anche la Sicilia che a fronte di una media annua che dal 2008 al 1991 si attestata sotto il 2% di regressione fa segnare negli ultimi due anni un dato negativo del 4%. Nello specifico in Sicilia sono 2329 i matrimoni celebrati nel 2009 con un’incidenza del 4,6 per mille. Quest’ultimo dato testimonia come la nostra regione rimanga la seconda a livello nazionale per incidenza dei matrioni sorpassata solo dalla Campania con un dato del 5,1 per mille.
Ma in generale non ci si sposa più e i motivi sono molteplici. In primo luogo vi è la crisi economica che intimorisce la popolazione a compiere il grande passo. Fronteggiarne infatti tutti gli aspetti finanziari che ne conseguono viene vista da più parti come una montagna quasi insormontabile. Un circolo vizioso, basti considerare come ad innalzare l’età del primo matrimonio, ormai ampiamente sopra i 30 anni, vi è anche la difficoltà ad abbandonare il tetto familiare per le già dette difficoltà economiche. In Sicilia da questo punto di vista abbiamo le coppie di sposi più giovani con gli uomini con una media che supera appena i 31 anni e le donne di poco oltre i 28.
Insomma le coppie si uniscono tardi e soprattutto si trovano indecise sull’unirsi in matrimonio. Di conseguenza aumentano le coppie di fatto. Hanno superato il mezzo milione in tutta Italia nel 2007 e anche i bambini frutto di queste unioni ormai si attesta stabilmente sopra il 25%. Un cambiamento societario che trova in costante ritardo le normative a supporto. A Roma da tempo si parla, soprattutto in campagna elettorale, di politiche a sostegno di questa nuova e importante classe sociale ma poco o nulla si fa. A supporto delle coppie di fatto giunge in questi giorni anche una sentenza della Cassazione. La Suprema Corte di Cassazione con la sentenza nr. 12278/2011 ha infatti equiparato le coppie di fatto alle famiglie legittime in tema di risarcimento di danni. Un passo che potrebbe essere definito storico e fondamentale per rappresentare un punto di partenza su quest’importante tema.
Un argomento ampio che non può escludere anche l’impennata delle separazione. A testimonianza di questo i dati nazionali che vedono una media del 14,3% con uno sposo alle seconde nozze. Mentre al Nord da questo punto di vista si sfiora il 20% al Sud il dato è ben minore con la Sicilia che fa segnare il 9,2%.
Importante anche il dato sui matrimoni con almeno uno sposo straniero. Mentre i dati nazionali vedono il 7,2% con almeno uno straniero rispetto alle unioni totali in Sicilia si segna un 3,6%. Un dato che conferma la tendenza a unirsi con i conterranei.
Spicca il volo invece la separazione dei beni. Un metodo sempre più usato dalle coppie italiane e anche da quelle siciliane. Il 64% degli isolani scelgono la separazione dei beni, un dato perfettamente in linea con la media nazionale e che fa comprendere come l’aspetto economico sia sempre più un elemento importante per le coppie siciliane.

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