Il Commissario dello Stato boccia di nuovo l’Ars - QdS

Il Commissario dello Stato boccia di nuovo l’Ars

Raffaella Pessina

Il Commissario dello Stato boccia di nuovo l’Ars

giovedì 07 Luglio 2011

Impugnati i ddl approvati su Eas e Enti locali. Aula rinviata al 12 luglio. Sala d’Ercole intanto ha dato il via alla disciplina dei cinema

PALERMO – Aggiornati alla prossima settimana i lavori dell’Assemblea Regionale per l’assenza dell’assessore all’agricoltura Elio D’Antrassi. Martedì prossimo i lavori riprenderanno con al primo punto all’ordine del giorno la discussione sulla mozione di censura nei confronti dell’assessore alla Salute Massimo Russo. Intanto il commissario dello Stato ha impugnato l’articolo 6 del ddl n. 729 dal titolo “Norme in materia di vigilanza sugli enti cooperativi e di personale dell’Eas”, in riferimento agli oneri per il personale dell’Ente acquedotti siciliani in liquidazione; e l’articolo 5 del disegno di legge 729 – norme stralciate – dal titolo “Norme in favore degli enti locali”, in particolare la parte relativa alle modifiche in materia di attività socialmente utili. I due testi sono stati approvati dall’Assemblea regionale il 29 giugno scorso. Entrambe le norme sono state ritenute in contrasto con l’articolo 81 della Costituzione.
Questa settimana a Sala D’Ercole è stato approvato  con 45 voti favorevoli e 3 astenuti il disegno di legge sulla “Disciplina in materia di autorizzazioni all’insediamento dell’esercizio cinematografico”. Mentre è stato rinviato a martedì 12 luglio il seguito della discussione del disegno di legge sulla “Costituzione dell’istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive”.
Tornando alla legge sulle sale cinematografiche il provvedimento , mira a favorire la diffusione ed il potenziamento dell’offerta cinematografica in aree periferiche o particolarmente svantaggiate. L’articolo 7, in particolare, prevede procedure semplificate per le sale con meno di 150 posti nei centri abitati, per cine studi, cineclub. Solo 90 fra i quasi 400 Comuni siciliani che hanno almeno una sala cinematografica. Verrà razionalizzata la rete cinematografica, con un rilascio di licenze che favorisca una diffusione omogenea delle sale.
Il disegno di legge sul cinema era stato proposto da  Francesco Calanducci (Mpa) ad ottobre dello scorso anno. “A chi ha fatto investimenti notevoli nelle strutture multisala e nei cinema  ad avanzata tecnologia – ha dichiarato Calanducci – saranno date adeguate forme di tutela con una regolamentazione che terrà conto appunto degli investimenti effettuati”.
La norma si propone di aumentare la vivibilità e la sicurezza degli esercizi adibiti a sale cinematografiche, favorire la presenza delle sale nei centri storici salvaguardando l’integrità architettonica originaria degli immobili, garantire l’applicazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro a tutti gli addetti al servizio cinematografico, favorire uno sviluppo equilibrato delle attività assicurando, al contempo, il rispetto della libera concorrenza.
E il governatore della Sicilia Lombardo interviene ancora contro la manovra finanziaria operata a livello nazionale. “I deputati e i parlamentari del sud e della Sicilia non possono pensare di non essere chiamati a render conto di quello che fanno. Il nostro invito è che vigilino perché la manovra venga modificata a favore di un territorio come la Sicilia che, già ampiamente penalizzato, e non può sopportare di esserlo ulteriormente”. “Pare peraltro che dalla manovra – aggiunge – siano saltati i tagli al fotovoltaico che sarebbero stati micidiali per noi che abbiamo il sole e dobbiamo essere intelligenti ad utilizzarlo. Venerdì inauguriamo la grande impresa che nasce dalla fusione tra i giapponesi della Sharp, l’Enel e la ST di Catania e che darà lavoro a centinaia di persone. Produrrà pannelli solari all’avanguardia da montare sui tetti, sulle serre, nelle campagne ad uso delle piccole imprese, delle famiglie, degli agricoltori, dei commercianti siciliani”.
Un altro grido di allarme si leva dalle file del Pd sui ritardi della programmazione del Po Fesr. Giovanni Barbagallo infatti dice che la proposta di rimodulazione non elimina il rischi del disimpegno automatico di circa 300 milioni di euro sulle risorse assegnate per il 2011. “Per il solo 2011 prosegue Barbagallo – solo a valere sul Fesr, il governo regionale dovrebbe spendere 930 milioni di euro. Finora il rapporto impegno-programmato, limitatamente al Fesr, “è pari al 13,5%. Al 31 dicembre 2010 sono stati, infatti, impegnati soltanto 883,14 milioni di euro con 504,82 milioni di pagamenti. “Sul Po Fse la situazione è ancora più allarmante poiché sono stati impegnati soltanto 77 milioni di euro (3,71% delle risorse disponibili)”. Le misure in maggior ritardo sono, peraltro, quelle riguardanti la cultura, l’ambiente, il turismo, la ricerca e l’innovazione, tutti settori strategici legati alle caratteristiche del territorio siciliano”.
 

 
Ancora stabilizzazioni senza copertura di spesa, l’art. 81 della Costituzione continuamente violato
 
PALERMO – Nell’impugnativa del Commissario dello Stato relativamente al ddl sull’Esa, il testo autorizzava la spesa di 31,360 milioni di euro per pagare i debiti pregressi nei confronti del personale dipendente. La disposizione frutto di un emendamento aggiuntivo presentato in aula, tenderebbe a superare i motivi dell’impugnativa del 9 maggio contro il disegno di legge 630 relativo al bilancio di previsione della Regione per il corrente esercizio che introduceva la voce di spesa in assenza di una copertura finanziaria.
In particolare, la dotazione era destinata al pagamento di trattamenti di pensione integrativi e sostitutivi al personale in quiescenza dell’Eas. La norma approvata a giugno provvede a quantificare ed autorizzare la spesa per l’assunzione a carico della Regione degli oneri sostenuti dall’ente per il proprio personale in quiescenza e trasferito o comandato negli enti pubblici sottoposti a controllo e vigilanza della Regione stessa, nonché delle passività provenienti dalla definizione della procedura di liquidazione. “Il legislatore, tuttavia – scrive il commissario prefetto Carmelo Aronica – non precisa né la natura dell’obbligo dell’ente a corrispondere un trattamento di pensione integrativo e speciale ai propri dipendenti né a determinare l’ammontare del beneficio, né indica, tantomeno, i parametri di riferimento ai fini dell’individuazione dei destinatari ed alla conseguente proiezione negli anni futuri dei costi posti a carico del bilancio regionale”.
“Il legislatore siciliano, insiste Aronica, ha autorizzato “una spesa duratura, destinata ad aumentare nei prossimi anni, senza dare idonea copertura alla stessa”.
La norma impugnata relativa alle modifiche in materia di attività socialmente utili, invece, fa riferimento alla concessione da parte dell’assessore regionale al Lavoro alle aziende ed enti pubblici dipendenti dall’amministrazione regionale o comunque da essa vigilate, agli enti territoriali o istituzionali, un contributo pari a 30 milioni 987mila euro, ripartito in cinque annualità in quote di pari importo, per ogni lavoratore proveniente dal bacino dei lavori socialmente utili finanziati con risorse regionali oggetto di “stabilizzazione”. Con la disposizione censurata dal commissario il legislatore amplia adesso la platea dei destinatari dei contributi, inserendo, quale nuova fattispecie legittimante l’erogazione delle provvidenze, le assunzioni del personale precario non dirigenziale, in possesso di certi requisiti, effettuate o da effettuarsi nel triennio 2010-2012 dalle amministrazioni pubbliche, riproponendo, viene sottolineato quanto impugnato già il 21 dicembre 2010.
La norma ora in esame, non quantifica l’onere derivante dall’applicazione nè, tantomeno, “provvede a indicare e dare copertura alla nuova, maggiore spesa di durata quinquennale che sarebbe imputata al fondo unico in atto presente nel bilancio regionale, senza che le dotazioni dello stesso siano state incrementate per fare fronte ai disposti nuovi impegni”.
Né “risulta redatta dall’amministrazione regionale la relazione tecnica sulla quantificazione degli oneri e sulla corredata copertura finanziaria”. Non si può peraltro “legittimamente sostenere che sia soddisfatta l’esigenza di indicazione delle risorse, con l’esistenza nel bilancio regionale del capitolo denominato fondo unico per il precariato, le cui disponibilità sono già totalmente utilizzate”.
Una “ragionevole” indicazione di mezzi di copertura “deve sussistere in caso di spese pluriennali, come quella introdotta dalla norma censurata per gli anni successivi affinché il legislatore tenga conto dell’esigenza di un equilibrio tendenziale fra entrate e spese, la cui attuazione, in quanto riflettente sull’indebitamento, postula una scelta legata ad un giudizio di compatibilita’ con tutti gli oneri già gravanti negli esercizi futuri”.

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