Ancora un arresto all’Ars. È il turno di De Luca - QdS

Ancora un arresto all’Ars. È il turno di De Luca

Raffaella Pessina

Ancora un arresto all’Ars. È il turno di De Luca

mercoledì 29 Giugno 2011

27 deputati su 90 risultano iscritti nel registro degli indagati. Si tratta del quarto, dopo Fagone, Vitrano e Minardo

PALERMO – Quasi contemporaneamente all’ordine di scarcerazione per Gaspare Vitrano, arriva la notizia dell’arresto di un quarto deputato regionale: Cateno Roberto De Luca, sindaco del Comune di Fiumedinisi e deputato regionale di “Sicilia vera”. Il provvedimento cautelare agli arresti domiciliari, è stato firmato dal Gip del Tribunale di Messina, Daria Orlando, su richiesta del Procuratore Guido Lo Forte, dell’aggiunto Vincenzo Barbaro e del sostituto Liliana Todaro.
Una legislatura disgraziata questa quindicesima: ventisette su novanta i deputati con sulle spalle una iscrizione nel registro degli indagati e tra questi il governatore Raffaele Lombardo, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, sebbene il procuratore di Catania abbia deciso di stralciare la posizione del presidente. I reati contestati vanno dai reati di mafia alla corruzione, concussione, peculato, truffa, abuso d’ufficio e falso.
Tra novembre 2010 e oggi quattro arresti. Nell’elenco il deputato del Pid Fausto Fagone, arrestato per concorso esterno, nell’ambito dell’inchiesta catanese “Iblis”; a febbraio Gaspare Vitrano del Pd, per una mazzetta per una pratica relativa al fotovoltaico; a marzo, ai domiciliari, è andato il deputato ragusano del Mpa Riccardo Minardo per una truffa ai danni dello Stato e dell’Unione europea. Con l’arresto di De Luca arrivano le prime reazioni: di solidarietà da parte di Giovanni Greco di Alleati per la Sicilia, mentre Fabio Giambrone, segretario regionale dell’Italia dei Valori ripropone il problema della questione morale nella politica siciliana e dichiara che “Con sconcertante puntualità vengono alla luce intrecci tra politica e malaffare. Per recuperare la dimensione etica perduta bisogna immediatamente sciogliere l’Assemblea regionale e tornare al voto. Non ci sono alternative – conclude Giambrone – si deve subito cambiare pagina restituendo la parola agli elettori”.
Un altro guaio, questa volta di carattere legislativo si abbatte su Palazzo dei Normanni. Il commissario dello Stato per la Regione siciliana ha impugnato gli articoli 11, 14 e 15 del disegno di legge in materia di appalti “Disciplina dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture”, approvato dall’Assemblea regionale il 21 giugno 2011. Le disposizioni censurate, in tema di qualificazione delle imprese, concorso di idee e competenze professionali dei geometri, sono state ritenute in contrasto con la Costituzione e lo Statuto speciale. Il provvedimento legislativo recepisce nell’ordinamento regionale siciliano “Il Codice dei contratti pubblici” contenuto nel decreto legislativo 12 aprile 2006.
Ripresa intanto l’attività a Sala D’Ercole. Ieri pomeriggio è stata intanto votata la promulgazione senza le parti impugnate dal Commissario dello Stato del disegno di legge “riorganizzazione e potenziamento della rete regionale di residenzialità per i soggetti fragili”.
Inoltre il parere sul ddl sulle norme in materia di riserve in favore degli enti locali ieri pomeriggio non era stato ancora reso e la discussione è stata rinviata a quando la Commissione avrà completato il suo iter.

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