Spesi 454 milioni di euro su 2,2 mld di risorse - QdS

Spesi 454 milioni di euro su 2,2 mld di risorse

Francesco Sanfilippo

Spesi 454 milioni di euro su 2,2 mld di risorse

giovedì 07 Luglio 2011

Forum con Rosaria Barresi, dirigente generale dipartimento Interventi strutturali assessorato regionale Risorse agricole

È il vostro dipartimento da cui dipende il centro di spesa dei Fondi europei?
“Sì, è uno dei nostri compiti”.
A quante risorse ammonta il vostro centro di spesa?
“Al centro di spesa ammonta a 2 miliardi e 285 milioni di euro che comprendono tutti i tipi di fondi, europei, statali e regionali”.
Le risorse Fas sono di vostra competenza?
“No, i Fas non sono di nostra competenza”.
Quante risorse avete speso dei 2 miliardi e 285 milioni a vostra disposizione?
“Sono stati spesi 387 milioni a dicembre 2010, più altri 67 milioni fino a giugno per un totale di 454 milioni, però, occorre accelerare. Infatti, ci si trova in una situazione in cui esistono forti possibilità di pagamento, ma molti di questi si portano a termine tramite l’Agea, l’Agenzia nazionale”.
Perché questo passaggio?
“Il dipartimento non è un organismo abilitato a pagare direttamente e ciò è previsto dall’Unione europea, per cui l’organismo pagatore di riferimento è l’Agenzia nazionale. Al dipartimento arrivano le domande di aiuto di cui si è responsabili da parte nostra fino all’istruttoria, cioè alla decisione di concedere il finanziamento. Il pagamento e i saldi sono di competenza dell’Agea che ha delegato alcune delle attività istruttorie riguardo i pagamenti alla Regione tramite una convenzione”.
Quali sono i tempi tecnici medi necessari per completare il procedimento?
“Un esempio di tempistica è il seguente. Il 20 novembre si è chiuso on line il bando per i giovani agricoltori e sono arrivate in dipartimento 25 mila domande per via digitale, poi con documentazione cartacea. I progetti presentati riguardano gli investimenti da fare per migliorare gli impianti, giacché si tratta di piani di sviluppo strategici dell’azienda. Il 30 novembre si è chiuso il termine ultimo per far arrivare le domande in formato cartaceo al dipartimento. Poi, dal 1° dicembre al 20 maggio si è fatta la selezione dei progetti e si è stilata la graduatoria definitiva. Ora, si aspetta la registrazione della Corte dei Conti per pubblicarla, per cui in 6 mesi si fa la graduatoria che comporta l’ammissione al finanziamento. In seguito, ci sarà un decreto che permetterà di acquisire il finanziamento. Si calcola che entro settembre 2011 si deve finire questo bando che finanzierà mille progetti”.
Come mai sono ammessi a finanziamento solo mille progetti su 25 mila?
“Non ci sono soldi in più previsti. I due miliardi e 285 milioni di cui si è detto in precedenza, sono già tutti destinati. Il pacchetto giovani prevedeva 152 milioni, in graduatoria sono state selezionate 4 mila domande per 735 milioni di euro. Si è proposto da parte del dipartimento un impinguamento del pacchetto e delle sue misure, attestandoci infine a 285 milioni. I progetti sono selezionati secondo il punteggio più alto. Perciò, i progetti che sono stati selezionati per primi, sono quelli che hanno ottenuto il punteggio più elevato fino all’esaurimento della graduatoria stessa. Una volta che gli agricoltori hanno in mano il decreto, provvedono alle spese programmate. È previsto il 50% di acconti, possono fare dei saldi fino al 90%, mentre il 10% è concesso alla fine dei collaudo degli impianti”.
Come valutate i progetti? Per via informatica o cartacea?
“Per ogni ditta, ci sono i verbali informatici sulla ricevibilità, ammissibilità e valutazione grazie al sistema Sian. Una volta che si è giunto alla valutazione, i verbali sono stampati e firmati a mano, giacché il Sin dell’Agea non prevede la firma digitale. Per l’Agea è sufficiente che il verbale sia nel computer dove tutti i passaggi del procedimento sono segnati, invece per i dirigenti che realizzano i controlli ciò non è sufficiente ed è necessaria la firma in calce”.
Questo bando per i giovani agricoltori è uno dei tanti previsti, vero?
“Sì, finora è stato speso l’80% delle risorse previste. Restano da aprire i fondi previsti per l’Asse 3, una misura dell’asse 4 sulla Cooperazione e due misure dell’Asse 2”.
Quante risorse restano da spendere entro il 2011?
“Si devono spendere ancora 380 milioni di euro per conseguire gli obiettivi di spesa previsti”.
 

 
Le aziende non sono sempre pronte al cofinanziamento. Molte si ritirano, le somme vanno ad altre in graduatoria
 
Avete speso meno del previsto in questi anni, poiché doveva essere speso circa un miliardo e cinque milioni?
“Si dovevano spendere circa 380 milioni l’anno, però la metodologia prevede che si spendano le prime due annualità. In realtà, se il mio predecessore del dipartimento avesse aperto i bandi nel 2007, sarebbero stati spesi sempre entro il 2009. In effetti, un altro problema è che le ditte non spendono sempre, poiché non sono sempre pronte al cofinanziamento della spesa ed è difficile creare super fatturazioni, giacché i controlli sono molto severi. Occorre avere dei soldi da investire e molte aziende non ne hanno”.
I finanziamenti ottenuti hanno una scadenza entro cui devono essere spesi?
“Sì, le aziende hanno un anno di tempo per realizzare ciò che è previsto nel progetto, ma già a 6 mesi si mandano delle note o si compiono dei riscontri tecnici per capire a che punto sono i lavori. Qualora si trovino dei lavori non avviati, si richiedono dei chiarimenti e, eventualmente, s’invitano le imprese a valutare se sia il caso di continuare oppure di ritirarsi. Quando si arriva a un anno e si è fatto poco o nulla, il finanziamento è revocato e le somme disimpegnate vanno ad altri soggetti in graduatoria. Inoltre, ci sono due graduatorie per 280 milioni, tutte finanziate, ma altre non hanno ancora i fondi per essere sovvenzionate”.
Le organizzazioni di categorie lamentano miseria, ma la crisi è così grave?
“La crisi in atto è globale, causata dalla concorrenza mondiale. I nostri prodotti sono molto buoni, ma i costi sono troppo alti, per cui non si riesce a reggere la concorrenza internazionale”.
 

 
Le piccole aziende incapaci di stare sul mercato globale
 
Come mai i prodotti siciliani non riescono a essere piazzati nella Grande distribuzione organizzata?
“La Gdo è formata da grandi imprese che fanno cartello tra loro, mentre gli agricoltori sono troppo frammentati per controbatterla. Le piccole aziende, quindi, non riescono a stare sul mercato perché troppo piccole”.
Come mai gli agricoltori non si uniscono in consorzi?
“Esistono delle organizzazioni di produttori come nell’ortofrutta che sono molto attive nella concentrazione e nella commercializzazione dei prodotti e nella difesa dalla Gdo. Tuttavia, una buona parte degli agricoltori non si consorzia o per esperienze negative o per diffidenza. Per alcuni prodotti, però, la forma aggregativa è necessaria, anche perché la Gdo richiede prodotti standardizzati, oppure i produttori possono rivolgersi a mercati di nicchia più favorevoli come i prodotti biologici. Non esistono altre soluzioni oltre queste due”. 
Che cosa può dirci sul carburante vegetale?
“Il carburante vegetale non è previsto nel nostro settore e non si può sviluppare. Si può, però, operare nel campo delle energie rinnovabili come il fotovoltaico, poiché è favorita la diversificazione volta alla produzione dell’energia da parte delle imprese agricole. Queste possono dedicare il 10% dei propri terreni alla produzione di energia rinnovabile e il dipartimento la può finanziare. Perciò, la produzione può essere usata per l’autoconsumo o può essere venduta all’esterno”.
Quanti sono i dipendenti nel dipartimento?
“Tra centro e periferia, sono 1700 unità e 209 dirigenti”.
 

 
Curriculum
 
Rosaria Barresi, nata a Palermo nel gennaio del 1959, si è laureata in Scienze agrarie all’Università di Palermo. Ha ottenuto l’abilitazione alla professione di agronomo, tenendo corsi di formazione nel settore agricolo. È divenuta dirigente tecnico presso l’assessorato regionale Risorse agricole e alimentari, e dal 1991 ha ricevuto la responsabilità nel settore dei finanziamenti europei. Ha occupato il ruolo di dirigente responsabile del servizio XXI, mentre ha ottenuto la dirigenza generale del dipartimento Interventi strutturali nel 2010.

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