Sommerso dilagante, in Sicilia. Allarmanti i primi dati del 2011 - QdS

Sommerso dilagante, in Sicilia. Allarmanti i primi dati del 2011

Michele Giuliano

Sommerso dilagante, in Sicilia. Allarmanti i primi dati del 2011

sabato 09 Luglio 2011

Tra Palermo, Catania e Messina inizio d’anno terribile: imprenditori incuranti delle maxisanzioni. Solo nel capoluogo siciliano sono stati scoperti in sei mesi 140 lavoratori in nero

PALERMO – Lavoro nero sempre più dilagante, in Sicilia è davvero allarme rosso. Non conosce limiti e frontiere il fenomeno e gli ultimi dati che emergono sono davvero preoccupanti. Il 2011 si è aperto davvero in maniera triste per la Sicilia.
La situazione più preoccupante la si registra a Palermo dove in questi primi 6 mesi soltanto la Guardia di finanza ha scoperto 140 lavoratori in nero: “L’attività di controllo – dicono dal comando provinciale – proseguirà anche per tutto il periodo estivo e sarà concentrata sui settori economici a maggiore vocazione turistica”. Le sanzioni scattate davvero pesanti per chi ha lavoratori in nero: per questa violazione è applicabile la cosiddetta “maxi sanzione” per il lavoro nero, che va da 1.500 a 12.000 euro per ciascun lavoratore occultamente impiegato, maggiorata di euro 150 per ciascuna giornata di lavoro effettivo.
Tra Catania e provincia proprio recentemente sono stati effettuati controlli a carico di diversi esercizi tra ristoranti, pizzerie, bar e pub. Tutti sono risultati utilizzare manodopera irregolare, con l’accertamento complessivo di 101 lavoratori irregolari di nazionalità italiana e straniera (sia comunitari che extracomunitari) tra cui alcuni minori dei 18 anni. Per i titolari delle ditte che impiegano lavoratori in nero, oltre all’applicazione della maxi-sanzione da un minimo di 1.500 a un massimo di 12.000 euro per ciascun singolo lavoratore (maggiorata di 150 euro per ogni giorno effettivo di lavoro prestato “in nero”), è prevista la segnalazione alla competente Direzione provinciale del Lavoro con il rischio di sospensione dell’attività economica esercitata.
“I risultati dell’ultimo blitz – ha detto il comandante provinciale della Guardia di finanza di Catania, Francesco Gazzani – confermano come il lavoro nero continui a essere diffuso fra le aziende presenti in provincia e come determini fenomeni di concorrenza sleale col rischio concreto di mettere fuori mercato le imprese che rispettano la normativa in materia di lavoro”. Non fa sconti nemmeno Messina e dintorni. Qui negli ultimi tempi sono stati scoperti 27 lavoratori in nero e due lavoratori irregolari durante un controllo su 57 dipendenti di alcune aziende del capoluogo e della provincia. Per 23 è stato appurato che lavoravano in nero nell’edilizia, 4 nella ristorazione, settore dove i militari hanno scoperto anche 2 lavoratori irregolari.
“Il Dipartimento Lavoro e i suoi Ispettorati, – sottolinea il Dirigente generale del Dipartimento Lavoro, Alessandra Russo – già da tempo impegnati contro il lavoro nero e il lavoro irregolare, stanno effettuando uno scambio bidirezionale delle informazioni tra le due istituzioni”. Il riferimento è al recente protocollo d’intesa firmato in tal senso con la Guardia di Finanza. La convenzione con le fiamme gialle ha l’obiettivo di contrastare in maniera capillare a livello locale i fenomeni di sfruttamento dei lavoratori “immigrati e in nero”, compresi gli extracomunitari clandestini. è già operativo lo scambio di informazioni e gli interventi mirati e contestuali su tutto il territorio siciliano secondo modalità che saranno preventivamente condivise.



L’approfondimento. Agricoltura ed edilizia i settori più colpiti
 
Gli ultimi dati diffusi dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, che ha effettuato controlli a campione nell`ambito del “Piano straordinario di vigilanza per l`agricoltura e l`edilizia, sono davvero allarmanti. Dall`indagine, condotta dal personale ispettivo del relativo dipartimento ministeriale, insieme al reparto Tutela del Lavoro dei Carabinieri, agli enti previdenziali (Inps e Inail), alla Guardia di Finanza e alla Polizia di Stato, sono risultati “in nero” il 35 per cento dei dipendenti di 19.100 aziende, 6.774 agricole e 12.326 edilizie, che sono state oggetto dei controlli effettuati nelle quattro regioni meridionali comprese nel Piano del governo. Focus su agricoltura ed edilizia, dunque, che sono forse i due settori produttivi colpiti maggiormente dalla crisi economica, ragion per cui le relative imprese ricorrono sempre più al mercato del lavoro irregolare. In Sicilia, secondo quanto comunicato dal Ministero, sono state ispezionate 629 aziende agricole e tra esse sono risultate fuori norma ben 302, ovvero il 48 per cento di quelle controllate. Tra loro, sono stati verificati lavoratori 3.118, di cui 126 extracomunitari, e sono state denunciate 348 unità in nero e 3.106 lavoratori irregolari per altre cause.

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