Canoni di concessione su standard nazionali - QdS

Canoni di concessione su standard nazionali

Francesco Sanfilippo

Canoni di concessione su standard nazionali

martedì 28 Giugno 2011

Forum con Giovanni Arnone dirigente generale dipartimento Ambiente Regione siciliana

Il suo dipartimento è di grande importanza per la Sicilia. Quali sono le attività più importanti cui si articola la sua azione?
“Molte delle attività che il dipartimento svolge trattano le emergenze quasi quotidianamente. Esistono varie attività strategiche come l’istituzione dei parchi, la gestione del demanio marittimo e valutazione d’impatto ambientale che un tema di estremo interesse e di notevolissima importanza. Le più importanti iniziative economiche che comportano la realizzazione di opere in Sicilia, sono soggette a indagini sull’impatto ambientale. I tanti siti d’interesse, come le riserve naturali, sono soggetti, invece, alla valutazione d’incidenza. Questi sono strumenti si salvaguardia del territorio in rapporto con l’entità delle iniziative che si vogliono realizzare”.
In pratica, esistono due attività: quella emergenziale e quella strategica. Le può spiegare?
“Uno dei temi strategici trattati riguarda la qualificazione delle azioni in materia di governo delle aree protette, sul quale si sta lavorando con l’assessore. La Sicilia possiede un grande patrimonio naturalistico e si stanno incrementando le aree protette. È stato istituito, ad esempio, il quinto Parco regionale, quello dei Monti Sicani, ma il Tar l’ha sospeso, momentaneamente, per dei problemi procedurali. Questo parco comprende parte della provincia di Agrigento, come Cammarata e Burgio, e parte della Provincia di Palermo, come Palazzo Adriano. Questo territorio ha le caratteristiche per divenire un parco, giacché comprende 40 mila ettari, poco meno del Parco delle Madonie”.
Perché l’istituzione del Parco è stata bloccata dal Tar?
“Quando è stato istituito il Parco, si stavano avviando le procedure di consultazione tra gli Enti locali. La proposta di costituzione del Parco è stata elaborata da un comitato, composto per la maggior parte dai sindaci dei comuni interessati come previsto dalla legge 6 del 2009. La direzione del comitato non ha adeguatamente valutato l’inclusione delle cave in esercizio nel piano di delimitazione. Così, i cavatori hanno ravvisato una minaccia alle loro attività e hanno fatto ricorso. Perciò, si sta delimitando il territorio del parco, espungendo tutte le cave”.
Qual è la seconda attività strutturale?
“Concerne l’amministrazione del demanio marittimo che, in Sicilia, rispetto al resto del Paese, è amministrato direttamente dalla Regione e non per delega del Governo nazionale, contrariamente alle altre regioni. La Sicilia governa il suo demanio marittimo e se ne incamera i canoni secondo quanto previsto dal decreto 684 del 1977”.
A questo proposito, come mai i canoni siciliani sono dieci volte inferiori a quelli praticati nelle altre regioni?
“I canoni sono aumentati e si sta cercando in collaborazione con l’assessore Sparma, di avvicinare i nostri canoni a quelli delle altre regioni”.
Perché non adeguate subito i canoni a quelli delle altre regioni?
“Non si può fare subito, perché la Sicilia ha una legislazione particolare. I canoni riguardano le spiagge, i cantieri navali, impianti industriali, industrie conserviere, gli allevamenti di pesce e ogni attività che opera sul demanio. Nel 1994, la Regione ha fatto un decreto che stabiliva per la prima volta l’ammontare del canone. Nel 2005, l’Assemblea siciliana ha emanato una norma, la 15/2005, secondo la quale i canoni avrebbero dovuto aumentare del 10% soltanto. Si è data esecuzione a questa norma, ma, nel frattempo, si è prevista la soppressione di quest’ultima, in modo che la Regione possa adeguare i canoni. Questi possono essere decuplicati, giacché il concessionario ricava fino a 40 volte in più il canone pagato secondo calcoli fatti in dipartimento. Occorre, però, fare attenzione, poiché, se è attuata una norma basata sul fatturato per regolare il canone, questo si trasformerebbe in una tassa vera e propria”. 
I canoni delle acque minerali dipendono dal vostro dipartimento?
“No, i canoni delle acque minerali sono concessioni minerarie date dall’assessorato regionale all’Energia”.

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